IL GOVERNO, I MINISTRI. L’ex banchiere risponde alle critiche. «Non c’è un superministro, siamo tutti uguali». Colloquio con Ichino. Poi alla buvette vorrebbe pagare prima di consumare
ROMA – Il banchiere in politica saprà tenere a bada il conflitto d’interesse? Lo chiedono i cronisti a Corrado Passera, per dieci anni alla guida di Intesa Sanpaolo, la prima banca italiana. Nel governo Monti, il manager bocconiano guiderà il ministero che lo stesso neo premier ha definito «della crescita», potendo contare su deleghe pesanti allo Sviluppo e alle Infrastrutture. «Sono solo ministro di questi due ministeri e non ho niente a che fare con altro . Vedrete i fatti» è stata la replica del ministro che ha indicato la creazione di posti di lavoro la sua priorità. Dopo il discorso programmatico di Monti, Passera ha avuto un lungo colloquio con il Pietro Ichino, il giuslavorista eletto nel Pd e promotore di alcune delle proposte di riforma del Lavoro contenute nel discorso programmatico di Monti.
ALITALIA E NT V – Da banchiere Passera si è occupato a lungo di infrastrutture e soprattutto di trasporti. Intesa Sanpaolo ha giocato un ruolo chiave in due grandi partite del settore. La nascita della nuova Alitalia, nel 2008, con il (discusso) acquisto da parte della superbanca di un pacchetto azionario del 10% nel capitale della compagnia. E poi i treni «privati», con il fattivo sostegno alla Ntv di Luca Cordero di Montezemolo e Diego della Valle che si appresta a sfidare le Ferrovie dello Stato sui binari dell’alta velocità.
«AL SERVIZIO DEL PAESE» – Quello del banchiere «di sistema» alla guida una banca «al servizio del Paese» è l’adagio che Corrado Passera si porta appresso da quando ha assunto la guida di Intesa Sanpaolo, gruppo del credito che su Il Foglio era stato ribattezzato «il ministero dell’ economia reale». Una vocazione sempre confermata, tanto più nella crisi. Anche di recente , in una lettera al Corriere della Sera con la quale Passera rispondeva all’appello di quel lettore, il signor Melani, che ha lanciato la campagna per l’acquisto del debito con un avviso a pagamento sul nostro quotidiano. «Come banca abbiamo dimostrato con i fatti di crederci – scriveva Passera banchiere – siamo il più grande fornitore di credito alle famiglie e alle imprese, siamo — direttamente e indirettamente — uno dei più grandi sottoscrittori di debito pubblico italiano. Accogliamo pertanto con piacere l’invito del Corriere ad azzerare le commissioni di sottoscrizione alle famiglie in occasione della “giornata del nostro debito comune” se, come auspico, verrà organizzata».
IL PLAUSO DI REALACCI – Passera ha incassato intanto il plauso del responsabile ambiente del Pd, Ermete Realacci secondo il quale «è un bel segnale che il ministro delle Infrastrutture ribadisca le priorità del suo impegno in due assi: quello dello sviluppo sostenibile e quello della creazione dei posti di lavoro. La green economy, a maggior ragione nel grave periodo che stiamo vivendo, è una delle strade principali per rilanciare, su basi nuo-ve e più solide, l’economia italiana».
I MILANESI E LA BUVETTE – Quasi sempre nei bar milanesi prima si paga, e si ritira lo scontrino, poi si consuma. Un automatismo che ha fatto sì che alla buvette del Senato Passera e il collega Piero Giarda, ministro dei rapporti con i Parlamento, fossero pronti a pagare prima di aver consumato. I commessi, gentilmente, indicano l’usanza: prima si consuma, poi si paga.