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La Corte Ue: «Su Internet vietati i “filtri” per impedire i download di materiale pirata»

INTERNET. Storica sentenza della Corte di Giustizia Europea: i provider non possono «frenare» l”accesso degli utenti

MILANO – Agli Internet provider non può essere richiesto di installare “filtri” che impediscano il download illegale di file o lo rendano disagevole. È quanto stabilisce una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea.

IL CASO – La Sabam, società belga che rappresenta scrittori, compositori ed editori, aveva provato che gli utenti di un provider di servizi Internet chiamato “Scarlet Extended” avevano trasferito file illegalmente. Un tribunale belga aveva ordinato alla Scarlet di installare a proprie spese un sistema per rendere ciò impossibile. Ma la Corte di giustizia europea ha stabilito che questo richiederebbe un controllo di tutte le comunicazioni elettroniche di tutti i clienti di Scarlet, violando i loro diritti e la legge comunitaria. In sostanza, la sentenza sancisce non si può determinare «a monte» – ovvero a livello di chi fornisce accesso alla Rete – , quali contenuti si possono scaricare e quali no. E a quale velocità.

«FINISCE BARBARIE GIURIDICA» – Numerose le reazioni di fronte a una sentenza che qualcuno no ha esitato a definire storica. «La sentenza della Corte di giustizia mette la parola fine ad una barbarie giuridica: quella di spacciare la censura come forma di protezione dei diritti economici degli editori (e non certo di quelli morali d’autore). Il filtraggio non serve ad acquisire prove di reato né a prevenirlo»: ha affermato Andrea Monti, presidente dell’Alcei, l’associazione per la libertà delle comunicazioni elettroniche interattive e componente dell’Advisory board di Privacy International. «Dunque il filtraggio non può essere usato come strumento di indagini da chiunque effettuate. Inoltre, parte dal presupposto che l’utente è colpevole fino a prova contraria. Il che è inaccettabile. Speriamo che questa sentenza stronchi per sempre ogni tentativo dell’Agcom italiana di emanare la famigerata delibera sulla tutela del copyright che vuole imporre il modello francese (ente che decide se tagliare o no il collegamento alla rete degli utenti) e che – in modo illegittimo – vuole sottrarre alla magistratura il compito di decidere cosa è illegale e cosa no».

«LIVELLI PATOLOGICI» – «Questa decisione è quanto mai tempestiva perché il ricorso al filtraggio, come alternativa al sequestro, ha raggiunto in Italia livelli patologici». Questo il commento di Paolo Nuti, presidente dell’Aiip, l’associazione Italiana Internet provider. «Ci attendiamo ora che si ponga fine alla deriva giurisprudenziale che ha portato i nostri tribunali a scambiare il filtraggio su Internet per una forma di sequestro – aggiunge Nuti – e che si arresti l’iter dei progetti di legge tesi a legittimare, in contrasto con la legislazione comunitaria, tale insensata ed incostituzionale deriva».

«LA SENTENZA NON FAVORISCE ILLEGALITA’» – «La decisione odierna della Corte di Giustizia sul caso Scarlet Extended SA, un fornitore di accesso a Internet, e la Sabam non ha nulla a che fare con il rispetto della legalità su Internet»: questa la precisazione del presidente di Confindustria Cultura Italia, Marco Polillo. «La sentenza conferma, invece, in maniera chiarissima – prosegue Polillo – che, ai fini del contrasto della pirateria online, l’Autorità Giudiziaria e gli Organi amministrativi di vigilanza, dopo aver accertato gli illeciti, possono ordinare provvedimenti di inibizione all’accesso attraverso il coinvolgimento degli intermediari».

Redazione Online

La Corte Ue: «Su Internet vietati i “filtri” per impedire i download di materiale pirata»ultima modifica: 2011-11-24T23:42:58+01:00da
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