La tredicesima giornata. La squadra di Conte vince per 1-0 la sfida di vertice. I siciliani sbancano Lecce, i piemontesi vincono sul Parma in rimonta. Il Matador azzurro risponde al Tanke, ex molto temuto, all’ultimo minuto della partita. Martedì è Napoli-Juve. Domenica Inter a Siena e Milan-Chievo.
ROMA – La Juventus inaugura il suo lungo dicembre, che comincia l’ultima domenica di novembre (4 trasferte inquietanti: Lazio, Napoli, Roma, Udinese e due sole partite in casa, Cesena e Novara) con la vittoria sulla Lazio con cui, prima di questa giornata, divideva il primo posto della classifica. Una prova da grande squadra, forse la prima di questa stagione, più di quelle con Milan e Inter, per il valore dell’avversario, per il sacrificio e il carattere.
Il brasiliano della Lazio Hernanes (LaPresse) |
GOL DECISIVO – Decide un gol del romanista Simone Pepe, il ragazzo dei Castelli che era soprannominato «Tottino» e che dopo la rete, propiziata da un grande assist di Matri, mima un colpo di golf, la sua ultima grande passione, condivisa da molti calciatori. È una prova di forza perché nasce dalla sofferenza, perché matura in una partita dove l’equilibrio si può spezzare da un momento all’altro. Il vantaggio decisivo di Pepe arriva dopo che Rocchi ha fallito due grandi opportunità, specialmente la seconda, su assist di Hernanes che nel secondo tempo colpirà un palo clamoroso.
LA RIPRESA – La Lazio della ripresa mette alle strette i bianconeri, li costringe in un angolo, ma la squadra di Conte anche in affanno, condotta dal solito grande Pirlo, mantiene la barra al centro e riesce a uscire a poco a poco con sortite su cui potrebbe anche scapparci il raddoppio: Giaccherini viene fermato da una parata «alla Buffon» di Marchetti e poi Matri, veramente un centravanti moderno, plasmato da Conte, pareggia il conto dei pali. Ora la Juve si ferma a Roma fino a lunedì quando raggiungerà Napoli in bus per la seconda tappa del suo tour di novembre-dicembre. Laggiù non vince dall’anno zero, cioè da prima del 2006. Solo un pareggio in serie B e poi sonore e talvolta, come l’ultima a gennaio 2011, umilianti sconfitte. Se passerà anche questa prova un altro tassello del mosaico-ricostruzione sarà andato a posto.
MILANO – Novara vince in rimonta, e battendo il Parma 2-1 regala al tecnico Giorgi la prima vittoria dopo un digiuno che andava avanti dal 20 settembre (3-1 all’Inter). Catania in trasferta a Lecce, vince con un gol realizzato al 90′ una partita che i salentini sembravano poter controllare. La giornata del campionato «spezzatino» si apre così con le due sfide «minori», risolte al termine di gare comunque avvincenti con due sostanziali sorprese. Venerdì c’era stata la sfida giocata fra Udinese e Roma, con la vittoria dei friulani.
Ranieri (LaPresse) |
LE SFIDE DI DOMENICA – La partita più attesa della domenica pomeriggio è Siena-Inter: i nerazzurri, dopo la vittoria casalinga con il Cagliari, devono accelerare il ritmo per scalare la classifica. Molto intrigante Palermo-Fiorentina, che sancisce il ritorno di Delio Rossi al Barbera. I siciliani sono la squadra più altalenante del campionato: in casa ha vinto 5 partite su cinque, in trasferta ha conquistato un solo punto senza segnare neppure un gol in sei partite. Per il nuovo allenatore della Fiorentina, al di là dell’emozione per l’incontro con i suoi vecchi tifosi, si tratta di un altro esamone dopo il Milan. Il Genoa, con una partita da recuperare (il 13 dicembre contro l’Inter), va a far visita al Cesena che ha appena vinto la prima partita. Il Cagliari, che ha perso le ultime tre partite e non vince da sei giornate, ospita il Bologna che ha perso il derby emiliano-romagnolo proprio con il Cesena. Si chiude domenica sera con Milan-Chievo. Se Lazio-Juve dovesse finire pari, i rossoneri potrebbero dare l’assalto alla vetta della classifica. Sarebbe una rivincita dopo la sconfitta in Champions contro il Barcellona.
BERGAMO – Denis non batte Cavani. All’ultimo secondo la sfida tra il bomber del campionato (dieci gol) e quello della splendida Champions napoletana (4 reti) finisce in parità. Il Napoli appannato dalle fatiche europee e dal turnover sembrava l’ennesima vittima sacrificale del suo ex centravanti. Ma un guizzo nel recupero del Matador evita alla squadra di Mazzarri una sconfitta che avrebbe reso deludente la classifica e soprattutto avrebbe accentuato la spaccatura tra campionato e Champions.
Il Napoli festeggia dopo il gol di Cavani (Ansa) |
Il primo tempo scivola via tra cartellini gialli (sei alla fine), occasioni poco nitide e riserve, come Pandev, che non si giocano fino in fondo la loro occasione. L’Atalanta sa chiudersi e ripartire con la velocità di Moralez e il grande movimento di Denis. Ma è il secondo tempo a regalare emozioni: Denis colpisce prima la traversa con una splendida girata poi lanciato in area da un rimpallo non fallisce il diagonale che batte De Sanctis. L’Atalanta preme, cerca il secondo gol ma non lo trova. Colantuono effettua una sostituzione nel recupero e l’arbitro concede altri trenta secondi oltre ai tre minuti già dati. Cavani solo davanti alla porta nella mischia finale non sbaglia a pochi secondi dal termine e gira in rete un tiro-cross di Santana. L’Atalanta si arrabbia, mentre Mazzarri pensa positivo in vista della supersfida di martedì contro la Juve. Serve un’altra notte per tenere acceso l’euro-Napoli.
Roberto Perrone e Paolo Tomaselli