BRUXELLES. Il ministro degli Esteri convoca Alberto Bradanini per consultazioni dopo gli incidenti alla sede britannica
L’Europa reagisce alle provocazioni iraniane – l’ultima è l’assalto all’ambasciata britannica – inasprendo le sanzioni contro Teheran. Il motivo dell’escalation della crisi, com’è noto, è il programma sull’energia nucleare su cui Ahmadinejad non ammette intromissioni, ma rispetto al quale la comunità internazionale ha già fatto sapere di non voler soprassedere.
I ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno approvato l’inasprimento delle sanzioni, estese a 180 tra società e persone legate al regime iraniano. I settori interessati sono quelli finanziari, dei trasporti e dell’energia. La decisione arriva dopo il rapporto del’Aiea dell’8 novembre scorso, che accusa l’Iran di puntare alla costruzione di armi nucleari e, soprattutto, dopo l’assalto all’ambasciata britannica di martedì.
L’Europa non è riuscita a raggiungere un accordo per imporre l’embargo anche sul petrolio iraniano, come richiesto da Germania e Gran Bretagna. Secondo quanto ha riferito il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, la Grecia si è opposta all’embargo visto che acquista il petrolio principalmente dall’Iran. Chi preme sull’embargo del petrolio sostiene che potrebbe servire a ridurre il denaro a disposizione di Teheran per sviluppare armi nucleari.
Liberati gli assalitori
Le autorità iraniane hanno liberato undici persone che avevano partecipato all’assalto dell’ambasciata britannica a Teheran. Il portavoce del ministero degli esteri e il vice capo della polizia nazionale avevano annunciato “procedimenti giudiziari” contro i dimostranti che avevano attaccato le due sedi diplomatiche del Regno Unito. Ma gli assalitori, a quanto sembra, sono stati subito “perdonati”.
L’Italia ritira l’ambasciatore
Il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi ha dichiarato a Bruxelles che il nostro Paese ha deciso di ritirare per consultazioni l’ambasciatore a Teheran.
Raffaello Binelli