FINMECCANICA – Orsi è il nuovo presidente, era amministratore delegato. All’ex numero 1, indagato per frode fiscale, va una buonuscita principesca.
MILANO – «La liquidazione è di quattro milioni. Se uno pensa che Alessandro Profumo ne ha presi quaranta, non mi sembra che si possano fare dei paragoni». Il presidente uscente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, intervistato da «Il Messaggero» commenta le voci sulla sua mega buonuscita. L’ex capo azienda, indagato per frode fiscale, ha ricevuto una liquidazione di 5,5 milioni di euro.
IL SUCCESSORE – Dunque alla fine ha lasciato Pier Francesco Guarguaglini, da nove anni al vertice di Finmeccanica, la principale e strategica azienda pubblica del Paese. Ha dato le dimissioni dopo giorni di passione per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sull’ipotetica creazione di fondi neri da pagare ai politici. Al suo posto diventa presidente Giuseppe Orsi, dal 4 maggio amministratore delegato della società che quindi assume tutte le deleghe di capoazienda. Lo ha deciso giovedì 1 dicembre il Consiglio di amministrazione in una riunione straordinaria. L’azienda, con una nota, ha comunicato la decisione di concentrare le deleghe relative alla gestione sociale in capo all’Ad Giuseppe Orsi e ha fatto sapere che è stato cooptato in consiglio Alessandro Pansa, cui sono stati confermati i poteri e le attribuzioni «già conferitegli in qualità di direttore generale, carica che mantiene». A Guarguaglini, in carica quale presidente e amministratore delegato dal 2002 al 2011, conclude la nota, «l’intero Consiglio esprime i più sentiti ringraziamenti per l’altissima professionalità e il proficuo impegno che hanno consentito la crescita e l’affermazione del Gruppo nei mercati mondiali».
LE REAZIONI – «La scelta di affidare tutti i poteri di Finmeccanica all’amministratore delegato Orsi non fa chiarezza totale sulle questioni che riguardano il gruppo», ha commentato con una nota il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino. «Se ci sono stati problemi di trasparenza e di cedimento clientelare verso la politica non si comprende perché secondo l’azionista il presidente sapeva e l’amministratore delegato no, perché al primo viene chiesto un giusto passo indietro e al secondo no». Per il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, «la pezza è peggiore del buco perchè Orsi mantiene il doppio incarico, è il massimo della rappresentazione spartitoria dei partiti nelle aziende pubbliche».