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Fiorello da record: batte persino Sanremo. Lo share supera il 50%

L’ultima puntata de «#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend». Quasi 14 milioni di spettatori e oltre il 50% di share. Il comico toscano: «Silvio? Le più belle dimissioni degli ultimi 150 anni»

ROMA – «Non c’è più , Non c’è più»: lo ripete come un mantra Roberto Benigni. Fiorello non riesce a trattenerlo (non è che ci provi con grande convinzione, comunque): è il momento clou della quarta e ultima puntata de #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, il mega programma dello showman siciliano. Non c’è più Berlusconi, ovviamente. E subito Benigni entra in argomento: «Le più belle dimissioni degli ultimi centocinquanta anni» e si complimenta con Fiorello, ma il bersaglio è sempre lui, Silvio: «Mi è piaciuto il tuo sketch dei presidenti stranieri. Ma forse l’aveva inventato qualcun altro». Pizzica il direttore di rete Mauro Mazza: «Daje con Berlusconi, daje continua a dirmi. Ora» e passa poi a parlare di Monti e di crisi. «La Roma ieri ha giocato in otto, sono i tagli di Monti» e « ci hanno sorteggiato agli Europei con Irlanda e Spagna, mancava solo la Grecia, al fischio di inizio saremo tutti rovinati».

RECORD DI ASCOLTI – Complice il comico toscano, Firoello chiude lo show con il botto, batte se steso e fa il record assoluto di ascolti. La puntata è stata vista da tredici milioni 401 mila spettatori con il 50.23 per di share. Il picco degli ascolti per numero di spettatori è stato di 16 milioni e 60 mila alle 23.10 (quando Roberto Benigni ha iniziato a intonare il vecchio «Inno del corpo sciolto»), mentre per quanto riguardo lo share il picco si è registrato alle 23.17, quando stava per terminare l’intervento sul palco del premio Oscar con il 61.55%.

A TUTTO SILVIO -Negli sketch di Benigni, Silvio ritorna sempre: «Monti da Vespa dopo di me? Il suo destino è venire sempre dopo un comico». In questi 18 anni? «Ci siamo divertiti». Tra Monti e Berlusconi che differenza c’è?: «Quando Monti dice ce la faremo, sappiamo che si riferisce all’Italia. Monti è ricco di suo, Berlusconi è ricco di nostro». Ed ecco una stoccata a Bossi: «Quando uno ha una sola idea, la ripete tutta la vita. E quell’altro leghista che ha detto che la Padania esiste perché c’è il Grana padano? Sarebbe come dire che esiste la Spagna per il pan di Spagna». Ma Silvio è sempre al centro dei pensieri del comico toscano: «Non parla più nessuno del nostro Berlusconi. Silvio, ti voglio bene. Io ti sarò sempre fedele, nei secoli, come i carabinieri. Io e i carabinieri ti saremo sempre vicini». E ancora: «Quando Silvio aveva da fare tutto il giorno in Parlamento, aveva tante donne e io mi dicevo “Come fa?”. Ora che è libero tutto il giorno… Silvio ti fa male, ci si può morire».

L’INNO – E ancora la vita del politico di Arcore diventa una favola, un «C’era una volta un Cavaliere con tanti cavalli e stalle e stallieri e tanti castelli e tante principesse, tutte sul pisello». Poi Benigni regala una chicca dei suoi anni 70, l’alquanto liberatorio «Inno del corpo sciolto». Quindi il premio Oscar ricorda Pertini e si fa serio: «I giovani non hanno bisogno di sermoni, ma di esempi», saluta anche lo scomparso Paz, il grandissimo fumettista Andrea Pazienza e lo cita: «Non bisogna mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa». E poi se ne va.

PARTITI CON JOVANOTTI – Lo spettacolo era iniziato con Jovanotti, una versione tutta particolare della «Fiera dell’Est» («e venne la manovra…»), qualche battuta con Mauro Mazza, direttore di rete («La farai la quinta puntata?» «No»): Fiorello è poi partito con il monologo. Obiettivo Bruno Vespa: «Presidente Monti, ma dove va? Pure lei da Vespa. Già ci è andato quello che fece il contratto agli italiani, lei che farà? Il testamento?». E ha minacciato il giornalista «Vespa, stasera sforerò – aggiunge – tu oggi non andrai in onda». Poi un siparietto con il ballerino Roberto Bolle. Jovanotti rientra in scena a metà puntata: Fiorello improvvisa un duetto con lui tra disco e Fred Buscaglione («E pensare che eri piccola»). E il cantante grida «profilattico, profilattico», rievocando la polemica di qualche giorno fa (il bando di RadioRai alla parola, nella giornata contro l’Aids). E poi, lungamente atteso, Roberto Benigni.

SI FINISCE CON BAUDO – Finito l’intermezzo (durato più o meno una ventina di minuti) con il toscano, ritornerà Jovanotti. E poi, in una sorta di passaggio di consegne, Pippo Baudo. Scambi di convenevoli, accento siculo comune ai due (Pippo è di Sant’Agata di Militello, Rosario di Augusta), mentre il vecchio conduttore racconta aneddoti di cinquant’anni di televisione. E i due si cimentano con un rap di Trinacria: «Vitti’ na’ Crozza» dove Baudo mostra una certa disinvoltura con gli yo e altre modernerie. E l’ultima avventura di Fiorello corre verso i titoli di coda, intonando «Breve amore», la canzone di Albertone Sordi in «Fumo di Londra». E, salutando tutti, anche Fiorello sfuma.

Redazione Online

Fiorello da record: batte persino Sanremo. Lo share supera il 50%ultima modifica: 2011-12-06T15:54:06+01:00da
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