Piazza Affari e le altre volatili in avvio. Pesano i timori di un declassamento dei Paesi dell’Eurozona con tripla A. In caduta anche le stime per il 2012. Le variazioni congiunturali negative su Pil e consumi sono attese già tra il terzo e il quarto trimestre 2011
SPREAD – Lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi ripiega adesso intorno ai 370 punti base, dopo la fiammata segnata all’apertura dei mercati quando è volato a 383 punti. La forbice tra i due titoli si restringe a 369 punti e il rendimento del decennale è al 5,95%.
ASSE MERKEL-SARKOZY – Gli investitori sembrano voler scommettere su una risoluzione della crisi del debito in Europa. Del resto Parigi e Berlino hanno subito reagito all’annuncio di S&P, riaffermando la propria volontà di prendere qualsiasi decisione necessaria ad assicurare la stabilità dell’euro. «Germania e Francia andranno avanti sul percorso di riforme tracciato», ha detto di nuovo martedì la Cancelliera tedesca a Berlino in conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulla minaccia di declassamento di Standard and Poor’s. Per altro proprio la Merkel e il presidente francese hanno trovato un accordo lunedì su un nuovo trattato europeo per i 27 Paesi o al limite per i 17 Paesi. L’accordo prevede sanzioni automatiche per i membri dell’Unione che non rispetteranno i vincoli sul deficit.
I CONSUMI PER LE FESTE – Saranno dunque feste sottotono. «Il sentimento resta negativo ma non depresso e, comunque, non peggiore dello scorso anno. Per l’80,9% degli italiani sarà un Natale dimesso (86,3% nel 2010), e farà regali l’88,2% (il 2,4% in meno rispetto al 2010). Resta costante la quota di persone che gradisce il rito del regalo natalizio (poco meno del 50%)». E tra i settori più penalizzati ci sono «editoria, abbigliamento ed elettrodomestici; qualche cedimento anche sulla tecnologia (è una novità rispetto al passato). Bene, in senso relativo, alimentari, vini, profumi, cosmetici e giocattoli. Raddoppia, poi, la quota di consumatori che acquisterà il regalo su internet, oltre il 13%».
IL PROSSIMO ANNO – Ma ol calo tendenziale (-0,5%) e soprattutto, quello congiunturale, più consistente (-0,8%), rilevati a ottobre sono la «spia» di un probabile avvio, nel terzo trimestre, di una fase di ripiegamento dei consumi delle famiglie la cui entità non sembra trascurabile e che potrebbe proseguire anche nella prima parte del 2012. Infatti sono attese variazioni congiunturali negative sul Pil (-0,6%) e consumi (-0,3%). L’associazione ci tiene a precisare che si tratta di valutazioni ancora «grezze e approssimative». Le maggiori imposte comprimeranno il reddito disponibile (è il quinto anno di riduzione consecutiva in termini reali), l’occupazione non crescente, il clima di fiducia basso e la contrazione del potere d’acquisto della ricchezza determinano un 2012 negativo per Pil e consumi in costanza della propensione al consumo. Se quest’ultima dovesse scendere, sottolinea Confcommercio, i segni negativi si amplificherebbero di molto. Una ripresa è attesa, invece, per il 2013. Pil e consumi faranno registrare +0,4% e +0,3%.