Si era rifugiato a casapesenna, nelle campagne del casertano. Stanato in un’operazione delle forze dell’ordine. Dopo il blitz la primula rossa della cosca colta da malore
CASERTA – Alle 11.30 di questa mattina, mercoledì, un’operazione congiunta di polizia e carabinieri coordinati dal pool di magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha posto fine alla latitanza del superboss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria. L’ultimo capo della cosca casertana è stato scovato dalla squadra Mobile di Caserta coadiuvati dai colleghi di Napoli, all’interno di un covo individuato sin dai giorni scorsi in un fondo agricolo di via Mascagni, una traversa di via Crocelle nel cuore della sua Casapesenna, dove gli investigatori erano sicuri si nascondesse la primula rossa della feroce organizzazione criminale, latitante dal 1995.
L’INTERVENTO DELL’AMBULANZA – Il boss è stato colto da malore, al punto da richiedere l’intervento di un’ambulanza. Scene di giubilo e di entusiasmo tra le forze dell’ordine presenti che hanno cominciato ad abbracciarsi e a scandire slogan. Alle 11.42 il boss non è ancora uscito dall’abitazione in cui dopo 16 anni gli agenti sono riusciti finalmente a stringergli le manette ai polsi.
IL RE DEI CASALESI – Michele Zagaria detto «capastorta», considerato il capo dei capi dei Casalesi, era l’ultimo boss storico del clan ancora latitante. Un anno fa, nel novembre del 2010, in manette finì Antonio detto «’o ninno» Iovine, nascosto a Casal di Principe, nella villetta di un incensurato. Prima di lui, il 14 gennaio del 2009, dopo un rocambolesco inseguimento sui tetti a Mignano Montelungo, i carabinieri catturarono Peppe Setola, boss dell’ala stragista del clan facente capo a Francesco «Sandokan» Schiavone, in carcere dal 1998.
Piero Rossano