Il processo d’appello sull’omicidio di chiara Poggi. L’ex bocconiano ha abbracciato i suoi avvocati, contento e commosso: «È giusto così», ha detto
MILANO – E’ stato assolto anche in appello Alberto Stasi, accusato dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Al termine della Camera di consiglio il collegio presieduto da Anna Conforti, affiancata dal giudice a latere Franco Tucci e da 6 giudici popolari, due donne e quattro uomini, ha creduto all’innocenza del giovane, confermando la sentenza di primo grado.
Il pg di Milano, Laura Barbaini, aveva invece chiesto di condannare a 30 anni di carcere l’ex bocconiano. I giudici avrebbero potuto decidere per un’ordinanza con cui riaprire il dibattimento, per eseguire gli ulteriori accertamenti chiesti dall’accusa: hanno scelto invece di emettere direttamente la sentenza. Le cinque udienze che hanno scandito questo processo d’appello si sono svolte a porte chiuse, ma per la lettura del dispositivo la Corte ha permesso ai giornalisti di entrare in aula.
NESSUN COLPEVOLE – A oltre quattro anni di distanza, il delitto nella villetta della famiglia Poggi di via Pascoli 8 a Garlasco rimane così, almeno per ora, un giallo senza colpevole. Alla lettura della sentenza l’ex bocconiano, oggi tirocinante commercialista, ha abbracciato i suoi avvocati Angelo Giarda e Giulio e Giuseppe Colli, visibilmente contento e commosso. «È giusto così», ha detto. «Alberto piangeva come me», ha raccontato Giarda.
LA MAMMA DI CHIARA – «Non mi arrenderò, ho ancora fiducia nella giustizia», ha commentato la signora Rita Poggi, la mamma di Chiara. Una volta lette le motivazioni della sentenza, che saranno depositate tra 90 giorni, i genitori di Chiara valuteranno insieme con i loro legali se ricorrere o meno in Cassazione. Braccata dai cronisti, la mamma di Chiara, molto emozionata e con poca voglia di parlare, ha rivelato di non aver guardato Alberto Stasi alla lettura della sentenza affermando che in quel momento «non ho guardato nessuno, non ho visto nessuno». Alla domanda su come si sentisse dopo l’assoluzione dell’unico imputato per l’omicidio della figlia, la signora Rita ha spiegato «tanta emozione e basta». Poi, visibilmente scossa, è stata abbracciata dal marito.
DEVIAZIONI SESSUALI – Nella memoria di replica depositata ai giudici, il pg Barbaini ha sostenuto che «le deviazioni sessuali di Stasi e la natura dei rapporti intimi tra Alberto e Chiara quali inequivocabilmente emergono dai filmati con tutta la loro evidente patologica criticità (…) sono evidentemente alla base dell’elemento scatenante» che avrebbe indotto l’ex studente bocconiano a uccidere la sua fidanzata. Il magistrato ha anche sostenuto che Stasi ha mentito e si è creato un’alibi. «Non possiamo non chiederci – osserva ancora il pg nella sua memoria – perché Stasi, dopo essere entrato in casa ed essersi trovato di fronte a un primo lago di sangue in salotto e a un secondo lago di sangue davanti alla porta della cantina, e ad un terzo lago di sangue sui gradini della scala e dopo aver visto il corpo della sua fidanzata nell’ennesimo lago di sangue (e l’aveva visto bene perchè la luce in cantina era accesa) vada dai carabinieri e riferisca di un malore o di un incidente». Secondo l’accusa, dunque, questa «condotta, assurdo e illogica, non si spiega se non nell’ambito del suo piano (di Stasi, ndr), originario che ha avuto successo», in quanto il giudice di primo grado «ha affermato, contrariamente da quanto risulta dagli atti, che l’ipotesi dell’incidente fosse stata avanzata dai carabinieri, anziché “suggerita” dall’imputato».