VENERDì IL VOTO SUL DECRETO. Dubbi di Pd e Terzo Polo, delusi per le mancate liberalizzazioni
ROMA – Dopo le contestazioni al premier Mario Monti da parte della Lega Nord e una seduta fiume alla Camera conclusasi all’alba di giovedì, il governo porrà questa mattina la fiducia sul testo della manovra. L’obiettivo è arrivare venerdì sera al voto finale.
DUBBI – Il testo su cui ci si esprimerà sarà quello uscito dalla commissione senza più spazio, in aula, per nuovi emendamenti o correzioni in extremis. Decisione che delude Pd e Terzo Polo, pronti a tornare alla carica sulle liberalizzazioni dopo la marcia indietro sui farmaci e sui taxi. Critico si dice pure Silvio Berlusconi, anche se dal Pdl – come da Pd e Terzo Polo – il sì è comunque scontato. Lega e Idv, invece, bocceranno la manovra.
«MARATONA» LEGHISTA– A partire dalla 21 di mercoledì sera fino alle prime ore del mattino di giovedì, i deputati leghisti hanno dato vita a Montecitorio a una «maratona oratoria» sul decreto Monti, esprimendosi sul complesso degli emendamenti. «Presidente Monti, alla Bocconi di operai non ne avrà visti tanti. E io, anche se lei adesso non è in Aula, mi sono vestita con la stessa divisa che indossavo fino a due giorni prima di essere eletta deputata» ha detto tra gli altri Emanuela Munerato, deputata della Lega e operaia in Veneto, presentasi nell’emiciclo di Montecitorio con addosso la sua «tuta blu».
La guida al provvedimento
Redazione Online