Nel Paese restano ora solo 157 uomini addetti all’addestramento e all’ambasciata. All’alba le truppe americane si sono spostate in Kuwait. Molti dei militari riusciranno a trascorrere il Natale in famiglia

A CASA PER NATALE – Le poche migliaia di truppe che ancora si trovavano nel Paese sono partite durante la notte dalle due basi ancora attive, orario ritenuto più sicura. L’esercito americano secondo i programmi doveva lasciare il Paese entro la fine del 2011, ma gli ufficiali hanno deciso di anticipare i tempi e i voli sono programmati in modo che almeno una parte dei militari possa unirsi alle famiglie per le vacanze di Natale.
L’AMMAINABANDIERA – Giovedì il segretario della Difesa, Leon Panetta, aveva ufficialmente dichiarato la fine della guerra durante la cerimonia dell’ammainabandiera all’aeroporto di Bagdad. Le truppe statunitensi avevano abbassato la bandiera a stelle e strisce, avvolta poi in un tessuto mimetico come prevede la tradizione dell’esercito. «Potete essere sicuri che il vostro sacrificio ha davvero aiutato il popolo iracheno a lasciarsi alle spalle la tirannia», aveva dichiarato Panetta rivolgendosi direttamente ai veterani del conflitto.
«RISULTATO STRAORDINARIO» - Il giorno prima il presidente Barack Obama si era recato a Forte Bragg, in North Carolina, per celebrare la fine della guerra e onorare le truppe che hanno combattuto e perso la vita. «È un risultato straordinario – aveva detto il capo della Casa Bianca -. Si chiude uno dei più straordinari capitoli della storia dell’esercito americano». «L’Iraq non è un posto perfetto», aveva aggiunto, ma «ci stiamo lasciando alle spalle uno Stato sovrano, stabile e autosufficiente, con un governo rappresentativo che è stato eletto dal suo popolo».