LA STORIA. Assistito dal ’76, debiti per 130 mila euro. Una passione per i rifiuti tenuti in casa. Ha vissuto in roulotte e auto
Un conto salato a vedere gli oltre 130 mila euro che gli ha chiesto di restituire alle casse pubbliche per aver dovuto anticipare alla Scip (Società di cartolarizzazione degli immobili publici) l’importo dopo un decreto ingiuntivo del Tribunale di Venezia. Il motivo? Semplice, il 3 settembre 1976 l’allora assessore Giuseppe Cianciolo aveva sottoscritto una fideiussione per conto del Comune per far avere l’alloggio di via Palladio all’uomo. In realtà a vedere il conto finale quell’affitto non l’hai mai pagato, tanto che 21 anni dopo l’Inpdap (l’istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica) ha fatto due più due e presentato la fattura al Comune. A poco è servita la raccomandata inviata a Tilaro per il pagamento bonario. Nessuna risposta è arrivata, anche perché l’uomo come non ha pagato nei vent’anni precedenti non ha nessuna intenzione di pagare adesso.
Per lui è normale vivere così: per qualche tempo è stato all’interno di una roulotte parcheggiata in un terreno di Spinea, portando rifiuti e bombole di gas, ma dopo un po’ è stato mandato via anche da là. Poi aveva «occupato» forte Tron con la sua Fiat Uno, ma nemmeno lì si era potuto fermare a lungo. Adesso a Ca’ Farsetti di lui hanno perso le tracce, ma non vogliono perdere quei 130 mila euro a titolo di capitale, interessi e penali contrattuali. Nessuno ha mai capito perché non abbia fatto valere l’usufrutto sui magazzini e sui terreni per vivere meglio. Forse perché la pensa come «Hans cassonetto» il barbone romano morto bruciato nella notte di Natale: aveva rifiutato 250 mila euro in contanti di un’eredità, una villa ed alcuni appartamenti che gli aveva lasciato sua madre. Diceva che soltanto così poteva sentirsi libero.
Francesco Bottazzo