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Clochard con quindici proprietà il Comune gli presenta il conto

LA STORIA. Assistito dal ’76, debiti per 130 mila euro. Una passione per i rifiuti tenuti in casa. Ha vissuto in roulotte e auto

MESTRE — Si era anche incatenato davanti al Municipio di via Palazzo chiedendo una casa al Comune. Come quella che Ca’ Farsetti gli aveva fatto avere nel 1976 alla Cita, da cui però era stato sfrattato qualche anno fa. Non pagava e amava portarsi nell’alloggio di via Palladio la spazzatura. Quello che trovava in giro lo raccoglieva, lo metteva nel sacchetto e lo svuotava a casa. Nell’appartamento e nel terrazzo, tanto che chi passava per la bretella che collega Marghera a Mestre, vedeva i rifiuti depositati fuori. I vicini di casa segnalavano la situazione al Comune che provvedeva, assieme a Veritas e all’Asl, a sgomberare l’alloggio, ripulirlo e ricreare le condizioni igieniche minime perchè potesse viverci dentro. Ma per lui, Giorgio Tilaro (nella foto), senza fissa dimora, non cambiava niente. Qualche mese dopo era tutto come prima, perché così voleva vivere. Adesso Ca’ Farsetti gli presenta il conto perché gli uffici hanno scoperto che l’uomo gode di una pensione Inps, ha l’usufrutto su dieci magazzini a Mira e Venezia e su cinque appezzamenti di terreno a Spinea.

Un conto salato a vedere gli oltre 130 mila euro che gli ha chiesto di restituire alle casse pubbliche per aver dovuto anticipare alla Scip (Società di cartolarizzazione degli immobili publici) l’importo dopo un decreto ingiuntivo del Tribunale di Venezia. Il motivo? Semplice, il 3 settembre 1976 l’allora assessore Giuseppe Cianciolo aveva sottoscritto una fideiussione per conto del Comune per far avere l’alloggio di via Palladio all’uomo. In realtà a vedere il conto finale quell’affitto non l’hai mai pagato, tanto che 21 anni dopo l’Inpdap (l’istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica) ha fatto due più due e presentato la fattura al Comune. A poco è servita la raccomandata inviata a Tilaro per il pagamento bonario. Nessuna risposta è arrivata, anche perché l’uomo come non ha pagato nei vent’anni precedenti non ha nessuna intenzione di pagare adesso.

Per lui è normale vivere così: per qualche tempo è stato all’interno di una roulotte parcheggiata in un terreno di Spinea, portando rifiuti e bombole di gas, ma dopo un po’ è stato mandato via anche da là. Poi aveva «occupato» forte Tron con la sua Fiat Uno, ma nemmeno lì si era potuto fermare a lungo. Adesso a Ca’ Farsetti di lui hanno perso le tracce, ma non vogliono perdere quei 130 mila euro a titolo di capitale, interessi e penali contrattuali. Nessuno ha mai capito perché non abbia fatto valere l’usufrutto sui magazzini e sui terreni per vivere meglio. Forse perché la pensa come «Hans cassonetto» il barbone romano morto bruciato nella notte di Natale: aveva rifiutato 250 mila euro in contanti di un’eredità, una villa ed alcuni appartamenti che gli aveva lasciato sua madre. Diceva che soltanto così poteva sentirsi libero.

Francesco Bottazzo

Clochard con quindici proprietà il Comune gli presenta il contoultima modifica: 2011-12-30T15:15:35+01:00da
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