DOPO IL DUPLICE OMICIDIO. Svolta nelle indagini, forse più vicina la cattura dei banditi che hanno ucciso Zeng Zhou e la figlia Joy. Ma la scoperta solleva dubbi sulla ricostruzione e il movente
ROMA – Svolta nelle indagini sul duplice omicidio di Tor Pignattara: è stata ritrovata venerdì dai carabinieri la borsa sottratta durante la drammatica rapina di due giorni fa nel quartiere periferico della Capitale, nel corso della quale un negoziante 32enne Zeng Zhou e sua figlia Joy di 9 mesi erano stati barbaramente assassinati da almeno due banditi armati di pistola e taglierino.
La borsa, che era stata sottratta alla moglie della vittima – tuttora ricoverata all’ospedale San Giovanni per le ferite riportate durante l’agguato -, conterrebbe effetti personali e diecimila euro. Il ritrovamento rende forse più vicina la cattura dei banditi, ma solleva dubbi negli inquirenti.
DUBBI DEGLI INQUIRENTI – Se confermato, il ritrovamento dell’ingente somma di denaro porrebbe alcuni interrogativi inquietanti. Perchè i banditi avrebbero abbandonato il bottino? Difficile ipotizzare che abbiano temuto che le banconote fossero segnate. Dunque potrebbe non trattarsi di una semplice rapina. Inoltre, la cifra ritrovata non corrisponde a quanto dichiarato dall’unica superstite della rapina: la madre della piccola Joy aveva detto inizialmente che la borsa era vuota. Altre fonti sostenevano contenesse solo 2 mila euro. E addosso al commerciante cinese ucciso con la figlia erano stati trovati – nelle tasche del giubbotto – 5 mila euro.
SCHIERAMENTO DI FORZE – Intanto la polizia di Stato presidia il quartiere alla periferia sudest di Roma: altri 130 agenti messi a disposizione dal Viminale dopo il vertice di giovedì con il prefetto di Roma, si sono uniti alla caccia all’uomo condotta da tutte le forze dell’ordine.
IL RACCONTO DI LIYAN – La moglie e madre delle vittime è stata sentita nuovamente giovedì in ospedale: «Ho avuto la netta sensazione – ha spiegato Liyan, 27 anni, rimasta ferita dai fendenti scagliati dai banditi con un taglierino per strapparle la borsa con l’incasso del punto di «money transfer» gestito dal marito in via Tempesta – che qualcuno ci stesse seguendo. Per questo ho accelerato il passo. Mio marito teneva la bambina in braccio, in strada era tutto buio».
All’improvviso, davanti al portone di casa, la tragedia: «Sono arrivati quei due che ci sono saltati addosso: non ho capito più niente – ricorda Liyan -. Mi hanno strappato la borsa, mi sono girata verso Zeng e l’ho visto in ginocchio. La bimba era già per terra, credevo avesse sbattuto la testa». Liyan, trattenuta in osservazione al San Giovanni, non si è accorta che i rapinatori avevano sparato. Anzi, corsa dietro ai banditi per qualche decina di metri, poi è tornata indietro. Ha raccolto la piccola e, in trance, ha atteso i soccorsi in mezzo alla strada.