Liberalizzazioni. Le ipotesi contenute nella bozza del governo scatenano l’ira dei gestori. Figisc e Anisa: «Ne va dell’esistenza della nostra categoria»
ROMA – Sette giorni di sciopero contro le liberalizzazioni. Ad annunciarli sono Figisc e Anisa, le due associazioni dei gestori dei distributori di benzina aderenti a Confcommercio. Un’agitazione decisa in vista del decreto del governo Monti che coinvolgerà anche la categoria. Date e modalità devono ancora essere decise ma, informa una nota, “si tratterà di una chiusura prolungata: 7 giornate di chiusura degli impianti”.
“La scelta di intervenire sull’esclusiva di fornitura nella rete carburanti – sottolineano – non produrrà alcun effetto sui prezzi, ma otterrà il risultato di far espellere i gestori dalla rete alla scadenza dei loro contratti e di far rendere loro dalle aziende petrolifere e dai pretisti convenzionati la vita ancor più impossibile fin da subito. Non solo, perché la norma che autorizza gli impianti a funzionare 24 ore su 24 solo nella modalità self service senza più la presenza dell’operatore è un altro grossissimo chiodo piantato sulla bara della categoria. Insomma, ci vuole davvero coraggio a sostenere che queste siano le misure di sviluppo necessarie a far uscire dalla crisi economica il Paese”.
“L’attacco contro i gestori non si può giustificare con l’obiettivo di calmierare i prezzi dei carburanti”, sostiene Luca Squeri, presidente Figisc.
Il provvedimento del governo dovrebbe arrivare entro giovedì 19. I benzinai, secondo le ipotesi al vaglio dell’esecutivo, potranno decidere di acquistare i carburanti presso i grossisti meno cari, anche se non hanno il marchio a cui l’impianto fa riferimento. Presso le pompe di carburante sarà anche possibile vendere tabacchi e giornali.