Corsa contro il tempo per soccorrere gli altri 16 dispersi, tra cui una bimba di 5 anni. Intanto, emergono alcuni retroscena sulla dinamica dell’incidente: sarebbe stato causato per un omaggio (non richiesto) al maitre e a un vecchio ufficiale di bordo. I superstiti: ridateci tutto. Soccorsi, critiche all’estero
Sale a 6 il numero delle vittime del naufragio della Costa Concordia. Nelle prime ore di lunedì 16 gennaio è stato trovato il cadavere di un altro passeggero. Si trovava nel secondo corridoio, addosso aveva ancora il giubbotto salvagente.
Scendono così a 16 i dispersi, tra loro una bimba di 5 anni che viaggiava con il papà e con la sua compagna.
Proseguono, intanto, ininterrottamente, le ricerche. Ma insieme a quello umano, si profila in queste ore un altro pericolo, quello ambientale. “Il rischio per l’isola del Giglio è altissimo, l’obiettivo è quello di evitare che il carburante esca dalla nave e stiamo lavorando su questo”, ha detto il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, che angiunge: “Abbiamo il senso dell’urgenza, occorre fare in fretta”.
“Il naufragio per un piccolo favore” – Intanto, mentre la cronaca di queste giornate restituisce le gesta di alcuni uomini, tra cui il commissario capo della nave salvato in elicottero, emergono ulteriori dettagli sulla dinamica del naufragio, avvenuto nella serata di venerdì 13 gennaio. L’incidente mortale nasce da “un piccolo favore”, scrive il Corriere della Sera, “un omaggio al maitre e a un vecchio ufficiale”, finiti inconsapevolmente e loro malgrado al centro della tragedia. Non solo. Nella ricostruzione di Bonini e Mensurati, su Repubblica, si legge dei ritardi nel lanciare l’allarme, il cosiddetto Mayday. Il comandante Schettino avrebbe indugiato per diverso tempo prima di concedere, su proposta altrui, di inviare il segnale. Il comandante, ora accusato anche dalla compagnia nautica, è in stato di fermo: è accusato di aver fatto avvicinare troppo la nave all’isola e di averla abbanonata prima che tutti fossero in salvo.
La nave? Sarà rimorchiata o fatta a pezzi – E oltre all’emergenza umanitaria, potrebbe scattare a breve quella ambientale: la nave, carica di carburante, è infatti a pochissimi metri dalla costa. “Per quel che resta della Concordia il destino è segnato”, scrive il Corriere della Sera. Una volta svuotate le cisterne, la nave da crociera dovrà andarsene da lì, o con un rimorchiatore, o altrimenti a pezzi, dopo essere stata tagliata. In ogni caso, il recupero del carburante sarà portato a termine quanto prima, subito dopo la fine delle operazioni di soccorso.
PORTO SANTO STEFANO – E adesso gli uomini del capitano Marco Barone, comandante della compagnia carabinieri di Orbetello, avranno un compito in più: quello di custodire fedelmente, notte e giorno, l’immenso «tesoro del Giglio», com’è già stato ribattezzato. Perché è facile fare i conti: a bordo della gigantesca nave Costa Concordia c’erano 4229 persone, di cui 3209 passeggeri, 989 italiani, 569 tedeschi, 462 francesi, 177 spagnoli, 129 americani, 46 giapponesi, 25 inglesi e via dicendo. E sia i turisti che i lavoratori dell’equipaggio in una notte hanno perso tutto: soldi, gioielli, vestiti, documenti. Un patrimonio enorme, milioni di euro a disposizione ora chiusi e abbandonati nelle cassette di sicurezza delle cabine invase dall’acqua.
Un tesoro incalcolabile che attirerà senz’altro la febbre degli sciacalli. Per questo i carabinieri di Orbetello hanno già costituito una speciale task force per presidiare da terra e sott’acqua il titanico scafo («Ma il Titanic di cui ora si parla tanto – eccepisce uno dei militari – era grande meno della metà della Costa Concordia, perciò figuratevi che lavoro ci aspetta…»).
Di sicuro, se qualche squallido predatore dovesse riuscire a confondere il suo barchino in mezzo ai tanti impegnati nei soccorsi oppure a mimetizzarsi tra le decine di sommozzatori oggi in azione, sarebbe uno scandalo mondiale.
E aumenterebbero le polemiche e le accuse che già dall’estero cominciano a piovere. Gli stranieri non ci perdonano il naufragio dell’altra notte: il personale della compagnia Costa Crociere viene tacciato apertamente dalla Bbc on line di «scarsa professionalità». Il sito inglese ricorda e denuncia «le scene caotiche» dell’altra notte e l’estrema disorganizzazione a bordo. Critiche feroci anche in Germania e in Spagna. E pure in Francia il quotidiano on line «Sud Ouest» annuncia che il signor Olivier Carrasco di Bordeaux farà causa alla Costa per la mancata assistenza: «Non abbiamo visto nessuno per tutto il tempo che è passato fino al nostro arrivo in Francia». Monsieur Carrasco, e non solo lui, dice in pratica di essersi sentito abbandonato. La compagnia di navigazione, dal canto suo, però, si difende: «L’equipaggio era altamente addestrato e tutti i mezzi, dai salvagente alle scialuppe, perfettamente adeguati».
Sarà, ma sono tanti i cittadini che adesso sperano di poter tornare in possesso dei propri averi: «Io quella notte ho lasciato 3 mila euro in cassaforte», dice Tiziana Bologna, passeggera di Lampedusa. E suo padre Pietro racconta che in cabina, nel momento dell’evacuazione, ha lasciato il portafoglio con 2 carte di credito. «Rivoglio il mio anello di brillanti con una perla rosa, io ero nella cabina 1387», lancia un appello la signora Cristina Bordino. Antonina Bologna e suo marito Sergio Leonardi coi loro gemellini Emanuele e Samuele di 3 anni, paralizzati dallo spavento, annunciano di voler chiedere anche i danni morali e biologici. «Per la sofferenza provata», spiegano.
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