I fermati avrebbero ammesso le proprie responsabilità. I sospetti assassini sono due giovani di Aosta. Dopo l’incidente, l’auto era fuggita e aveva fatto perdere le tracce
TORINO – Due persone sono state arrestate dalla Polizia municipale di Torino con l’accusa di aver investito e ucciso, lo scorso 3 dicembre, un bimbo di sette anni mentre attraversava la strada con la famiglia sulle strisce pedonali, a Torino. Dopo l’incidente, l’auto era fuggita e aveva fatto perdere le tracce. Le persone arrestate sono due giovani Alessandro Cadeddu, di 34 anni, e Francesco Grauso, di 26. Entrambi – da quanto si è saputo – hanno ammesso le loro responsabilità davanti al pm Gabriella Viglione, che conduce l’inchiesta. La vettura investitrice, una Renault Clio nera, è stata trovata in una pertinenza dell’abitazione di uno dei due giovani e presenta tuttora tutti i danni provocati dall’impatto. I due giovani, sono stati identificati incrociando i dati relativi ad alcune automobili con quelli dei cellulari presenti nella zona al momento dell’incidente.
BLITZ – Il blitz è scattato lunedì pomeriggio quando, al termine di una complessa indagine, la Polizia locale di Torino ha chiesto via fax ai colleghi di Aosta di avviare la ricerca di una Clio nera. Circa mezz’ora dopo l’auto è stata trovata in un garage nella zona ovest di Aosta. Gli agenti della polizia locale di Aosta e Torino si sono quindi recati nelle abitazioni dei due. L’auto è stata posta sotto sequestro. I due hanno detto (uno durante l’interrogatorio, l’altro rendendo dichiarazioni spontanee) al pm che quel giorno erano a Torino per comprare sostanze stupefacenti e che era quello l’unico loro pensiero mentre sfrecciavano su corso Peschiera, prima di travolgere il piccolo e i genitori. Dopo l’incidente si sono spaventati e sono scappati, cosi’ hanno raccontato entrambi. Non si sono costituiti nonostante gli appelli rivolti da famiglia e istituzioni confidando nel fatto di non essere stati visti da nessuno.
VITTIME – Nello scontro aveva perso la vita, A.S., un bambino italiano di Caselle, nell’hinterland del capoluogo piemontese . Il padre – C.S, di 53 anni, titolare di una ditta di autotrasporti – ricoverato al Cto, era stato a lungo in pericolo di vita; la madre, – S.D.R., di 46, biologa all’ospedale Amedeo di Savoia ebbe invece una gamba fratturata.