Il ministro: «Riforma ambiziosa, serve largo consenso». E ora gli incontri informatici. Monti: «No decreto, ma tempi brevi». Reddito minimo in riforma, ma partenza dilazionata. Ammortizzatori: sistema a due pilastri
Da sinistra, il ministro del Lavoro Elsa Fornero, Mario Monti, Antonio Catricalà, Corrado Passera (LaPresse) |
ROMA – Il governo ha presentato alle parti sociali un documento in cinque punti per la riforma del mercato del lavoro. Secondo quanto si apprende da partecipanti al tavolo iniziato lunedì mattina a Palazzo Chigi, le linee guida del Governo per la riforma del mercato del lavoro, illustrate dal ministro Elsa Fornero, sono divise in cinque capitoli: tipologie contrattuali, apprendistato, flessibilità, ammortizzatori sociali e servizi per il lavoro
MIGLIORARE – Il tavolo tra il governo e le parti sociali sul lavoro servirà a migliorare la situazione delle imprese e dei lavoratori. È l’auspicio del premier Mario Monti, che ha esordito dicendo: «Apriamo oggi un cantiere importante». «Voi, forze produttive, avete il mondo dove competere, noi come governo agiamo in Italia e abbiamo un non facilissimo lavoro da condurre in Europa, spero che il maggiore spazio che stiamo creando per le forze produttive del Paese vi aiuti – ha aggiunto – a far sì che quello che verrà fuori dal vostro tavolo serva a migliorare la situazione di imprese e lavoratori ma anche a migliorare la situazione dell’Italia nella Ue».
NO AL DECRETO – Il premier ha anche rassicurato le parti sociali che non si procederà per decreto sulla riforma del mercato del lavoro ma avverte che «i tempi non possono essere lunghi». Secondo il ministro Fornero, la riforma del mercato del lavoro («una riforma ambiziosa, da fare con un largo consenso») si farà insieme alle parti sociali in tre, quattro settimane, avvalendosi del coordinamento del Governo. «Solo alla fine del confronto – ha aggiunto la Fornero – si potrà parlare di contratto unico». E ha aggiunto: «Occorre un contratto che evolva con l’età dei lavoratori, piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvono per tutte le età».
REDDITO MINIMO E AMMORTIZZATORI SOCIALI – Nella riforma ci sarà, ha anticipato il ministro, «uno schema di reddito minimo», che però richiede «risorse ora non individuabili». Per questo e per «ragioni di bilancio lo schema potrebbe essere già individuato in questa riforma ma, per le stesse ragioni, l’applicazione normativa potrebbe essere dilazionata». Il governo propone anche di riformare il sistema di ammortizzatori sociali puntando su un meccanismo con due possibilità: un sostegno per le crisi temporanee e un altro per chi perde il lavoro. «Servono ammortizzatori che facilitino la ricollocazione dei lavoratori – ha detto Fornero -. Per raggiungere l’obiettivo sarebbe importante un passaggio ad un sistema integrato, basato su due pilastri: uno per la riduzione temporanea dell’attività, l’altro, per il sostegno al reddito di chi abbia perso il lavoro». «Gli ammortizzatori saranno finanziati da contributi come avviene nel sistema assicurativo mentre la fiscalità generale servirà per l’assistenza», ha detto il ministro.
LA PROPOSTA – Il governo ha poi proposto alle parti sociali di aprire dei gruppi tematici per lavorare via web alla riforma del mercato del lavoro.
LA DELEGAZIONE – Mario Monti ha lasciato il tavolo a Palazzo Chigi dopo la sua breve introduzione, per recarsi al vertice dell’eurogruppo a Bruxelles, dove si tratterrà anche martedì, per incontrare il suo omologo belga e per prendere parte alla riunione dell’Ecofin.
Nella delegazione del Governo sono al tavolo il sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà, il ministro del Lavoro Elsa Fornero con il viceministro Michel Martone, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli.