L’ex premier contro i giudici che cercano di evitare la prescrizione. La rabbia di Ghedini: «Prendiamo atto che ci volete condannare… Allora ci togliamo la toga e ce ne andiamo»
MILANO – Tensione in aula, mercoledì, all’udienza del processo Mills che vede Silvio Berlusconi imputato per corruzione in atti giudiziari. I giudici puntano a stringere i tempi per evitare la prescrizione, e la difesa vede in questo atteggiamento una intenzione persecutoria. «E’ dimostrazione dello stato preoccupante della giustizia», ha dichiarato l’ex premier in una pausa del procedimento. «Come si spiega la cancellazione di tutti i nostri testimoni e la fissazione di udienze in più rispetto a quelle previste a 72 ore dalla prescrizione, se non con un’intenzione negativa?». Per una eventuale sentenza di condanna nei suoi confronti, i giudici milanesi dovrebbero entrare in camera di consiglio il prossimo 11 febbraio. Rispondendo a una domanda dei cronisti che gli chiedevano se anche lui avesse la sensazione, come i suoi legali, che i giudici milanesi possano arrivare a condannarlo, Berlusconi ha risposto: «Non riesco a capire come possano scrivere una sentenza di condanna quando quello che ha dato i soldi ha detto di averli dati, chi li ha presi ha detto che li ha presi e poi c’è il tragitto dei soldi. Non riesco a capire come possano». «Ma questo – ha concluso – è lo stato veramente preoccupante della giustizia italiana. Qui è tutto paradossale».
LA RABBIA DI GHEDINI – In apertura di udienza c’era stato uno scambio di battute rabbioso tra l’avvocato Niccolò Ghedini, difensore di Berlusconi, e il presidente del collegio del tribunale di Milano, Francesca Vitale. Nel corso del controesame del legale britannico, in videoconferenza da Londra, Ghedini ha iniziato a fare domande per ripercorrere le testimonianze di Mills, che si presume siano state reticenti e all’origine della corruzione. Il giudice Vitale lo ha invitato a una «maggiore sintesi». A quel punto il difensore di Berlusconi è sbottato: «State facendo un processo anomalo, è una corsa contro il tempo con un calendario mai visto al mondo, neanche nei processi con i detenuti». Il giudice Vitale ha replicato che Ghedini stava «esagerando». Il legale ha ribattuto ancora che il tribunale ha tolto tutti i testi alla difesa e il giudice Vitale lo ha invitato a tenere questa lamentela per un ricorso in Cassazione. Ghedini allora alzando i toni ha detto: «Prendiamo atto che ci volete condannare… Allora ci togliamo la toga, rimettiamo il mandato e ce ne andiamo». Tornata la calma e con un intervento più conciliante dell’altro legale di Berlusconi, Piero Longo, Ghedini ha ripreso il controesame dell’avvocato David Mills.