MONTECITORIO. Consensi in calo rispetto a dicembre. Cambiano le pensioni, salvi esondati» e «precoci», probabile una terza lettura
ROMA – Dalla Camera dei deputati arriva la fiducia al decreto Milleproroghe con 469 sì e 74 no. Cinque gli astenuti (l’ex sottosegretario Crosetto, Antonio Martino e i parlamentari Pdl Castiello, Mancuso e Moles), 81 gli assenti (tra questi 24 deputati Pdl, tra i quali gli ex ministri Romani, Scajola, Tremonti; 14 del Pd e 5 del Pd). A favore hanno votato Pdl, Pd e Terzo Polo; contro Idv e Lega. Il voto finale sul provvedimento è previsto per martedì prossimo, poi il decreto passerà all’esame del Senato. È possibile, però, che il decreto, in scadenza il 27 febbraio, subisca ulteriori modifiche e debba tornare a Montecitorio per la terza lettura.
CALO DI CONSENSI? – Nel voto di fiducia del 18 novembre scorso i sì erano stati 556, mentre il 16 dicembre erano stati 495.
PENSIONI – Il decreto ha avuto un iter accidentato. Durante l’esame nelle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio è stata introdotta una norma a tutela dei pensionandi «esodati» e «precoci». I primi sono i lavoratori che, accettando incentivi economici dall’azienda, si sono licenziati con la prospettiva di maturare il diritto alla pensione in tempi brevi in base ai requisiti anagrafici e contributivi precedenti alla riforma voluta dal ministro del Welfare, Elsa Fornero. I secondi sono coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto, anche prima di 18 anni. Inizialmente i soldi necessari erano stati reperiti in un incremento delle aliquote per gli autonomi, ma la stessa Fornero non era d’accordo, così come il Pdl. Dopo un ritorno in Commissione del testo già approvato dall’Aula per una riflessione, la modifica della copertura era stata trovata nell’aumento delle sigarette.
RIFORMULAZIONE – La riformulazione della norma però non ha soddisfatto molti gruppi perché è stata introdotta una modifica che incide sulla platea dei beneficiari e non è stata risolta interamente la questione dei pensionandi delle Poste, ma il problema è stato rinviato all’esame del Senato. Così come sarà probabilmente cambiato o tolto a Palazzo Madama lo stanziamento per i profughi italiani dalla Libia inserito in Commissione nonostante il parere contrario del Governo per problemi di copertura. Da questo la probabilità che il decreto subisca ulteriori modifiche e di conseguenza a Montecitorio per la terza lettura.
COSA CAMBIA PER I PENSIONANDI – Per quel che riguarda gli «esodati», se il licenziamento sulla base di «elementi certi ed oggettivi» si è verificato prima del 31 dicembre 2011 viene riconosciuto l’accesso alla pensione in base al vecchio regime. Il lavoratore deve però anche aver maturato i requisiti che, «in base alla previgente disciplina pensionistica, avrebbero comportato il conseguimento del trattamento medesimo entro un periodo non superiore a 24 mesi» dall’entrata in vigore del nuovo regime pensionistico.
COPERTURA – La copertura ammonta a 240 milioni di euro per il 2013, a 630 milioni per il 2014, a 1,04 miliardi per il 2015, a 1,220 miliardi per il 2016, a 1,030 miliardi per il 2017, a 610 milioni di euro per il 2018 e a 300 milioni per il 2019.
I PRECOCI – Quanto ai lavoratori «precoci», il decreto elimina le penalizzazioni previste dalla riforma Fornero nei confronti dei dipendenti che raggiungono i nuovi requisiti contributivi ma intendono ritirarsi dal lavoro prima di aver compiuto 62 anni di età. I lavoratori dovranno però aver maturato il necessario requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017 «includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni». La copertura delle maggiori spese pensionistiche viene assicurata da un aumento delle accise sui tabacchi che verrà stabilito dai Monopoli di Stato.
MANIFESTI ABUSIVI – Altra misura che è stata invece oggetto di un dietrofront (prima introdotta a larga maggioranza e poi espunta dopo il ritorno del testo in Commissione) è la sanatoria per l’affissione di manifesti politici abusivi. Accanto a questo ci sono altri temi, trattati negli ordini del giorno, che sono rimandati alla seconda lettura: dalla facoltà per gli insegnanti di andare in pensione con le vecchie regole fino a giungo di quest’anno, al differimento dei pagamenti telematici della pubblica amministrazione, agli indennizzi per le aziende in crisi. Sembra dunque certa una terza lettura a Montecitorio.