I tecnici al lavoro per il recupero del carburante dal relitto si sono dovuti fermare per via del maltempo. “E’ il mare che decide”, dice a SkyTG24 il responsabile Corrado Neri. Intanto proseguono le ricerche dei dispersi. L’intesa con le associazioni dei consumatori: 14mila euro a passeggero. Codacons: elemosina, avanti con la class action
GROSSETO – Si sono interrotte le operazioni preparatorie allo svuotamento del carburante dai serbatoi della Costa Concordia, che a questo punto potrebbero slittare a lunedì. I responsabili del’unità di crisi all’isola del Giglio hanno deciso di interrompere i lavori per via del mare mosso.
La nave pontone ‘Meloria’, impegnata nelle operazioni si è allontanata dalla Costa Concordia ha ha fatto rientro in porto per motivi di sicurezza. “Il mare è l’autorità massima, decide per noi se possiamo lavorare o no” ha detto ai microfoni di SkyTG24 Corrado Neri, titolare dell’azienda Tito Neri, che insieme agli olandesi della Smit Salvage conduce le operazioni di svuotamento. “Nel pomeriggio vedremo se il mare migliora e se riusciamo a recuperare il tempo perduto – continua Neri – per cominciare domenica le operazioni di svuotamento”. Nel frattempo i sub e i palombari continuano le ricerche nella nave, nella speranza di trovare i corpi dei dispersi.
RISARCIMENTO – Sei passeggeri della Concordia hanno presentato a Miami una richiesta di risarcimento per 460 milioni di dollari (350 milioni di euro) alla Carnival Corporation e alla Costa Crociera per l’angoscia provata durante il naufragio della nave all’isola del Giglio. L’avvocato Marc Bern ha riferito di aver presentato la richiesta nella città in cui ha la sede legale la Carnival a nome di due coppie americane e una italiana. Nella denuncia si accusano la Carnival e la Costa di «negligenza marittima» e di condotta negligente perché la Concordia aveva deviato dalla sua rotta e si era avvicinata troppo agli scogli.
L’ACCORDO – La notizia giunge mentre viene annunciato l’accordo tra la compagnia, assistita da Astoi Confindustria Viaggi, e la maggior parte delle associazioni dei consumatori, siglato venerdì a Roma: sarà di circa 14 mila euro, 11 di risarcimento danni più altri 3 mila a titolo di rimborso, l’indennizzo che Costa Crociere pagherà ai passeggeri della Concordia, fatta eccezione per le famiglie delle vittime e i feriti che avranno un trattamento diverso. L’accordo consente alle oltre tremila persone coinvolte nel naufragio dell’Isola del Giglio di ottenere il pagamento entro sette giorni. «Un’elemosina», protesta il Codacons, che insieme a Confconsumatori e Codici non ha sottoscritto l’intesa. L’accordo è stato raggiunto al termine di una trattativa fiume, durata oltre 16 ore. L’indennizzo di 11mila euro copre tutti i danni patrimoniali e non, inclusa la perdita del bagaglio e degli effetti personali, nonchè la vacanza rovinata e il disagio psicologico. Un importo forfettario «superiore ai limiti previsti dalle convenzioni internazionali – sottolinea una nota diffusa da Astoi – e dalle leggi vigenti», a cui bisogna aggiungere rimborsi per una media di circa tremila euro. Tra questi il prezzo della crociera, delle spese di viaggio per l’arrivo al porto di partenza e per il rientro a casa, un forfait per le spese sostenute a bordo e le eventuali spese mediche. «Un risultato di grandissimo prestigio, sia per i tempi, rapidissimi, in cui è stato ottenuto, sia perchè costituisce un’importante precedente per il futuro», commenta il Comitato Naufraghi della Concordia. Si stima che a sottoscrivere l’accordo sarà il 85% dei passeggeri, che riceveranno direttamente da Costa la proposta e la modulistica per l’accettazione. Per chi non accetterà, invece, resta la strada del tribunale, quella che intendono appunto percorrere Codacons, Confconsumatori e Codici. Che invitano a «non accettare l’accordo» e indicano la strada della class action negli Usa, «Paese dove la vita umana, in termini di risarcimento, ha un valore superiore rispetto alla giurisdizione italiana».
DALLA SICILIA – «Non accetteremo le proposte ridicole della Costa per i risarcimenti». A dirlo è Giuseppe Lanzafame, presidente del Comitato dei naufraghi siciliani della Concordia, che si dice «indignato, sia per l’offerta di 11 mila euro formulata da Costa, sia perchè 16 organizzazioni che dovrebbero tutelare i consumatori e sono finanziate con i contributi dello Stato, hanno accettato una offerta del genere». Lanzafame ancora vive il dramma della moglie e delle giovani figlie che sono miracolosamente scampate al naufragio della Costa Concordia e non dimentica la poca preparazione del personale di bordo e i ritardi della Costa nelle operazioni di salvataggio che avrebbero potuto procurare anche la morte della sua famiglia. «Come comitato naufraghi siciliani – aggiunge – facciamo presente che non c’è proporzione tra le sofferenze subite per la colpa e la leggerezza della Costa Crociera e la misera somma proposta. L’offerta è nata da una trattativa sbrigativa, quasi da mercato, e sembra fatta apposta per approfittare dei soggetti più deboli, quelli, cioè, che hanno perso tutto, soldi, vestiti, valigie ed anche la speranza di una bella vacanza. Con questa la proposta indecente, Costa sembra volerci dire che o vi prendete 11 mila euro oppure mi dovete fare causa e poi non c’è niente di sicuro. Ma la realtà è ben diversa: anche se si accetta l’offerta di Costa si può chiedere dopo lo stesso un ulteriore risarcimento se ci si dovesse ammalare successivamente o se i nostri figli non riusciranno a dormire la notte per lo choc subito».