RIFORMA DEL LAVORO. Il ministro: l’Art.18 non va applicato nelle crisi aziendali Bonanni: «Cautela». Camusso: «Problema è l’occupazione»
ROMA – Il governo incalza le parti sociali alla ripresa del tavolo per la riforma del mercato del Lavoro e mentre il ministro del Welfare Elsa Fornero ha chiarito che il governo procederà con o senza il consenso di imprese e sindacati, il titolare dello Sviluppo, Corrado Passera, ha ricordato che la flessibilità in uscita è un tema che va affrontato, tenuto conto che «l’obiettivo primario del governo è creare occupazione». L’ articolo 18 è tornato dunque in primo piano nel secondo round del confronto a Palazzo Chigi durato circa tre ore. Fornero avrebbe sostenuto la necessità di abolire la norma sul reintregro dei lavoratori nei casi di crisi aziendale, sostituendola con un’indennità. Dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia è arrivato il via libera. Da leader della Cisl Raffaele Bonanni che pure ha apprezzato la «svolta» del ministro sul contrasto a partite Iva e flessibilità «cattivo» è arrivato l’invito «al governo a essere più cauto sul’articolo 18». Anche da Susanna Camusso è arrivato l’apprezzamento per «l’intento del governo di raggiungere un accordo» ma sull’ Articolo 18 si è limitata a ricordare che «le posizioni sono note. Il problema è l’occupazione, non i licenziamenti»
L’intervento di Bonanni
L’intervento della Camusso
Angeletti:non parlare di competizione come categoria
FORNERO: AVANTI TUTTA – «Il dialogo è aperto, ma non possiamo permetterci di perdere il treno. Se andremo avanti insieme saremo contenti, in caso contrario il governo cercherà comunque di fare la riforma» ha detto Fronero aprendo il secondo round di incontri a Palazzo Chigi, un tavolo al quale non partecipa per ora il presidente Mario Monti ma è presente anche il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli. «Saremo giudicati dagli italiani », ha detto ancora Fornero ricordando che va data risposta «a coloro che hanno subito esclusioni e non hanno avuto prospettive appiattendosi su precarietà e basse aspirazioni».
LA FLESSIBILITA’ BUONA E QUELLA CATTIVA – «Vogliamo distinguere tra flessibilità buona e cattiva, in entrata e in uscita» ha affermato Fornero e «realizzare un’uniforme distribuzione delle tutele sia nei segmenti del lavoro sia nel ciclo di vita della persona». Due obiettivi che per Fornero vanno nella direzione di «rafforzare la posizione dei lavoratori»