Il premier su canale 5. E poi incita i giovani ad accettare le sfide della flessibilità. L’Idv: «Si scusi». Brunetta: «Un luogo comune ma coraggioso. Io sono stato crocifisso». Critiche da destra e da sinistra alle parole del premier sulla «monotonia» di uno stesso lavoro per tutta la vita
MILANO - «I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E’ bello cambiare e accettare delle sfide». Così il presidente del Consiglio, Mario Monti intervenendo a Matrix su Canale 5 sui temi del lavoro e dei giovani. «La riforma sulla quale il ministro Fornero e tutto il governo adesso è impegnato – ha spiegato- ha la finalità principale di ridurre il terribile apartheid che esiste nel mercato del lavoro tra chi per caso o per età è già dentro e chi giovane fa terribile fatica ad entrare o entra in condizioni precarie». E poi è tornato sull’articolo 18. «Non si può sintetizzare la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociale in si cambia l’articolo 18 o no. L’articolo 18 non è un tabù ma può essere pernicioso per lo sviluppo dell’Italia e per il lavoro dei giovani in alcuni contesti, può essere più accettabile in altri contesti».
PERIMETRO DEL GOVERNO – E poi ha indicato il perimetro di attività dell’esecutivo. «Questo governo ha compiti limitati e difficilissimi: rendere l’Italia migliore e più attraente a tutti -ha spiegato Monti- svolgiamo questi compiti osservando una distanza di rispetto dai partiti perchè ci sono temi importanti che non sono il cuore del mandato ricevuto». Quindi ha tenuto a precisare: «io ho opinioni personali ma non le considero parti della missione di governo. La cittadinanza, la bioetica, la legge elettorale, i regolamenti parlamentari, sono questioni che devono essere sciolte e dipanate dalle forze politiche». Monti ha concluso: «se, per soddisfare le coscienze dei membri del governo, entrassimo nell’agone del dibattito renderemmo più difficile l’appoggio di larga parte del Parlamento ai nostri sforzi».
FIDUCIOSO – Intervenendo precedentemente al Tg5 il presidente del consiglio Mario Monti si era detto fiducioso sul futuro del paese: l’Italia riuscirà a risanare i suoi debiti. E poi ha sottolineato come il vincolo del debito non sia «un vincolo preso due giorni fa, ma un anno fa. Certamente è severo ma non impossibile se saremo capaci – noi e tutti i governi che si susseguiranno – di tornare a far crescere di più l’Italia».
LO SPREAD – Intanto, nella giornata di mercoledì si è registrato un sensibile calo dello spread, arrivato sotto ai 400 punti base. E il premier non manca di sottolineare come «scenderà ancora», e inoltre come «sia sceso di 200 punti» dal suo insediamento a novembre. E ha poi aggiunto una spiegazione sul reale significato di questo parametro, «una variabile che ha polarizzato anche troppo l’attenzione», e che di sicuro c’è «ormai una tendenza decrescente».
APPOGGIO – Successi economici a parte, non mancano dei malumori da parte, in particolare, del Pdl. Monti però non drammatizza: «sono normali in una parte politica non più direttamente al governo, ma l’appoggio di Berlusconi è particolarmente significativo. So che non durerà per sempre, ed è legato a ciò che facciamo. Anzi, mi aspetto che ci dicano di andarcene il giorno dopo se faremo qualcosa di sbagliato. E noi ce ne andremmo sicuramente. Non so alla fine, nel marzo del 2013 o ad aprile, che ricordo porterò. Ma so che sarà una parentesi chiusa ed immagino che il ricordo sarà positivo solo se l’Italia sarà migliore di oggi. Ce la faremo».
PRIVATIZZAZIONI – A proposito delle tanto invocate privatizzazioni, il presidente del consiglio parla di «possibilità», e non di priorità, «anche perché in passato non sempre sono state fatte nel modo migliore. Occorreva prima dare prova che sappiamo fare, e accettare, una politica di vero contenimento del disavanzo, e dopo ci sarà spazio per un’operazione sul capitale. Il nostro sforzo, attraverso una maggiore concorrenza e merito, è quello di valorizzare di più il capitale umano».
EUROPA – L’ultimo pensiero va all’accordo europeo raggiunto martedì sul patto di stabilità: «Ora la crescita non sará più un omaggio verbale ma diventerá il cuore della politica europea dei prossimi mesi», ha concluso Monti, cui è però sfuggito un curioso lapsus, quando ha citato la «Banca centrale tedesca», salvo poi correggersi: «Volevo dire Banca centrale europea, un lapsus involontario…».
Il posto fisso per tutta la vita non ci sarà più e, in ogni caso, sarebbe monotono, per cui è anche bello cambiare e accettare nuove sfide. Le parole pronunciate da Mario Monti a Matrix non sono passate inosservate e subito si sono levate critiche da destra e da sinistra oltre che dai sindacati.
CAMUSSO – Vedo «persone che non possono annoiarsi perchè stanno disperatamente cercando un lavoro» tuona la leader della Cgil, Susanna Camusso, sottolineando la «disperazione di tante migliaia di persone». «Più che fare delle battute bisognerebbe indicare loro quale strada il Paese intende intraprendere» spiega ancora la Camusso.
MALUMORI A SINISTRA – Per quanto riguarda la politica in senso stretto dal fronte progressista i commenti arrivano accompagnati da qualche maggiore imbarazzo. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta che «il posto fisso diventa monotono quando uno ce l’ha quando e può guardarsi attorno. Quando uno non ce l’ha, il posto fisso è desiderabile». Il leader democratico poi chiarisce: «Ma il pensiero di Monti, che conosco, è un po’ più» articolato di quella battuta». Prima di lui dal Pd era intervenuto il vicepresidente dei senatori, Nicola Latorre, che aveva bollato la battuta del professore come «una delle peggiori performance televisive del presidente del Consiglio». Di più: «Teorizzare che la società non è dinamica perchè c’è l’articolo 18, perché c’è il posto fisso è una sciocchezza. Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, aveva liquidato l’intervento di Monti come «battuta infelice». Più duro il giudizio arrivato dall’Idv per bocca di el vicecapogruppo dei deputati Antonio Borghesi: «Sono parole inopportune e inappropriate, tipo quelle di Padoa Schioppa quando disse che le tasse sono bellissime. Monti ha sbagliato profondamente e dovrebbe chiedere scusa a tutti quegli italiani che in questo momento vivono un momento estremamente difficile».
L’AFFONDO DI STORACE – Francesco Storace, leader de La Destra, si affida all’ironia e ricorda che «Monti farà il senatore a vita e avrà il suo posto fisso, quindi dovrebbe fare molta attenzione quando usa le parole». «Mi indigno per la leggerezza con cui vengono dette certe cose – ha aggiunto intervenendo a Tgcom24 – davvero Monti pensa che si possa saltellare da un lavoro all’altro con tanta facilità come accade negli altri Paesi?».
«LUOGO COMUNE MA CORAGGIOSO» - «Ho una grande simpatia per il luogo comune di Monti perchè è coraggioso – commenta invece l’ex ministro Renato Brunetta, a sua volta finito spesso al centro delle polemiche per parole pronunciate in occasioni pubbliche – . Ho detto anch’io tanti luoghi comuni e sono stato crocifisso, insultato ma anche apprezzato, dai fannulloni ai panzoni e così via: ma questo Paese, la stampa soprattutto, ha dei tassi di ipocrisia spaventosi». E un altro ex ministro di Berlusconi, Giorgia Meloni, che si è occupata di Politiche giovanili: «Monti sa benissimo che i giovani non inseguono più da tempo la chimera del posto fisso. Ormai, loro malgrado, se ne sono fatta una ragione. Chi sembra invece non averlo capito sono le banche e gli istituti di credito che, senza busta paga e, appunto la garanzia di un lavoro a tempo indeterminato, non fanno nulla e non concedono mutui per l’acquisto della prima casa. Il nodo quindi non la mobilità, ma il precariato e l’instabilitá del posto di lavoro, che rendono la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze al primo impiego, figli di un dio minore dal punto di vista delle prospettive di vita».
«E’ UNA PROVOCAZIONE» – La frase di Monti, sostiene invece il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, «è fra virgolette provocatoria» e «mira ad aprire un grande dibattito su questo tema nel Paese». Chi «fa finta di non vedere i mutamenti in atto in tutte le società può scandalizzarsi. Ci sono sepolcri imbiancati che si scandalizzano, ma bisogna guardare alla sostanza», ha aggiunto ed ha osservato: ci sono «mutamenti a cui bisogna rispondere con leggi adeguate».