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Sulle autostrade le gallerie come rifugio. Trasporto ferroviario: «Convoglio siberiano e un pentolone di fagioli»

Incubo su strada. Bloccati nelle auto e sui treni per ore. Il racconto di un passeggero. Un’odissea di 30 ore sul Roma-Avezzano bloccato dalla neve

 

ROMA – Fiocchi magici: neutralizzano i pendolini di terza generazione e paralizzano intere tratte autostradali. Per garantire la viabilità scende in campo l’Esercito. Quattrocento uomini in tutto, pescati anche da Marina e Aeronautica, a guardia della viabilità del Centro Italia. Una novantina a Bologna, 50 a Chieti, 40 a Viterbo, 30 a Siena, 50 a Forlì, una decina tra Pesaro e Urbino, il resto tra l’Aquila, Caserta e Sora.

Misura decisa dai prefetti dopo le 24 ore infernale fra venerdì e sabato. E dopo la notte trascorsa in un tunnel da intere famiglie prigioniere della A24. Dove un distacco di neve all’uscita di una galleria al chilometro 64 li ha imprigionati fino al mattino. Chiuse per neve, ancora ieri sera, la A24, Roma-L’Aquila e la A 25, fra Torano e Pescara. Tagliati fuori anche i centocinquanta chilometri circa della tratta fra Tivoli (Roma) e Teramo. È un’altra nevicata italiana che imbianca il paesaggio e imprigiona chi viaggia, con code e disagi sparsi un po’ ovunque. Perfino in mare. È il caso dei passeggeri dei traghetti diretti ad Ancona da Patrasso e soccorsi dalla capitaneria di Porto, in attesa di venir sbarcati (nella mattinata di oggi). Intanto tra Bologna e Rioveggio, Valdichiana e Fabro (Umbria), Campegine e Reggio Emilia, i tir vengono dosati, facendoli uscire e rientrare a ritmo cadenzato.

Disagi anche sulle consolari, come via Cassia e via Aurelia, e sul Grande Raccordo Anulare, in direzione degli aeroporti, dove rallentamenti e code sembrano inevitabili.
Prigionieri sul vagone di un treno settecento passeggeri in viaggio tra Roma e Cassino. Nove ore fermi alla stazione di Zagarolo prima di essere rimorchiati e soccorsi da un locomotore.

Stop dei treni in Molise (fino a oggi), in tilt i collegamenti con l’Abruzzo, fermi per 24 ore i passeggeri tra Roma e Tivoli e altri fra Roma e Carsoli. Notte al gelo per i passeggeri di un treno partito da Napoli per Campobasso e gli altri, fra cui una donna disabile, in viaggio nel Casertano.
Non solo i vecchi convogli, la neve paralizza anche i gioielli della flotta Trenitalia. Un Eurostar, partito da Roma e diretto a Firenze, con il suo carico di 150 passeggeri, è rimasto bloccato per circa tre ore poco dopo Bologna. Un Frecciargento, diretto da Venezia a Roma è rimasto a Bologna per ore, per un guasto al pantigrafo.

In tilt, oltre ai binari, anche le comunicazioni: al numero verde per le informazioni il disco ripete che l’operatore «non è disponibile» e prega di richiamare. Non solo, ma mentre da Trenitalia parte l’annuncio rassicurante «non ci sono particolari criticità» il suo stesso sito (www.viaggiatreno.it) lo smentisce. Con un lungo elenco di treni soppressi in diverse stazioni del Centro.

ROMA – Per un trattamento da bestie ci voleva giusto un veterinario e Mario Mazzetti, sindaco piddì di Carsoli, che per mestiere cura gli animali, alla fine si può dire sia stato all’altezza. É toccato a lui, per 25 ore di fila, provare a fronteggiare l’emergenza dei 150 passeggeri del treno regionale 24038 Roma-Avezzano, partito venerdì alle 14.58 dalla stazione Tiburtina e drammaticamente arenatosi due ore più tardi sul binario triste e solitario di Carsoli, causa slavina caduta a Tagliacozzo, 24 chilometri più avanti. Da quel momento, è cominciato l’incubo per il signor Paolo Di Marco, 50 anni, militare di Villa San Sebastiano e altri 150 pendolari abruzzesi che già pregustavano una tranquilla serata al calduccio, mentre fuori infuriava la bufera. Niente da fare.

Il treno regionale lì s’è fermato e lì è rimasto fino alle 18 di ieri, quando deo gratia s una motrice arrivata da Sulmona è riuscita ad agganciarlo e a trainarlo verso la salvezza, si fa per dire. Un’odissea. «Abbiamo passato tutta la notte sul treno – ricorda il signor Di Marco -. E per fortuna funzionava il riscaldamento, perché la Protezione civile è arrivata solo verso mezzanotte e ci ha portato acqua e tè caldo. Poi al mattino quando ha cominciato a far freddo, poiché il treno aveva esaurito le batterie, dieci impavidi sono partiti a piedi per Tagliacozzo. A noialtri invece ci hanno ricoverato nelle scuole comunali, dove il sindaco ci ha fatto portare un piatto di minestra».

Era pasta e fagioli, un pentolone fumante offerto da Lanfranco Centofanti, amico del sindaco Mazzetti e chef del ristorante L’angolo d’Abruzzo, affacciato sulla stazione. «La sera prima non c’eravamo accorti di niente – rammenta dispiaciuto Centofanti -. Abbiamo chiuso presto il ristorante perché nevicava forte e tutti i clienti avevano già disdetto, pure Antonio Preziosi, il direttore Rai, che aveva prenotato un tavolo per una sua felice ricorrenza…».

Tutto chiuso a Carsoli, mentre stava per cominciare la notte più lunga, non solo per i viaggiatori del treno di seconda classe ma anche per un altro migliaio di persone, tra automobilisti e passeggeri di almeno dieci pullman rimasti intrappolati dalla chiusura improvvisa dell’A24 Roma-L’Aquila. Angelo Cavallucci, 34 anni, insegnante di lingue a Londra, era su uno di quei torpedoni: «Ero partito dall’aeroporto londinese di Stansted – racconta – dovevo atterrare venerdì a mezzogiorno a Pescara con Ryanair ma, per neve, sono finito alle 14 a Fiumicino.

Da lì ci hanno imbarcato sui pullman e siamo arrivati, dopo una coda dantesca sull’autostrada, a mezzanotte e mezza di venerdì a Carsoli, l’ultimo casello disponibile. Inutile dirvi che Ryanair ci ha completamente dimenticati. A Carsoli poi abbiamo passato la notte nella scuola, però senza cibo né coperte. L’autista del pullman nel frattempo era tornato indietro, abbandonandoci al nostro destino. Così il mattino dopo abbiamo preso tutti la decisione di salire anche noi sul treno per Avezzano». Proprio così. Alle 18 di ieri, quando è arrivata la motrice da Sulmona, il convoglio numero 24038 delle Ferrovie dello Stato si è mosso strapieno (quasi 300 persone a bordo) con prolungamento straordinario fino a Pescara. Ma dopo appena 7 chilometri ecco il colpo di scena. Il treno si è nuovamente fermato in località Sante Marie per un’avaria all’impianto elettrico. Altra terribile attesa: 40 minuti. Finché, miracolo, è ripartito e alle 19.58 è entrato in stazione ad Avezzano. Cioè: 29 ore dopo la partenza da Roma. Un ritardo pazzesco. La class action dei passeggeri, invece, s’annuncia puntuale.

Fabrizio Caccia

Ilaria Sacchettoni

Sulle autostrade le gallerie come rifugio. Trasporto ferroviario: «Convoglio siberiano e un pentolone di fagioli»ultima modifica: 2012-02-05T12:47:09+01:00da
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