Operazione di polizia. Tentati omicidi, rapine, risse: i giovanissimi sudamericani sono membri di diverse bande di strada in lotta tra loro
MILANO – Armati, organizzati in modo quasi militare, violenti. È questo il ritratto delle bande latine sgominate dagli agenti del Commissariato Mecenate di Milano. I nomi, Latin King Luzbel, New York, Neta, Trebol e Ms13, rievocano quelli dei gruppi che insanguinano il Sudamerica, ma loro lottano per spartirsi il capoluogo lombardo. Sono 25 i giovani fra i 16 e i 28 anni finiti in manette, tra loro due ragazze di cui una minorenne. Uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare manca all’appello. Tra le accuse alle bande, protagoniste di una vera faida, ci sono cinque tentativi di omicidio, in soli 5 mesi di indagine.
GLI EPISODI – Il primo episodio si riferisce a un’aggressione alla fermata della metropolitana Cimiano da un affiliato alla «pandilla» dei Neta contro il rivale dei Trebol. Pochi giorni dopo, il primo ottobre scorso, la vendetta scatta all’esterno della discoteca «Secreta» di via Boncompagni. È qui che gli agenti partono per ricostruire i legami e le lotte tra i gruppi che si «dividono» il territorio in modo quasi chirurgico: i Latin Kings la zona di Pagano e Precotto, i Neta ospiti fissi dei giardini di largo Marinai d’Italia, gli Ms13 stabili nell’area di Maciachini e i Trebol radicati tra Romolo e Corsico. Il 21 novembre scorso la rissa scatta in pieno centro, in via Torino, dove un appartenente alla Ms13 viene aggredito con una mannaia dai Neta. A Natale, invece, il capo dei Trebol viene aggredito a colpi di machete nella discoteca «The Loft». Se la caverà con 80 punti di sutura. Meno di una settimana fa, il 29 gennaio, alcuni affiliati alla Ms13 e alla banda New York aggrediscono nella stazione metropolitana Missori un rivale.
L’INCHIESTA – Le aggressioni sono «premeditate – spiega Paola Morsiani, dirigente del Commissariato Mecenate -. Questi gruppi hanno un’organizzazione quasi militare: scelgono la vittima, l’accerchiano e usano una forza sproporzionata rispetto all’obiettivo». Le indagini sono state coordinate dalle Procure presso il Tribunale e presso il Tribunale per i minorenni di Milano e hanno riguardato, oltre alla città, diverse zone della Lombardia.