SANREMO.Attacca stampa cattolica e Consulta, un sermone lungo un’ora. Il sistema di voto non funziona: dovranno riesibirsi tutti. La Cei risponde all’attacco del Molleggiato contro la stampa cattolica. Mazza:«Brutto invocare chiusura giornali»
SANREMO – È polemica per l’intervento del Molleggiato che ha attaccato Famiglia Cristiana e l’Avvenire e fortemente criticato la Consulta sul referendum sulla legge elettorale. Durissima la replica dei vescovi arrivata attraverso una nota del Sir, l’agenzia stampa della Cei. «I giudizi di Adriano Celentano su due testate cattoliche nazionali da lui accusate di ipocrisia, di parlare di politica e non di Dio, sono stati la prova di un vuoto che è anche dentro di lui». E ancora: «Vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono e vuoto di conoscenza del servizio che esse svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della società tutta». Amarezza dunque dei vescovi che si palesa con la «richiesta di scuse» al Molleggiato. A prendere le distanze dall’attacco di Celentano anche il direttore di Rai1 Mauro Mazza: «La chiusura di un qualsiasi giornale non si invoca mai: sono cose brutte e ad ascoltarle si avvertono i brividi lungo la schiena», ha detto Mauro Mazza. «Se fossimo di fronte a un filosofo contemporaneo, come Sgalambro o Cacciari – ha detto Mazza rispondendo alle domande di Vincenzo Mollica – potremmo discutere, contrastare. Ma la chiusura di un qualsiasi giornale non si invoca mai». «Celentano – ha sottolineato ancora il direttore di Rai1 – è un grande cantante, ma un pessimo telecomunicatore. Sappiamo però chi ci mettiamo in casa: se si prende Celentano, lo si prende con il fiocco, tutto compreso»
MORANDI BATTE SE STESSO – E mentre la polemica continua, arrivano i risultati dell’Auditel, con un Gianni Morandi batte se stesso. La prima serata del festival di Sanremo, segnata dalla lunga performance di Adriano Celentano, ha ottenuto nella prima parte 14 milioni 378 mila telespettatori pari al 48.51%% di share. Un risultato superiore all’esordio del festival 2011 (per la prima parte 14 milioni 175 mila con il 45.20%). Un dato che conferma le «profezie» della vigilia: «Sono convinto che faremo il record di ascolti. Andremo meglio dello scorso anno che è stato eccezionale», aveva detto in un’intervista radio il direttore di Rai1, Mauro Mazza.
I NUMERI – Nella seconda parte il debutto del festival ha avuto 8 milioni 451 mila spettatori e il 55.24% (lo scorso anno erano stati 9 milioni 471 mila con il 48.65%). La media ponderata della serata è pari a 12 milioni 762 mila spettatori con il 49.59% (11 milioni 992 mila con il 46.39% nel 2011). «È un dato d’ascolti molto importante, siamo a un soffio dal 50%, era dal 2005 con il primo Bonolis che non succedeva», ha detto al Tg1 Mauro Mazza. «L’effetto Celentano sugli ascolti non c’è stato – ha aggiunto – il picco si è avuto con l’ingresso di Papaleo in loden all’Ariston».
I RISULTATI PRECEDENTI – Nella scorsa edizione il risultato più alto fu quello della puntata finale, in corrispondenza della proclamazione del vincitore. La trasmissione raggiunse gli 11.633.000 di spettatori con uno share del 63.68%. Tra i risultati più deludenti degli ultimi anni non si può non ricordare quello del 2008, anno dell’ultimo festival targato Pippo Baudo, insieme Piero Chiambretti e alla coppia Bianca Guaccero e Andrea Osvart. L’asticella degli ascolti scese infatti al 25.84% nella prima parte della quarta serata, con poco meno di 7 milioni di telespettatori. Il risultato più basso mai registrato a partire dal 1987. E’ sempre di Pippo Baudo tuttavia il record positivo. Con lui e Carlo Massarini, al Palarock, il festival raggiunse nell’ultima serata il 77.50% di share, con 18,3 milioni di telespettatori.
SANREMO – Una caotica prima, altra definizione non c’è per questo esordio sanremese: tempi poco calibrati con un Celentano molto aggressivo che spara su stampa cattolica, Consulta, dg della Rai, Montezemolo ecc, ecc.. E si prende quasi un’ora su tre e mezza dello show (i cantanti poi non gradiranno). E il sistema di voto che non funziona, la giuria che torna alle antiche carta e penna, per sentirsi dire infine che il voto è invalidato: sonori fischi tra il pubblico e tutti gli artisti dovranno riesibirsi mercoledì. Ma la serata era iniziata «nel 2011».
REPLICHE DAL 2011 – Come se l’edizione del 2011 non fosse mai finita: in attesa di Belen e Canalis, chiamate all’ultimo momento a sostituire l’infortunata Ivana Mrazova, l’onore di aprire il Festival è toccato a Luca e Paolo, anch’essi mattatori dello scorso anno. Un monologo a due lungo almeno una ventina di minuti tra ironie sul cambio Berlusconi-Monti, («non si può più fare satira senza il Cavaliere») e sarcasmi sull’ospite più atteso della serata, Adriano Celentano, in arrivo alle 22. Intanto, immerso in uno scenario futuribile, con tanto di astronauti e lo Strauss di Odissea 2001, si è palesato, per ora solo, Gianni Morandi.
E MUSICA SIA – E, dopo tante chiacchiere e qualche polemica, mancati arrivi e ritorni previsti, si parte con la musica: apre la serie Dolcenera, capello corto, mise molto giovanilista, con un pezzo molto pop, «Ci vediamo a casa». Che conferma, fin da subito, che quest’anno, «amore-cuore» non va per la maggiore – nel testo si parla di “eredità culturale” e”dubbia moralità”. Già, metaforicamente e no, si disserta di calcio e non d’amor nel successivo brano in gara, «Il pallone» del romagnolo Samuele Bersani, sempre venato, marchio di fabbrica, di un tocco di surrealtà.
ECCO ROCCO – Iniziano i problemi tecnici con la giuria ( si è bloccato il sistema di votazione) e torna in scena il Gianni Nazionale. Una buona parola per la Rai e per la povera Ivanka infortunata e perciò, ancora orfano di spalle femminili, gli tocca presentare il suo “partner”, Rocco Papaleo. Che gioca a fare il Monti, con un cappottone stile Premier, «sarò un conduttore tecnico». I due scherzano, abbastanza disinvoltamente, Morandi conosce bene questo palcoscenico, Papaleo, sguardo un po’ allampanato, non è a disagio.
NOEMI & RENGA – Poi è il turno di una delle figlie più care dei talent-show, Noemi, già protagonista su X-Factor: invero cresciuta, capelli rosso fuoco molto anni’80, con un brano «Sono solo parole» che sembrerebbe fatta apposta per premiare la sua “nera” vocalità (ma pare riuscirvi solo fino a un certo punto). Morandi-Papaleo tornano e Rocco si toglie il cappottone montiano per rivelare il classico smoking formato Festival e introdurre Francesco Renga. Con un pezzo altrettanto “classico”, almeno per il cantante bresciano, tutto tonalità alte e più in linea con i festivalieri, amorevoli contenuti («La tua bellezza» ).
MA LE DONNE? – Ecco la prima outsider, almeno a queste latitudini, la jazzofila Chiara Civello, tanti anni negli States prima di tornare in patria. La canzone in realtà suona molto melodica e tradizionale: «Al posto del mondo». Finisce e Rocco “mette il dito nella piaga”, come gli dice Gianni: «Ma come mai ci sono solo uomini in questo festival?» esclama il comico: e in effetti, cosa mai vista da queste parti, in un’ora e mezza di festival non si è ancora vista una signorina, escluse le cantanti, sul palco dell’Ariston. Appunto le cantanti, segue Irene Fornaciari , la figlia di Zucchero, con un brano molto ritmato e un po’ enigmatico, come da titolo del resto: «Il mio grande mistero».
«BOMBARDARE» L’ARISTON – Morandi sta per presentare la settima canzone e il palco inizia a tremare: aerei in picchiata, bombe, mitragliatori, Apocalypse Now in Riviera, l’Ariston in (figurate) fiamme, ecco il lungo prologo che precede il momento più atteso del Festival: l’arrivo di Adriano Celentano. Che parte con l’ancor più lungo sermone (durerà quasi un’ora). Il primo attacco è per i preti: «Non parlano mai della cosa più importante: perché siamo nati? Perché non parlano del paradiso?». E alza il tiro: «Giornali come Famiglia Cristiana e Avvenire andrebbero chiusi, non parlano mai di Dio». E qui sa un po’ di vendetta (i giornali avevano criticato «la spettacolare cessione del compenso di Adriano ai bisognosi»). Il Molleggiato spende invece elogi per Don Gallo.
TRA MONTEZEMOLO E ELISABETTA- Poi una stoccata a Montezemolo e ai suoi treni veloci, ricordando i dipendenti della Wagon Lits, da mesi su una torre. «Devi farne uno lento per osservare le bellezze italiane». E irrompe, finalmente, una donna: Elisabetta Canalis che impersona il Paese, l’Italia, «La mia bellezza sta sfiorendo». Il Molleggiato sorride e finalmente canta: un soul-blues. all’antica. Per poi duettare con Papaleo sul significato di «popolo Sovrano», qualche ironia su Monti (“apparentemente indipendente”), mentre Rocco appella Adriano “Sua Immensità”.
UN PALCO AFFOLLATO – Sketch con Pupo su “altezze e e bassezze” e altro attacco, questa volta alla Consulta, cui si aggiunge anche Morandi, per la bocciatura del referendum sulla modifica della legge elettorale («Nel cestino 1,2 milioni di firme»). Con tanto di sarcasmi sul d.g. della Rai Lorenza Lei («Ho capito perché si chiama Lei, vuole mantenere le distanze»). Arriva pure Papaleo, il palco si fa affollato, il siparietto “anti-consulta e statura” si trascina un po’ a lungo. Finché Adriano non torna a fare il suo: un rock’n’roll maccheronicamente inglese alla «Prisencolin… »(sarebbe Bill Haley) , con gli altri tre che giocano a fare i Blues Brothers. E poi è «Prisencolin»… per davvero e ancora rock.
UN SERMONE LUNGO UN’ORA – Finché il sermone (siamo a oltre tre quarti d’ora, rigorosamente non interrotti da pubblicità, come da contratto) non riprende. Inviti alla fratellanza, richiami al Vangelo, appelli contro la pena di morte, un Adriano ecumenico. Discetta filosoficamente di vita e morte per sterzare improvvisamente con un attacco diretto ad Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere, che insulta. Poi l’ultimo brano (“Facciamo finta che sia vero» con apparizione di Battiato a distanza) e infine sipario: per un totale di un’ora abbondante, praticamente quasi metà del Festival finora. Da chiedersi se è il Sanremo dei cantanti o un evento privato di Celentano.
EMMA, VINCITRICE ANNUNCIATA? – Dopo le “bombe” del Molleggiato, cercano di riprendersi la scena gli artisti, anche se non è facile. Ed è l’ora di quella che per alcuni è la vincitrice annunciata, Emma. Con un brano molto “contemporaneo”, impregnato di crisi, diritti, figli che non escono di casa. Si, la ragazza potrebbe farcela. Seguono i piemontesi Marlene Kuntz che al Festival giocano la parte dei rockettari indipendenti, come fu per gli Afterhours o i Subsonica ancor prima. E svolgono diligentemente il loro compito.
FINALMENTE LE RAGAZZE – Dopo quasi tre ore di show, arrivano le ragazze, l’annunciato ritorno della coppia Canalis-Rodriguez. Le due cantano e Morandi anche: «Non son degno di voi». Si scherza sull’assenza della Mrazova. E il siparietto finisce lì , scorre in fretta, per lasciar spazio a Finardi, presentato in pompa magna dalle due signorine. Il vecchio cantautore presenta una canzone intimistica e raffinata su spiritualismi e silenzi: «E tu lo chiami Dio?». Poi c’è la strana coppia Gigi D’Alessio-Loredana Berté con «Respirare» : sembrano un po’ come l’olio e l’acqua, non è che si fondano proprio alla perfezione.
CARTA E PENNA – Belen è di nuovo in scena e di nuovo scherza con Morandi: «L’abito? L’ho rubato a Ivanka». E tocca alla soulsinger di casa nostra, la piacentina Nina Zilli con un brano molto retrò, molto sixties: «Per sempre». Nel frattempo è ufficiale che la giuria demoscopica, visto il malfunzionamento del sistema elettronico, ha adottato un sistema alternativo di voto: carta e penna. Pausa. Rientra Papaleo che si cimenta in un pezzo di teatr0-canzone piuttosto surreale, tra treni e nazionali di pallavolo. Si palesano fugacemente Belen e Elisabetta e si portano via il lucano.
IL RITORNO DI LUCIO – Morandi resta solo e annuncia il ritorno dopo quarant’anni del suo fraterno amico Lucio Dalla. Venuto a fare da padrino (direttore d’orchestra, nella fattispecie) al giovane Pierdavide Carone. Il decano contrappunta sul ragazzo, per un brano «Nanì» che sa molto, in ogni caso, di Lucio. Si ricompone il terzetto Canalis-Papaleo-Belen per annunciare Arisa: l’ex occhialuta abbandona i ghirigori swingheggianti del passato e vira verso un melodico sanremese doc con«La Notte». E si chiude con degli antichi frequentatori dell’Ariston, i Matia Bazar: nessuna sorpresa, anche qui un brano improntato alla tradizione.
NESSUN VINCITORE, NESSUN VINTO – Basta, esibizione finita, ma Morandi deve fare un annuncio: «Visto il malfunzionamento del sistema di voto, per stasera dobbiamo sospendere le eliminazioni, ripeteremo la gara domani». E il pubblico (i giurati, in particolare) non gradisce per nulla, nonostante le rassicurazioni di Morandi e Papaleo. Infine, tutti sul palcoscenico, le ragazze e i due conduttori, per una lunga serata, dove però i cantanti, a detta loro, sono sembrati un po’ cornice. Celentano si è “preso” il Festival.