Inaugurazione dell’anno giudiziario. L’evasione Iva al 36%: è tra le più alte in Europa. «Fenomeni illegali di dimensioni superiori a quanto viene alla luce»
ROMA – Illegalità, corruzione e malaffare sono «fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente alla luce». L’amara considerazione è del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
L’IVA – Ma la corruzione e il malaffare non sono l’unico problema. La fedeltà fiscale, ad esempio, è diminuita durante la crisi in tutta Europa, ma dal 2009 ha registrato un recupero, meno significativo in Italia. Sia in Italia che in Europa si registra «una caduta di compliance» e nel nostro paese l’evasione Iva al 36% risulta tra le più alte in Europa. Sottolinea la Corte dei Conti: «Analisi accurate condotte per la sola imposta sul valore aggiunto – spiega la Corte – evidenziano per l’Italia un tax gap superiore al 36%, che risulta di gran lunga il più elevato tra i grandi paesi europei, con l’eccezione della Spagna, per la quale lo stesso rapporto supera il 39%».
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ANNO CRISI – Il 2011 «sarà ricordato nella storia della finanza pubblica italiana per la severità della situazione economica e per l’affanno con il quale i governi hanno rincorso i rimedi necessari a fronteggiarla e ad arginare gli effetti più devastanti» ha sottolineato il presidente Giampaolino. «È sempre più necessaria la cultura della legalità, che va costruita e diffusa. Deve essere approvata e incoraggiata la tendenza, già avviata, di valorizzare il ruolo di primaria importanza dell’istituzione di controllo e di tutela della finanza pubblica» ha aggiunto il generale della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli.