Abbassate le quotazioni di Lombardia, Toscana, umbria, Veneto e del comune di Milano. Gli istituti di credito appartengono a 16 diverse nazioni e 24 sono quelli italiani. Giù anche i voti di molti enti locali. Il bollettino mensile della Banca centrale europea. Il freno rappresentato dalle tensioni nei mercati del debito sovrano. Il consiglio agli Stati dell’area Euro: «No a rigidità nel mercato lavoro e salari più flessibili»
MILANO – Ritorna la febbre dello spread dopo il declassamento del nostro Paese da parte di Moody’s nel giorno di San Valentino. Infatti nelle prime contrattazioni, il differenziale di rendimento tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti sale sopra 400 punti, a quota 404 punti. Il rendimento del decennale italiano si piazza al 5,87%. L’agenzia di rating Moody’s ha anche abbassato il rating o rivisto le prospettive (outlook) su 114 banche europee appartenenti a 16 Paesi diversi. Tra gli istituti colpiti 24 sono italiani. È stato inoltre tagliato il rating di Assicurazioni Generali e Unipol per la loro esposizione verso Paesi europei indeboliti dalla crisi dei debiti sovrani. Il giudizio sulla Insurance Financial Strength di Generali è stato abbassato da ‘Aa3’ ad ‘A1’ con outlook negativo e quello di Unipol da ‘A2’ ad ‘A3’ e rimane sotto osservazione per possibili nuovi tagli.
BORSE – Dopo queste notizia parte con il segno meno Piazza Affari nonostante la chiusura positiva di mercoledì. L’indice Ftse Mib, alla prima rilevazione, segna un -1,18% a quota 16.317, mentre l’Ftse Italia All-Share cede l’1,06% a 17.314 punti. In ribasso anche l’Ftse Star che lascia sul terreno lo 0,25% a quota 10.528 punti. Fra i titoli del listino milanese, Enel apre con un -2,7%, risentendo di un giudizio critico di Jp Morgan, mentre Fiat cede l’1,4%. Avvio negativo anche per le altre principali Borse europee, sulla scia della chiusura con il segno meno fatta segnare questa mattina da Tokyo con il Nikkei a -0,24%. Fra le piazze finanziarie, Parigi segna un -0,81%, Francoforte cede l’1,32% mentre Londra arretra dello 0,88%.
GLI ENTI LOCALI – Tornando a Moody’s, l’agenzia ha anche annunciato l’abbassamento del giudizio relativo a numerose collettività locali di vari Paesi d’Europa, primi fra tutti quelli ai quali aveva ridotto il “voto” tre giorni fa. Tra questi l’Italia, che oggi trascina con sè le Regioni Lombardia, Toscana, Umbria e Veneto, la Provincia e il Comune di Milano come pure quelli di Firenze, la provincia di Torino e la città di Venezia. La valutazione a lungo termine di Moody’s scende di un posto per Lombardia (A1), la città e la provincia di Milano (A2), la città di Firenze (BAA1), la provincia di Firenze e la regione Toscana (A3), la provincia di Torino (A2), l’Umbria (A3), il Veneto e la città di Venezia (A3). Nel contesto generale di revisione delle valutazioni sull’Italia, Moody’s ha poi limato il rating dell’Eni e delle Poste da A2 ad A3, mantenendo negative le prospettive, e ha rivisto da stabile a negativo l’outlook di Finmeccanica.
NELLE ALTRE NAZIONI – Tre giorni fa la società di analisi aveva abbassato il rating dell’Italia da A2 a A3, del Portogallo, a BA3 e della Spagna, scesa di due gradini a A3, rivedendo al ribasso anche le prospettive per Francia, Regno Unito e Austria. Sono stati ribassati anche i rating di varie regioni ed enti locali spagnoli, portoghesi e austriaci, nonchè quello di varie società francesi, tra cui quelle ferroviarie.
MILANO – L’area euro dovrebbe registrare una ripresa economica «molto graduale» nel corso dell’anno. È la previsione della Bce, contenuta nel bollettino mensile. «I tassi di interesse a breve termine molto contenuti e tutte le misure adottate per promuovere il buon funzionamento del settore finanziario dell’area euro sono di sostegno all’economia». Le aspettative di crescita del pil nell’area dell’euro sono state riviste significativamente al ribasso sia per il 2012 sia per il 2013. Secondo le stime del «Suvey of Professional Forecasters» pubblicate sul bollettino Bce, il pil dovrebbe registrare un calo dello 0,1% contro +0,8% stimato in precedenza. Dopo un quarto trimestre 2011 con una crescita del pil «molto debole», nel corso del 2012 si dovrebbe registrare «una ripresa economica molto graduale» nell’area dell’euro.
IL FRENO – «Tuttavia – avverte Francoforte la moderata espansione della domanda a livello mondiale, le perduranti tensioni nei mercati del debito sovrano dell’area dell’euro e il loro impatto sulle condizioni del credito, nonchè il processo di risanamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario continuano a frenare la dinamica di fondo di crescita dell’area». «Tale prospettiva è soggetta a rischi al ribasso – conclude il bollettino – Questi sono connessi in particolare alle tensioni nei mercati del debito dell’area dell’euro e alla loro potenziale propagazione all’economia reale dell’area; inoltre riguardano eventuali andamenti sfavorevoli dell’economia mondiale, rincari delle materie prime superiori alle ipotesi, spinte protezionistiche e una possibile correzione disordinata degli squilibri internazionali».
LA RICETTA – «Dovrebbero essere ridotte le rigidità del mercato del lavoro e dovrebbe essere accresciuta la flessibilità salariale». Sono tra le raccomandazioni della Bce che sottolinea anche che «occorre realizzare riforme ambiziose e di ampia portata a favore della concorrenza nel mercato dei beni e servizi».
IL CONSIGLIO – Poi l’invito ai governi di tutti i paesi dell’area dell’euro di continuare ad adoperarsi al massimo per assicurare la sostenibilità dei conti pubblici. «È fondamentale che tutti i paesi aderiscano agli obiettivi di bilancio annunciati per il 2012», indica la Bce. Ciò dovrebbe contribuire ad ancorare le aspettative su politiche di bilancio sane e a rafforzare la fiducia. A livello dell’Ue nonchè negli ordinamenti giuridici di diversi Stati membri è in atto un rafforzamento delle regole che disciplinano la formulazione e l’attuazione delle politiche nazionali di bilancio. Questi sono passi importanti nella giusta direzione.