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Stupro di gruppo: «Volevano uccidermi». È suo il sangue sulla camicia di uno dei militari

L’AQUILA. Parla la ragazza aggredita lo scorso sabato. Tracce biologiche sono state trovate su abiti, mano e bracciale di uno dei quattro indagati

L’AQUILA – «Ho capito che potevo morire. Quelli mi volevano uccidere». Ha detto così la ragazza di 21 anni oggetto di una brutale aggressione nei pressi di una discoteca, in provincia dell’Aquila, la notte tra sabato e domenica scorsi. La giovane, originaria di Tivoli, ha parlato con i suoi familiari, si è confidata. In queste ore sta cercando di ricostruire quanto accaduto.

 

PROVE – Nel frattempo prendono corpo gli interrogativi che gravano su uno dei sospetti dello stupro di gruppo avvenuto domenica scorsa a L’Aquila. Sono della giovane studentessa, sangue e tracce biologiche trovate su camicia, mano e braccialetto da polso del maggiore sospettato, il 21 enne militare originario della provincia di Avellino, di stanza al 33esimo reggimento artiglieria Acqui, iscritto sul registro degli indagati da giovedì. Emerge, si è appreso, dai primi risultati degli esami del Ris di Roma. Si aggrava quindi la posizione del giovane.

Redazione Online

Stupro di gruppo: «Volevano uccidermi». È suo il sangue sulla camicia di uno dei militariultima modifica: 2012-02-17T16:05:15+01:00da
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