Bufera dopo le dichiarazioni del presidente di confindustria. La leader degli industriali: no all’abolizione dell’art 18, ma invita i sindacati a non proteggere i «fannulloni». Il segretario del Pd: «In dubbio il nostro sì se non c’è accordo». Il ministro Fornero: «Intesa possibile»
MILANO – La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, parlando di articolo 18, ha invitato i sindacati a «non proteggere ladri e fannulloni». Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie il sindacato con in testa il leader della Cgil Camusso che parla di «affermazioni offensive». «Noi non vogliamo abolire l’articolo 18 – aveva detto Emma Marcegaglia – il reintegro deve rimanere per i casi discriminatori, ma vogliamo poter licenziare le persone che non fanno bene il loro mestiere». E poi rivolta ai sindacati: «Vorremmo avere un sindacato che non protegge assenteisti cronici, ladri e quelli che non fanno il loro lavoro».
CATTIVA FLESSIBILITÀ – La presidente di Confindustria ha sottolineato come anche gli industriali vogliono una revisione della «flessibilità cattiva» in ntrata, ossia «siamo consapevoli che ci sono stati degli abusi e questi vanno combattuti». Ma d’altra parte «vogliamo rivedere anche la flessibilità cattiva in uscita». A questo proposito, ha ricordato l’episodio che vide al centro di una contestazione il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «La persona che aveva tirato un candelotto a Bonanni era in malattia: il datore di lavoro – ha detto – lo licenziò, il giudice lo ha riassunto». Certo, una revisione dell’art.18 «sarà molto difficile ma noi non molliamo, andiamo avanti» pur volendo comunque lasciarlo per tutti quegli atti discriminatori ma «vogliamo poter licenziare quelli che non fanno il loro lavoro».
GOVERNO VADA AVANTI – Quindi l’invito al governo: «Credo che sia giusto che nel caso in cui non si arrivi ad un accordo il governo vada avanti e faccia la riforma che deve fare, stiamo lavorando con grande attenzione e senso di responsabilità». Ha comunque sottolineato che non bisogna toccare gli ammortizzatori sociali «per almeno due anni». «Adesso stiamo in un momento di crisi drammatica, di recessione anche se per il 2013 – ha affermato – si prevede una ripresa. Ma l’impatto delle ristrutturazioni e delle riconversioni industriali farà sentire i suoi effetti almeno per tutto il 2013». A fronte di questa situazione ha sottolineato come l’attuale sistema di ammortizzatori sociali «ha dimostrato di funzionare» ma gli industriali «non sono contrari a ragionare su una nuova architettura» degli ammortizzatori sociali.
SINDACATI INDISPETTTI – Risentita la reazione della Cgil. Laconico il commento del segretario della Cgil Susanna Camusso: «La trovo offensiva». Più articolato il ragionamento del segretario confederale Fulvio Fammoni che parla «di cose non vere che offendono e mettono in discussione il ruolo del sindacato confederale italiano. La presidente di Confindustria deve smentire queste affermazioni» Interviene anche la Cisl: «La Marcegaglia farebbe bene a precisare di quale sindacato parla» afferma il segretario generale Raffaele Bonanni. «Non so di quale sindacato parla la Marcegaglia la mia organizzazione si è sempre presa le proprie responsabilità di fronte alle scompostezze degli imprenditori e pure di alcune realtà sindacali». Mentre il segretario della Uil Luigi Angeletti ha tenuto a ribadire che la sua organizzazione «non protegge assenteisti cronici né ladri. Gli imprenditori possono dire altrettanto?».
MARCEGAGLIA PRECISA – Una selva di reazioni che ha indotto il leader della confindustria a precisare: «Nessuna mancanza di fiducia e rispetto nei sindacati confederali, con i quali abbiamo firmato l’importante accordo del 28 giugno sul lavoro e con i quali stiamo conducendo una trattativa seria e costruttiva.» Ma comunque ha tenuto a puntualizzare: «Va tuttavia rimarcato che a volte l’articolo 18 diventa un alibi dietro il quale si possono nascondere dipendenti infedeli, assenteisti cronici e fannulloni».
ROMA – Tirato per la giacca da destra e da sinistra. Così si sentirà il presidente del Consiglio Mario Monti in queste ore. Dice il segretario del Pd Bersani: «Non condivido la tesi di andare avanti anche senza accordo. Se non ci sarà accordo, il Pd valuterà in Parlamento quel che viene fuori sulla base delle nostre proposte». Dall’altra parte risponde Alfano: «Diremo a Monti di andare avanti senza timidezza sulle riforme». Il tema del confronto: la riforma del lavoro e quindi l’articolo 18.
BERSANI – Pier Luigi Bersani, al Tg3, spiega che il sì del Pd alla riforma del lavoro non sarà scontato in assenza di accordo con le parti sociali. «Se malauguratamente l’accordo non ci fosse, valuteremo sulla base delle nostre proposte. Vogliamo vedere quello che viene fuori». «Non condivido le parole di Monti», sull’andare avanti anche senza accordo, perché «oggi è importante tanto la riforma e l’innovazione quanto la coesione – sottolinea Bersani – oggi c’è bisogno di fare una scommessa assieme e il governo deve essere impegnato a trovare l’accordo, questo accordo ci vuole e il Pd ha la sua proposta che si occupa dei problemi veri, la precarietà, la riforma degli ammortizzatori». Ma «se malauguratamente non ci fosse l’accordo, noi valuteremo l’esito delle decisioni del governo». Quindi non è scontato il sì del Pd senza accordo? «No, vogliamo vedere cosa viene fuori», replica Bersani. Se Monti vuole le porte del Pd sono aperte. Non dice proprio così Pier Luigi Bersani ma il suo invito al premier e ai ministri del governo, fatto tramite il Tg3, è piuttosto esplicito. A chi gli chiede se il Pd stia con Monti o contro, Bersani risponde: «Monti non viene dopo i partiti, Monti viene dopo Berlusconi. Per averlo è stato necessario che andasse a casa Berlusconi e che arrivassimo noi a sostenere una fase d’emergenza e di transizione. Dopo di che – spiega il leader del Pd – la democrazia respira con due polmoni». Il riferimento è alle prossime elezioni. «Voglio predisporre il mio partito – dice Bersani- a un’alternativa non a Monti ma alla destra. Dopo di che Monti e i suoi ministri potranno decidere con che polmoni respirare».
ALFANO – Risponde il segretario del Pdl, Angelino Alfano, intervistato dal Tg5: «Se un partito ha deciso di appoggiare il governo, lo ha fatto perché sa che l’esecutivo non si farà condizionare. Diremo al governo di andare avanti sulla riforma del mercato del lavoro». Alla vigilia dell’incontro di martedì con il premier Mario Monti a cui parteciperà anche Silvio Berlusconi Alfano aggiunge: «Per prima cosa il governo trovi il sistema affinchè lo Stato possa pagare le piccole e medie imprese verso cui è debitore. In secondo ruolo, anche le banche devono fare la loro parte dando credito alle famiglie e alle imprese», aggiunge Alfano.
FORNERO – L’intesa è possibile, la riforma del lavoro si farà con l’accordo delle parti sociali. Malgrado la giornata convulsa caratterizzata dalle polemiche seguite alle parole di Emma Marcegaglia, Elsa Fornero manifesta ottimismo sul cammino della riforma del welfare. L’agenda degli incontri è tracciata: giovedì alle 18 ci sarà una nuova riunione con le parti (la quinta dall’inizio dell’apertura del dossier) che affronterà il tema dei contratti d’ingresso e degli ammortizzatori. Il tema della flessibilità in uscita sarà invece sul tavolo nell’incontro che si terrà il 1 marzo. La volontà del governo di procedere, ribadita dallo stesso Mario Monti, emerge dalle parole del ministro del Lavoro che al termine di una audizione in Commissione a Montecitorio ripete che «l’intesa è assolutamente possibile: stiamo lavorando con grande serietà e profondità su tutti gli argomenti. Non uno soltanto – aggiunge facendo riferimento all’articolo 18 – anche se a voi piace sempre solo quello». Nessun passo indietro nemmeno rispetto alla posizione espressa da parte del Pd, secondo cui una riforma senza il via libera dei sindacati avrebbe difficoltà a procedere in Parlamento: «Se dovessimo lavorare con i se…- dice Fornero – invece noi dobbiamo concentrarci sulle cose che sono possibili». Quindi nessun timore per le eventuali difficoltà in Parlamento? «Nessun timore», risponde la titolare del Lavoro. «Moltissimi cambiamenti e credo molto buoni – ha detto Fornero – si possono fare anche senza maggiore assorbimento di risorse. Le risorse purtroppo sono un vincolo serio».