DISASTRO COSTA CONCORDIA. I vigili del fuoco hanno individuato i cadaveri nella parte sommersa della nave. Due sono stati recuperati. L’allargamento dell’inchiesta ad altre possibili responsabilità. Sono in corso le notifiche: si tratterebbe di 4 ufficiali e tre dipendenti Costa
ISOLA DEL GIGLIO – I vigili del fuoco hanno individuato quattro corpi nella parte sommersa della nave Concordia naufragata davanti all’Isola del Giglio. Tre sono stati recuperati dal ponte 4 della Costa Concordia, sono quelli di un uomo, di una donna e della piccola Dayana Arlotti, 5 anni, di Rimini. La bambina si trovava in crociera con il padre, Williams Arlotti. Dal naufragio del 13 gennaio, mancavano all’appello 15 persone, ora i dispersi sono undici.
LA MAMMA PARTE PER IL GIGLIO – «Ho già sentito la mamma di Dayana e ci siamo limitati ad organizzare frettolosamente la partenza per l’isola del Giglio o per Grosseto. Andiamo immediatamente». Lo ha detto al Tgr Rai l’avvocato Davide Veschi, che assiste la mamma di Dayana, Susy Albertini. «Al telefono – ha aggiunto – ci siamo detti soltanto “Partiamo”, perchè c’è stato questo ritrovamento. Di altro non abbiamo parlato, è stata una telefonata velocissima».
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La piccola Dayana |
L’ULTIMO VIAGGIO COL PADRE – Quella crociera – a zonzo, spensierati, per il Mediterraneo – doveva essere un momento di gioia e ritrovata felicità. Il sapore dolce del premio alla fine dei mesi difficili della lunga convalescenza per un doppio trapianto. Doveva essere una festa per Williams Arlotti, riminese di 36 anni, e la sua piccola Dayana, appena cinque: una festa spezzata, tragicamente, dal naufragio della Costa Concordia nelle acque dell’Isola del Giglio. Padre e figlia si erano imbarcati venerdì 13 gennaio a Civitavecchia insieme alla compagna di Williams, Michela Maroncelli, 32enne di Villa Verucchio. L’unica dei tre riminesi a salvarsi e a fare ritorno a casa.
IL RACCONTO DI MICHELA – Tutti e tre, Williams e Dayana e Michela, spiegava nelle ore successive al naufragio la cugina dell’uomo Sabrina Ottaviani, «sono andati avanti e indietro. Erano dalla parte dove la gente si è salvata, poi li hanno fatti andare dall’altra, quella che poi ha iniziato a inclinarsi. Se ne sono accorti e sono tornati indietro: la bimba è scivolata, il babbo con lei». Un incubo, aggravato dalle condizioni di salute di Arlotti – «è diabetico», osservava Ottaviani, «tre-quattro anni fa ha subito un trapianto di due organi e deve prendere farmaci salvavita diverse volte al giorno, ogni tre ore» – e dalla mancanza di un giubbotto salvagente. In un primo momento, aggiungeva, «non avevano il salvagente, nessuno dei tre: dopo lo hanno chiesto a uno con la divisa della nave e gliene ha portati due. Allora se lo sono messi la compagna di mio cugino e la bimba».
LA MADRE DESCRIVE DAYANA – Al Giglio, dopo il naufragio la mamma di Dayana – Susy Albertini, ex moglie di Arlotti – fino all’ultimo ha cercato e sperato di riabbracciare la piccola («fatemi salire per ritrovare mia figlia. A me risponderà», aveva chiesto ai soccorritori appena arrivata davanti al relitto). «Continuate a cercare la mia bambina, non fermatevi; portatemela. È una bambina molto allegra, molto vivace e brava, una bambina stupenda e la voglio rivedere: giovedì mattina l’avevo accompagnata all’asilo, era allegra come sempre. Si era preparata la valigia da sola con i vestiti più belli da portare in vacanza. Chiedo a chiunque abbia visto qualcosa di parlare per darci una mano a ritrovarla». Un appello raccolto da una naufraga di Terni che aveva riferito di avere riconosciuto la piccola da una foto apparsa in televisione e di ricordarla senza salvagente e con un cappotto scuro da adulto addosso insieme ad una coppia spagnola. Spiraglio di speranza, richiuso in fretta, come si era richiuso in fretta lo spiraglio aperto dalla nonna materna che aveva scorto, in una trasmissione televisiva, una bimba, in un ospedale toscano, che le aveva ricordato la nipotina. Piccola, con i capelli a caschetto e gli occhi castani, e una vita spezzata, insieme al suo babbo, sulla nave dei sogni.
LA RICERCA DEI DISPERSI – Le attività di ricerca sono riprese in seguito ad uno screening fatto nei giorni scorsi attraverso le testimonianze dei sopravvissuti che avevano indicato i punti dove si sarebbero potuti trovare l’ultima volta che erano stati visti alcuni dei dispersi. Le operazioni di recupero saranno lunghe a cause delle difficili condizioni per operare. Martedì erano state sospese le attività di pompaggio del carburante dalla Costa Concordia: i venti forti e il mare mosso hanno infatti impedito ai tecnici della Smit neri di avviare la seconda fase dell’attività, lo svuotamento dei serbatoi a poppa della nave naufragata davanti al Giglio. Sono invece proseguiti i lavori da parte dei vigili del fuoco per allestire il cantiere che consentirà ai palombari di proseguire nelle ricerche dei dispersi in corrispondenza della parte sommersa del ponte quattro.
L’INCHIESTA SI ALLARGA – Dopo intense riunioni-fiume dei pm, tenutesi da venerdì scorso domenica esclusa, la procura di Grosseto ha raggiunto un nuovo chiarimento del quadro investigativo sul naufragio della nave Costa Concordia. Un chiarimento che porterà all’iscrizione di nuove persone nel registro degli indagati, oltre ai nomi già noti del comandante Francesco Schettino e del suo vice in plancia Ciro Ambrosio. Sono in corso le notifiche dei nuovi avvisi di garanzia.
GROSSETO – Dopo intense riunioni-fiume dei pm, tenutesi da venerdì scorso domenica esclusa, la procura di Grosseto ha raggiunto un nuovo chiarimento del quadro investigativo sul naufragio della nave Costa Concordia. Un chiarimento che porterà all’iscrizione di nuove persone nel registro degli indagati, oltre ai nomi già noti del comandante Francesco Schettino e del suo vice in plancia Ciro Ambrosio.
GLI AVVISI DI GARANZIA – Sono in corso le notifiche dei nuovi avvisi di garanzia: si tratterebbe di 4 ufficiali che erano in plancia la sera del naufragio e tre dipendenti Costa. Non si esclude che potrebbero essere contestati profili di reato diversi da quelli contestati finora a vario titolo, cioè l’omicidio plurimo colposo, il naufragio, l’abbandono dei passeggeri (per Schettino l’abbandono della nave).
L’INCIDENTE PROBATORIO – In ambienti giudiziari si evidenzia comunque che i nuovi indagati, partecipando all’incidente probatorio del prossimo 3 marzo, potranno esercitare i propri diritti di difesa, nominando consulenti di parte e contando in udienza sui propri avvocati difensori. L’allargamento dell’inchiesta ad altre possibili responsabilità del disastro del Giglio, è anche un modo per evitare che l’incidente probatorio debba ripetersi una seconda volta, pregiudicando i tempi del procedimento
Alessandra Bravi
Federica Sanna