LA PARTITISSIMA. Pari: apre Nocerino, pareggia Matri. Gol fantasma di Muntari e rete annullata per fuorigioco alla Juve
MILANO – Ah, la cabala. Prima o poi si interrompe. Per la terza volta nella sua carriera calcistica italiana Zlatan Ibrahimovic, a causa dei suoi vizi, non si presenta a una battaglia campale. Lo fece nel 2005 (in bianconero) prima di un Milan-Juve, l’ha fatto un anno fa prima del derby. Lo ha fatto in questo snodo scudetto. E per la terza volta i suoi orfani hanno giocato anche per lui, hanno disputato una grande partita, hanno schiantato gli avversari, ma questa volta non hanno vinto, come invece era accaduto in precedenza.
GOL FATTI E NON DATI – Al gol dell’ex Nocerino nel primo tempo (determinante la palla persa da Bonucci e la sua deviazione sul tiro del milanista) , risponde il decimo gol di Alessandro Matri, a sette minuti dalla fine su cross di Pepe. Madama salva la pelle e resta in corsa, a meno uno e con una partita da recuperare (il 7 marzo a Bologna). Il calcio è bello e spietato e al Milan rimane la grande prestazione con cui ha costretto la Juventus in un angolo, impedendo al tremendismo bianconero di innescarsi. Allegri dispone la sua squadra in modo impeccabile, stretta, corta, compatta, chiusa ma non catenacciara. Grande atletismo, pressing costante e raddoppio continuo sul portatore di palla. In pratica il Milan affossa la Juve proprio in quella che è la sua forza, cioè il controllo della palla, il torello orchestrato da Pirlo. La Juve non riesce, per la prima volta dall’inizio dell’anno sociale 2011-2012 a effettuare due passaggi di fila. Mai visti, in tutto il campionato così tanti, inutili cross.
MERITI MILAN, LOGORIO JUVE – I meriti del Milan si fondono con il logorio della Juve, che coglie il 24esimo risultato utile (11 pareggi, però: troppi), resta imbattuta ma si deve interrogare su questa gara in sofferenza. Conte, malgrado i cambi e la virata nel sistema di gioco (dal 3-5-2 iniziale al 4-3-3), non riesce mai a mettere in difficoltà il Milan. Solo nel finale, quando può succedere che la stanchezza si faccia sentire, Pepe riesce a farsi vivo sulla fascia e a crossare per Matri che segna il gol del pari (10 in campionato). Perché gli è stato preferito Borriello in avvio? Il centravanti ne segna anche uno buono in precedenza, ma Tagliavento e i suoi sodali glielo annullano. E qui siamo alle dolenti note. Se quello su Matri è un grave errore, enorme è l’annebbiamento in occasione del possibile raddoppio di Muntari che schiaccia, almeno un metro dentro la porta, un pallone respinto da Buffon a Mexes. ,In teoria sarebbe il secondo del ghanese in due partite con il Milan. (Bisognerebbe chiedersi anche del perché nell’Inter non trovasse posto e di come appena indossata la maglia rossonera sia subito schizzato verso il cielo come Superman, ma questa è un’altra storia). In teoria sarebbe stato il 2-0 e il Milan avrebbe sotterrato la Juve, ma nessuna delle giacchette azzurro-tenebra (ma proprio fitta) se ne accorge. Se ne parlerà a lungo. Già se ne parla. Sia da parte della Juventus che del Milan, per dieci giorni, si è discusso di scorie di Calciopoli, di complotti, di disegni più o meno oscuri. Insomma del solito, triste armamentario che zavorra il calcio italiano. E se la soluzione fosse molto più semplice? Parafrasando Giobbe, gli arbitri danno, gli arbitri tolgono, gli arbitri sbagliano, a volte di qua, a volte di là. E alla fine vince il migliore e i conti vanno pari. Amen.
Roberto Perrone