Informati Subito

La Santa Alleanza finisce qui. Juve furiosa per gli insulti e la tv

Dopo la partita di san siro Sempre più tesi i rapporti tra le due società. Il Milan rompe con la Juve «Hanno condizionato l’arbitro». La società rossonera si aspetta il deferimento di Buffon. Bianconeri arrabbiati per le aggressioni verbali e lo speciale di Milan Channel. Agnelli non ha gradito il trattamento e l’attacco frontale

MILANO – Il segreto di Pulcinella non è quello che Antonio Conte ci aveva raccontato nel convulso post-partita di Parma, e cioè che gli arbitri nei confronti della Juve sarebbero ancora condizionati dalle scorie di Calciopoli. E sabato sera, quando Muntari ha segnato un gol su cui il guardalinee preposto (Romagnoli) si è addormentato, se n’è avuta la puntuale conferma. Il vero segreto di Pulcinella è invece un altro: al contrario delle rassicuranti parole dei grandi capi arbitrali, i nostri fischietti sono tutt’altro che in crescita. Perché l’unica cosa che cresce sono gli errori dei suddetti. Conte a Parma si era lamentato di Mazzoleni, lo stesso arbitro che a Firenze aveva annullato un gol regolare di Seedorf e negato un evidente rigore su Pato. Quindi il buon Mazzoleni ha fatto della sua accertata mediocrità una sorta di inattaccabile par condicio. L’arbitro Tagliavento e la sua degna spalla Romagnoli sono invece riusciti a inquinare a tal punto Milan-Juve da provocare una rottura traumatica degli storici rapporti tra i due club.

«Sono tornati» è lo slogan con cui ieri Milan Channel ha aperto le danze e l’allusione, neppure troppo velata, è alla Juve uscita con le ossa rotte da Calciopoli. «La santa alleanza finisce qui. Ognuno per sé, Dio per tutti» è invece il commento che filtra dai vertici societari rossoneri. Dopo la velenosa serata di sabato a San Siro, la frattura tra Galliani e Agnelli sembra davvero insanabile «perché per la prima volta a Torino sono riusciti nell’impresa di far pensare quelli del Milan come quelli dell’Inter» sottolinea la stessa fonte, aggiungendo: «Quando si gioca con l’Inter si hanno vantaggi e svantaggi. Con loro (i bianconeri ndr ) invece questo è. Hanno un’arroganza che gli deriva dal potere che è spaventosa».

Se non interverranno auspicabili mutamenti di rotta su entrambi i versanti, lo scontro frontale tra i due colossi del calcio italiano rischia di essere soltanto alle battute preliminari. Il Milan ha infatti deciso di cambiare strategia: non più lamenti trattenuti, silenzi imposti a tutti i tesserati ma puntuali repliche a ogni eventuale esternazione juventina. Insomma, la minaccia è quella di una battaglia mediatica a tutto tondo e il rischio per gli addetti ai lavori è quello di un duro periodo di straordinari. Intanto il giorno dopo il putiferio di San Siro il bersaglio dei campioni d’Italia restano i bianconeri, non Tagliavento e occhio di lince Romagnoli: «Sono loro ad avere scientemente creato le premesse di ciò che è accaduto. Hanno diffuso comunicati, hanno chiesto parità di trattamento, hanno costretto un loro giocatore a invocare la prova tv contro Ibrahimovic, hanno perfino bacchettato il presidente federale. Così arbitro e guardalinee sono entrati in campo spaventati e condizionati».

Il nuovo ruolo di ex amici indurrà i rossoneri a fare le pulci a tutto quello che accadrà nel mondo Juve. Un esempio pratico? Dopo le sue parole, oggettivamente discutibili sotto il profilo del fair play («Non mi sono reso conto che la palla era entrata ma se me ne fossi accorto non avrei aiutato l’arbitro»), il club di Berlusconi si attende il deferimento di Gigi Buffon, giudicando incompatibili i suoi atteggiamenti con la fascia di capitano azzurro. «E questo è solo l’inizio…».

Il settimo giorno la Juventus si riposò. La polemica stanca ma soprattutto, per come è andata, la partita di San Siro è rimasta lì, a rovinare la settimana (questa) di tutti i milanisti, mentre da parte bianconera c’è stato più uno strascico tecnico-tattico, per quei 60 minuti ceduti al Milan, per l’evidente logorio di alcuni giocatori, per le prossime assenze per squalifica di Pepe e Vidal. Quindi? Una giornata di riposo per tutti. Ma non una giornata tranquilla. Perché Andrea Agnelli non ha somatizzato gli insulti subiti per novanta minuti in tribuna (d’onore?) a San Siro. Con Adriano Galliani, poi, prima che l’ad milanista andasse a strapazzare Conte giù di sotto, c’è stato uno scambio di inviti ad accomodarsi in quel posto dove non batte il sole.

Andrea Agnelli con Capello in tribuna a San Siro (Ansa)

Una serata tra gentiluomini, insomma. Ai tempi d’oro dell’amicizia-alleanza tra Adriano Galliani e Antonio Giraudo, la tribuna di San Siro (Milan padrone di casa) era una delle poche dove l’odiatissima Triade bianconera poteva sedere senza subire insulti a raffica – qualcuno, nel bailamme, se lo beccavano comunque – e, soprattutto, senza rischiare la collottola, come accadeva altrove (a Roma, una volta il questore in persona consigliò una ritirata strategica). Insomma, i dirigenti bianconeri godevano della protezione di Galliani che, anche in presenza di situazioni come quella di Muntari, mai avrebbe attaccato frontalmente Giraudo.

Questa volta non è andata così e il presidente della Juventus non ha gradito il trattamento riservato a lui e a Conte. Però quello che ha fatto infuriare la società, anche in questo giorno in cui la Juve sperava che a coltivare il senso della rabbia fossero gli altri, è stato lo speciale di Milan Channel dal titolo evocativo: «Sono tornati». Ogni riferimento alla Juventus pre 2006, accusata di ogni manifestazione del male nel calcio, non è per nulla casuale. E il fatto che il «channel» ufficiale rossonero abbia attaccato così frontalmente la società bianconera (sostenendo che tutto quello che è accaduto negli ultimi tempi, anche la «spiata» di Chiellini sia frutto di un «disegno»), ha ampliato il fossato tra la nuova Juve di Agnelli e il Milan di Galliani. A tal punto che sembra a rischio anche l’antica alleanza politica tra le due società, sopravvissuta alla tempesta intercettatoria che travolse la società di Moggi e Giraudo, proseguita con Cobolli e Blanc, continuata con l’arrivo di Andrea Agnelli in corso Galileo Ferraris.

Il grande Satana, per i bianconeri, in questi anni, era uno solo: l’Inter. Fino a una settimana fa. Ma ora c’è uno scudetto non preventivato in ballo e la Juventus ha troppa voglia di «mangiare l’erba», per fermarsi di fronte a un antico legame. Neanche nel 2004-2005, la stagione più incriminata nella storia del calcio, questo era venuto meno. Notarelle a margine: 1) non sono piaciuti neanche i giudizi su Buffon; 2) si contesta il concetto che sul 2-0 la partita sarebbe stata chiusa; 3) infine si invoca la prova tv anche per Muntari (scontro con Lichtsteiner). Una bella amicizia in archivio.

Roberto Perrone e Alberto Costa

La Santa Alleanza finisce qui. Juve furiosa per gli insulti e la tvultima modifica: 2012-02-27T16:32:42+01:00da
Reposta per primo quest’articolo