LA COMMOZIONE DEGLI AMICI E IL RICORDO DELLA «SUA» BOLOGNA. Il cantante era in Svizzera per una serie di concerti. Lo staff: «Non c’erano segnali, il malore dopo colazione». LA BIOGRAFIA. Gli esordi al clarinetto e l’amore per il jazz. Poi i capolavori assoluti e il finale in pop
MONTREUX (SVIZZERA) – È morto il cantante Lucio Dalla, colpito da un infarto durante il tour in Svizzera. L’artista è stato colpito da un attacco cardiaco a Montreux, dove si trovava per una serie di concerti che avrebbero dovuto toccare anche Basilea, Lugano e Ginevra.
IL MALORE – Secondo l’entourage del cantante, non c’erano segnali o avvisaglie. «Stava bene – ricorda al telefono l’assistente di Dalla -. Lui e Mondella (fondatore della Midas Promotion, che seguiva l’artista, ndr) si sono sentiti ieri sera dopo il concerto di Montreaux: era contento di come era andato. Stamattina si è svegliato, ha fatto colazione, un paio di telefonate», poi si è sentito male. «Il dolore è talmente grande – aggiunge l’assistente – che non credo ci sia niente che possiamo fare e organizzare», nell’immediato, per ricordare il cantante.
INCREDULITA’ – «Non è possibile, mi ha telefonato ieri sera, stava benissimo, ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso» reagisce attonito Roberto Serra, bolognese, amico storico di Lucio Dalla e fotoreporter di professione. Mentre si moltiplicano i messaggi di saluto e i ricordi sia tra i protagonisti del mondo dello spettacolo che della politica. Molti, su Twitter. Tra cui quello di Jovanotti: «Oh no, dai no… non ci posso credere, davvero non posso crederci». Grande commozione anche a Bologna, la città dove era nato e viveva ancora.
Il ricordo degli amici – Tanti i messaggi di cordoglio del mondo della musica, della cultura e anche della politica. Tra i primi a ricordarlo, su Twitter, il cantante Luca Carboni, che scrive: “Un lutto immenso, ciao fratello Lucio”. “Non posso crederci” il commento di Jovanotti.
“Questo è un momento tristissimo e non mi sento di parlare con nessuno” invece, riferisce l’ufficio stampa di Francesco De Gregori, per conto dell’artista, che non vuole rilasciare ulteriori dichiarazioni. “E’ uno dei dolori più grandi della mia vita” ha detto Pippo Baudo a SkyTG24.
Parole di grande stima arrivano da Renzo Arbore: “Era un musicista originale, di grande valore che ha inventato uno stile italiano e anche napoletano – ha detto all’Ansa – per lui succederà quello che è successo con Gaber e De Andrè: le sue opere migliori verranno studiate e apprezzate, si capisce che è nuova letteratura e poesia”.
“Non posso pensare che la notizia della scomparsa sia vera”, scrive invece su Facebook Laura Pausini, che ricorda: “Lucio è il primo artista italiano che mi vide cantare in un ristorante di Bologna quando avevo 8 anni e non posso dimenticare la sua carezza sui miei capelli e le sue belle parole di incoraggiamento”.
“Mi manca l’amico”, il commento di Gianni Morandi al Tg1. “Ci conoscevamo dal ’63 – ricorda Morandi – ed eravamo legati anche dal tifo per il Bologna oltre che dalla passione per la musica. Tanti anni di amicizia ci legano. Sentire che ci ha lasciato mi ha colpito, non riesco ancora a riprendermi. Mi manca l’amico”.
Parole di cordoglio anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che lo ricorda così: è stato “autore e voce forte e originale, che ha contribuito a rinnovare e a promuovere la canzone italiana nel mondo. E’ stato un artista amato da tanti italiani di diverse generazioni. E a me personalmente è caro il ricordo dei nostri incontri, e dell’ultimo, a Bologna, per un’iniziativa di beneficenza, ritrovando in ogni occasione la schiettezza e delicatezza del suo tratto umano”.
SUL PALCO DELL’ARISTON – L’ultima apparizione per il pubblico italiano è avvenuta poche settimane fa all’ultimo Festival di Sanremo, a cui Dalla ha partecipato con il brano Nanì insieme con il giovane cantante Pierdavide Carone.
BOLOGNA – Ora che se n’è andato ed è il momento di fare dei bilanci, è giusto dire che non c’è stato un solo Lucio Dalla, ma ce ne sono stati almeno tre. Il primo beat, scanzonato anche ingenuo protagonista della musica popolare italiana degli anni’60. Il secondo raffinato cantautore, capofila, con i De Gregori e i Venditti, di quella scuola che avrebbe dominato tutto il decennio successivo e anche dopo. E un terzo ultimo Lucio, non sempre convincente, meno attento al testo, però decano indiscusso di tutta la scena nazionale.
GLI ESORDI – Quando è nato Dalla lo sappiamo tutti, il 4 marzo del 1943, titolo che darà in seguito a una delle sue canzoni più celebri e riuscite. Bolognese purosangue e nipote d’arte, visto che lo zio Ariodante, cantante di ariette melodiche. Si appassiona poi al jazz, clarinettista d’eccezione, prima di entrare nei Flippers, i gruppi della prima stagione del poprock all’italiana. È Gino Paoli a convincerlo che da solo può fare ancor meglio: irsuto, buffo, istintivamente simpatico, quasi antidivo rispetto ai Morandi o anche im Celentano, Lucio diventa molto popolare nella seconda metà degli anni’70. Irrompe a Sanremo più volte, «Bisogna Saper Perdere» o «Il cielo» o appunto 4/3/43), ma anche sugli schermi, protagonista dei cosiddetti musicarelli.
CAPOLAVORI ASSOLUTI – Ma sarà nel decennio successivo che Dalla spiccherà decisamente il volo diventando uno dei protagonisti del nuovo cantautorato italiano: molla il nazionalpopolare e si inserisce nel clima mutato dell’Italia movimentata e politicizzata d’allora,. Prima insieme a Roversi, poeta colto e ambizioso, e poi di nuovo in solitudine. E qui firmerà assoluti capolavori entrati nel quotidiano di tutti gli italiani: l’ic0noclasta Disperato Erotico Stomp, il profetico Com’é profondo il mare, l’inno di ogni 1 gennaio, L’anno che verrà, «Milano», manifesto della città che inizia a bere. Straordinario e grandiosa la collaborazione con De Gregori con il celeberrimo tour (con disco) di Banana Republic del’79. Un periodo che simbolicamente si chiude con «Dallamericaruso», anno 1986.
BAROCCO E POP- La magniloquente e semilirica Caruso, dedicata al grande tenore, + un nuovo incredibile successo. Ma da questo momento in poi Lucio cambia strada: l’attenzione al testo è meno importante, si semplifica parecchio, gli arrangiamenti sono pop , barocchi, una nuova linea che in pratica non muterà fino alla fine. S’accompagna prima al conterraneo Morandi, poi ritornerà con l’amico De Gregori: nel frattempo tanti album, ma la sensazione che l’acuto sia rimasto bloccato. Fino all’ultimo periodo Lucio capace di essere estremamente critico nei confronti di un Paul McCartney («Sembrava di essere alla sagra di Ostia” ci disse). E Lucio che ritorna a Sanremo dall’amico Morandi quasi defilato, rispetto al giovane Pierpaolo Carone. Fino alla morte, quella che merita più rispetto, perché è sul lavoro.
AUTORE E INTERPRETE – Oltre ad essere autore e interprete Dalla è stato anche un talent scout. A Bologna ha sede la sua etichetta discografica Pressing, che ha lanciato gli Stadio, Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani e ha permesso la rinascita artistica di Gianni Morandi. E’ stato anche autore di colonne sonore e di programmi televisivi di successo. Nel 2010 la reunion con Francesco De Gregori in un nuovo tour, a trent’anni da “Banana Republic”. Nel 2011 l’album di successo “Questo è l’amore”.
Solo poche settimane fa infine la sua apparizione al Festival di Sanremo.