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«Buon compleanno, Lucio». In 70 mila per l’ultimo saluto

I funerali di Dalla. presenti Morandi, Ramazzotti, Jovanotti, Zero, Vanoni, Montezemolo. Padre Boschi: «Trasmetteva serenità e gioia, è questa la sua eredità». Alemanno: «Ora posso dirgli grazie»

BOLOGNA – «Buon compleanno». Padre Bernardo Boschi comincia così la sua omelia al funerale di Lucio Dalla, nella sua Bologna, in San Petronio. E parte un applauso. Come quello, lunghissimo, che poco prima aveva accolto il feretro nella basilica, dopo i rintocchi a lutto della campana dell’Arengo. Pienissima la basilica, di personaggi dello spettacolo e della politica ma anche di tanta gente comune, e strapiena anche piazza Maggiore, dove un maxischermo rimandava le immagini dall’interno della chiesa. La Protezione civile ha parlato di 70 mila persone.

«SI APRE IL SUO SECONDO TEMPO» – Il funerale del cantautore morto giovedì per un attacco cardiaco in Svizzera, dove si trovava per alcuni concerti, è stato celebrato da monsignor Gabriele Cavina, provicario generale dell’Arcidiocesi, con dom Ildefonso Chessa e padre Boschi, confessore di Dalla. Il «maestro» Dalla, come lo chiama monsignor Cavina, oggi avrebbe compiuto 69 anni. «Oggi, parafrasando una frase dello stesso Lucio Dalla, si apre il secondo tempo della sua vita»: monsignor Cavina, ha aperto così la celebrazione. «Anche la basilica di San Petronio oggi è troppo piccola per lui, – ha detto – domenica scorsa era qui per la messa, oggi siamo qui per lui».

L’OMELIA: «TRASMETTEVA SERENITA’ E GIOIA» – L’omelia è stata affidata a padre Boschi: «Lucio trasmetteva serenità e gioia, l’eredità che ci lascia è proprio questa, l’insostenibile leggerezza dell’essere. Ti abbraccio saremo sempre con te perché tu sarai in mezzo a noi». Poi un passaggio sull’amore di Dalla per la sua città: «Tutta Bologna ti vuole bene, tu hai amato tutti, questo popolo ti capisce, dalle autorità agli ultimi. Bologna ha perso un figlio vero. Lui rivestiva di Bologna quella sottile ironia, quella profondità, anche quella specie clownesca propria della sua creatività». Dalla era un uomo di fede, ha ricordato il suo confessore: «Lucio veniva da un colloquio con Dio incredibile, la sua fede passava attraverso l’uomo e rifletteva la sua umanità. Lucio con la parola e con la musica scolpiva nelle nostre anime, attingeva dalla profondità, con la sua sete di Dio e dell’assoluto».

L’ULTIMO SALUTO DI ALEMANNO – Quindi, in conclusione della funzione funebre, il messaggio del padre custode del convento di San Francesco di Assisi: «Ora starai volando tra i santi e gli angeli, e starai intonando il Cantico delle Creature. Grazie fratello Lucio». Poi il ricordo affidato all’amico più intimo, Marco Alemanno, che ha letto il testo di Le Rondini. E ha concluso, con la voce strozzata e tra un applauso fortissimo: «Oggi, insieme a voi, posso dirgli grazie». Alemanno ha ricordato quando per la prima volta, da bambino, ha sentito per la prima volta Le Rondini: «Chi poteva sapere che qualche tempo dopo avrei incontrato quel signore, che avrei potuto lavorarci insieme. Invece è successo e da qualche tempo ho l’onore e il privilegio di crescere al fianco di Lucio. Nonostante tutto il tempo che è passato, ascolto ancora quel brano e ancora mi commuovo. Oggi, insieme a voi, posso dirgli grazie».

IL MONDO DELLO SPETTACOLO E DELLA POLITICA – Dietro alla bara pochissimi intimi, tra cui Ron e Marco Alemanno. Nelle prime file, tra gli altri, ci sono Luciano Ligabue, Renzo Arbore, Renato Zero, Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, i Pooh al completo, Gaetano Curreri, Eros Ramazzotti, Jovanotti, Luca Carboni, Roberto Vecchioni, Samuele Bersani, Ornella Vanoni, Gianluca Grignani, Cesare Cremonini, Enrico Lo Verso, Alessandro Bergonzoni, Alessandro Haber, Amedeo Minghi, Nek, Daniele Silvestri, Fausto Leali, Andrea Mingardi. Tra i politici il presidente della Regione, Vasco Errani, il sindaco Virginio Merola, la presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, il leader Udc Pier Ferdinando Casini. Ci sono il presidente della Fondazione Carisbo, Fabio Roversi Monaco, il rettore Ivano Dionigi e il giornalista Marco Travaglio. È arrivato anche Luca Cordero di Montezemolo col figlio. Ancora più lunga la lista di gente comune. Non si è visto invece Francesco De Gregori, grande amico di Dalla, che già nei giorni scorsi aveva scelto un rigorso silenzio per vivere il dolore per la scomparsa del cantautore. Nemmeno Vasco è venuto in San Petronio: ha inviato una grande corona di girasoli.

L’USCITA DEL FERETRO VERSO IL CIMITERO – Verso le 16 l’uscita del feretro da San Petronio, in una piazza Maggiore pienissima e in lacrime, che ha applaudito ancora, a lungo. E migliaia di braccia si sono alzate con videofonini e macchine fotografiche per catturare l’ultima immagine di Lucio che lascia la sua piazza. Il carro funebre è partito per l’ultimo viaggio diretto verso il cimitero della Certosa, passando per i colli che Dalla amava tanto. Sul carro funebre è stata caricata anche una corona di fiori inviata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In Certosa, il cantautore è stato tumulato in una tomba a muro al piano superiore del campo 71, poco distante dal padre Giuseppe, morto quando lui aveva sette anni, e dalla madre Jole Melotti.

LA CAMERA ARDENTE – Si conclude così il lungo addio, durato quattro giorno, di Bologna al «suo» Lucio Dalla. Oltre 50 mila persone, tra sabato e domenica, hanno reso omaggio al feretro nella camera ardente allestita nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio. Una fila interminabile, che si è interrotta solo poche ore nella notte e che è proseguita domenica fino alle 13.30.

Redazione online

«Buon compleanno, Lucio». In 70 mila per l’ultimo salutoultima modifica: 2012-03-04T18:29:00+01:00da
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