Il giudice: «Per loro trattamento differenziato. Poi possibile diversa forma di custodia». Deciso il trasferimento die due militari in custodia giudiziaria nel carcere di Trivandrum con effetto immediato
KOLLAN (INDIA) – Finiranno in carcere i due militari italiani fermati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori. Il giudice indiano della corte di Kollam ha deciso infatti il trasferimento dei marò in custodia giudiziaria nella prigione di Trivandrum con effetto immediato.
Il giudice ha disposto che i due ricevano in carcere un trattamento differenziato, dato il loro status particolare. E ha lasciato alla polizia e alla direzione generale delle prigioni la libertà di disporre in seguito una diversa forma di custodia. I militari italiani rimarranno sotto custodia giudiziaria per altri 14 giorni. Finora erano stati trattenuti a Kochi in una guest house della polizia del Kerala.
“Prove incontrovertibili” contro gli italiani – Sembra dunque aggravarsi la situazione dei nostri connazionali, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fermati tra il 18 e il 19 febbraio dalle autorità di New Delhi. “Una questione ingarbugliata”, aveva detto il presidente Napolitano nei giorni scorsi.
I giornali indiani riportano le parole del Chief Minister del Kerala, Oommen Chandy, secondo il quale non verrà mostrata alcuna indulgenza nei confronti dei due militari italiani. Nei loro confronti “ci sono prove incontrovertibili”, sostiene.
Attesa per l’esito della perizia balistica – Intanto in India, su mandato del ministro degli Esteri, Giulio Terzi, si trova il sottosegretario Staffan De Mistura con lo scopo di dirimere l’affaire.
Nelle prossime ore, tra lunedì e martedì 6 marzo, dovrebbe anche concludersi la perizia balistica a cui assistono i due esperti del Ros, arrivati dall’Italia. Il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, si è detto soddisfatto della loro presenza, anche se solo come osservatori silenziosi: “Sono lì con la capacità di osservazione e la possibilità di verificare che tutto ciò che accade sia trasparente”, ha spiegato; e ha aggiunto che la magistratura indiana è “indipendente e onesta” e per questo si attende “un processo giusto”.
La rabbia dei parenti di Massimiliano Latorre – “Cosa proviamo in questo momento? Rabbia, amarezza, preoccupazione. La cosa certa è che l’Italia non fa una bella figura”, dice Christian D’Addario, nipote di Massimiliano Latorre, uno dei due fucilieri del reggimento San Marco per i quali è stata disposta la custodia in carcere.
Anche Giovanni Ancona, il cognato di Latorre, racconta il dolore che sta provando in queste ore la famiglia: “Questo non ce lo aspettavamo proprio. Cadiamo dalle nuvole. Ho parlato poco fa con mia sorella, è straziata da questa notizia. Anche lei è rimasta spiazzata”.
Redazione Online