Lo scandalo del calcio. I carabinieri mettono sotto torchio gli indagati. Domande sul ruolo di manager e giocatori di serie A
BARI – Linee telefoniche «intasate» e particolarmente calde nei giorni che precedevano le partite e un sospetto che fa tremare l’intero mondo del calcio italiano: nel giro di scommesse e partite combinate potrebbero essere coinvolti alcuni dirigenti delle società. Sono le due novità che emergono dall’inchiesta sul calcio scommesse coordinata dal pm della Procura di Bari, Ciro Angelillis, e condotta dai carabinieri.
GLI INTRECCI – L’ipotetico coinvolgimento dei quadri dei club si evince dagli approfondimenti che gli inquirenti stanno portando avanti: durante gli ultimi interrogatori effettuati in caserma, a Bari, gli investigatori hanno posto precise domande agli indagati. In particolare gli inquirenti avrebbero chiesto alle persone sottoposte ad interrogatorio se fossero mai entrate in contatto con dirigenti o comunque individui inseriti nei club o se fossero a conoscenza di episodi simili.
LA SITUAZIONE – Al momento, stando ad alcune indiscrezioni trapelate, gli inquirenti non avrebbero ottenuto informazioni utili che possano suffragare quello che, al momento, resta un sospetto. Se il presunto coinvolgimento delle società resta un grosso punto interrogativo, il ruolo dei giocatori invece oramai sembra un dato di fatto inconfutabile. I carabinieri, oltre alle testimonianze e agli accertamenti bancari, hanno in mano i tabulati telefonici dei giocatori indagati che confermerebbero i frequenti e assidui contatti tra i calciatori coinvolti e altri giocatori e scommettitori in tutta Italia.
GLI ACCERTAMENTI – L’attività degli inquirenti di Bari prosegue senza sosta. Domani, dopo 24 ore di stop e dopo aver sentito l’ausiliario Angelo Iacovelli e il calciatore del Bologna, Daniele Portanova, riprenderanno gli interrogatori: in mattinata si dovrà presentare in caserma uno dei tre ristoratori baresi indagati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, in concorso. Si tratta di Onofrio De Benedictis.
Vincenzo Damiani