VIOLENZA SENZA FINE IN SIRIA. Uccisi dai miliziani lealisti dopo i colpi di artiglieria
HOMS (SIRIA) – Sul web sono stati pubblicati alcuni video amatoriali in cui si mostrano le prime immagini dei corpi mutilati e senza vita di decine di bambini e donne, vittime secondo gli attivisti dei comitati di coordinamento locale di Homs, del massacro compiuto dalle milizie lealiste a Karm az Zeitun, quartiere a maggioranza sunnita della terza città siriana.
TAGLI ALLA GOLA – In uno dei filmati un attivista, identificato con lo pseudonimo di Omar al Homsi, mostra i corpi di donne e bambini. Molte salme presentano i crani spaccati. Altri hanno ancora gli occhi aperti, oppure un’occhio solo, mentre dall’altro è fuoriuscita materia celebrale. Dei corpi presentano segni di bruciature estese, altri hanno tagli alla gola o fori di pallottole in fronte. Secondo il racconto dell’attivista, le vittime sono state uccise dalle milizie lealiste che sono penetrate nei quartieri di Karm az Zeitun e Adawiy alla ricerca dei superstiti di intensi attacchi di artiglieria. I corpi mostrati apparterrebbero ad almeno 51 civili, tra donne e bambini
SEQUESTRO – Sempre nella notte, nel nord della Siria, le brigate dell’esercito siriano, fedeli al presidente Bashar al-Assad, hanno sequestrato 35 persone, tutti civili, nei dintorni di Idlib. Secondo quanto ha riferito Abu al-Bará, rappresentante dei Comitati rivoluzionari della città siriana, tra le persone rapite ci sono anche donne e bambini. «I militari – ha affermato in collegamento con la tv satellitare ‘al-Arabiya – minacciano di ucciderli se i soldati disertori, passati con l’Esercito libero siriano, non si consegneranno nelle loro mani». L’oppositore sostiene inoltre che «le truppe del regime siriano hanno inviato ulteriori rinforzi a Idlib». Dopo la presa di Homs l’esercito siriano sta preparando una violenta offensiva contro la città settentrionale, dove sono presenti i gruppi ribelli. E nel frattempo centinaia di famiglie avrebbero abbandonato Homs, per timore di nuove violenze: lo hanno reso noto fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani.