Adescava minorenni tra gli 11 e i 15 anni sul web, spacciandosi per un 16enne. Ha chiesto di essere trasferito a Bollate per essere seguito da uno psicologo: «Sono malato, aiutatemi».
MILANO – «Sono disposto anche a sottopormi a castrazione chimica». Lo ha messo a verbale Gianluca Mascherpa, l’allenatore di pallavolo – formalmente in pensione perché invalido civile – arrestato il 9 marzo con l’accusa di induzione a esibizioni pornografiche di minorenni, violenza sessuale e corruzione di minorenni. Comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Donatella Banci Buonamici per l’interrogatorio di garanzia, il 49enne diplomato all’Isef ha ammesso tutte le accuse contestate dal pubblico ministero Giovanni Polizzi.
LA CONFESSIONE – Ha ammesso – c’erano peraltro tutte le prove informatiche – che adescava minorenni tra gli 11 e i 15 anni sul web, spacciandosi per un 16enne, tale «Simone», con tanto di foto finta su diversi social network. Quindi le induceva a spogliarsi e a masturbarsi davanti a lui, oppure si filmava in diretta mentre lo faceva lui stesso, inquadrando solo le parti intime per non rivelare la propria età. È stato incastrato dalle intercettazioni telefoniche, perché aveva l’abitudine di controllare i suoi contatti sui sociale network con lo smartphone. E risponde dunque di induzione a esibizioni pornografiche di minorenne, diversi episodi di violenza sessuale commessi online, corruzione di minorenne e violazione di una misura accessoria, vale a dire il divieto di frequentare minorenni.
I PRECEDENTI – Già condannato due volte per episodi simili di pedofilia, tra cui un abuso gravissimo a Massa Carrara – aveva violentato ragazzine italiane con la connivenza dei loro genitori, che gli avevano «venduto» le figlie per una somma di denaro e assistevano agli incontri – l’allenatore, detenuto a San Vittore e difeso dall’avvocato Andrea Marini, ha spiegato di essere in cura da un professore e psicologo che lavora presso il carcere di Bollate (Milano) e quindi ha chiesto di essere trasferito in questo penitenziario, poiché ha detto di essere «malato». Ha precisato comunque di aver «sempre rifiutato incontri di persona» con le ragazze conosciute tramite i social network, ma «purtroppo – ha aggiunto a verbale – nel virtuale scatta in me un meccanismo di eccitazione». Ovviamente la richiesta di castrazione chimica non potrà in alcun modo essere presa in considerazione dal gip, il quale però dovrà decidere se trasferirlo o meno a Bollate.