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Fornero-sindacati: «Chiuderemo entro il 23». E la Cisl apre: «L’articolo 18 va ristrutturato»

Riforma del lavoro: Ammortizzatori sociali e articolo 18 i nodi ancora da sciogliere. Il ministro: «Ammortizzatori, ci sono le risorse per una buona riforma». Marcegaglia: «Paccate di soldi? Paccate e basta»

ROMA – È in corso un incontro fra il ministro del Lavoro, Elsa Fornero e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Presente anche il leader dell’Ugl, Giovanni Centrella. Al centro dei colloqui il tema dell’articolo 18. Si parla però anche di ammortizzatori sociali. Le prime indiscrezioni sull’incontro trapelano da Mauro Bussoni di Rete Imprese Italia, che ha incontrato il ministro in una pausa del vertice con i leader sindacali. «In queste condizioni non firmeremo, ma si è aperto uno spiraglio, speriamo di incunearci in questo spiraglio. La situazione è molto complicata» ha detto Bussoni. Nella riforma proposta dal governo «c’è un gravame sul costo del lavoro per noi insostenibile. Con questa riforma chi paga sono le Pmi. Abbiamo chiesto interventi compensativi». Rete Imprese riferisce che la riforma «costerebbe alle imprese con meno di 15 dipendenti 1.2 miliardi all’anno». Le pmi sono anche contrarie ad aumentare il costo dei contratti a tempi determinato.

«PACCATE E BASTA» – Avanti con la riforma, con pragmatismo e concretezza, esorta invece Emma Marcegaglia. Per il presidente di Confindustria la riforma del lavoro «è un’occasione unica per cambiare a 360 gradi, con una flessibilità non solo in uscita» e per «ridurre i dualismi e avere più flessibilità». Marcegaglia ha commentato con sarcasmo le parole del ministro del lavoro che aveva ammonito: il governo «non darà una paccata di miliardi» per finanziare gli ammortizzatori nel caso in cui il sindacato dovesse dire no alla riforma. «Paccate di soldi? Non mi pare, da quello che ho visto ci danno una paccata e basta», ha detto la leader degli industriali. Che poi ha fato retromarcia: «Conoscendo il ministro Fornero, credo che ieri abbia fatto semplicemente una battuta che poi è diventata il titolo dei giornali e anche la mia di oggi è una battuta».
Marcegaglia ha ricordato come occorrano «strumenti per gestire» nei prossimi anni molte «ristrutturazioni industriali». Il leader della Cisl, Raffale Bonanni, ha invece ribadito che gli abusi vanno comunque combattuti e ha raccontato come «io stesso all’inizio della mia carriera lavorativa fui licenziato ingiustamente perché ero sindacalista e fui poi reintegrato proprio grazie all’articolo 18».

NIENTE TENSIONI – «In un momento così difficile del Paese non bisogna alimentare tensioni», ha poi aggiunto, rispondendo a una domanda sulla posizione della Cgil sulla riforma del mercato del lavoro. «Credo che dobbiamo fare una buona riforma del mercato del lavoro, ed una buona riforma riguarda anche l’articolo 18. Stiamo lavorando tutti in base a quello che ci ha chiesto la Banca centrale Europea». E ha aggiunto: che la flessibilità in uscita, quindi il nodo dell’articolo 18, è una delle «tre gambe» di una riforma che dovrà essere complessiva e includere contratti, ammortizzatori e flessibilità in uscita.

LE RISORSE – Obiettivo dell’incontro di oggi, ridurre la distanza tra governo e sindacati sulla riforma del mercato del lavoro. Due i principali nodi da sciogliere. Da un lato, i licenziamenti con i relativi temi del reintegro o del pagamento alternativo di un’indennità (l’articolo 18, appunto). Dall’altro, gli ammortizzatori sociali (la proposta dell’esecutivo prevede l’esclusione della mobilità dalla Cig). Quanto agli ammortizzatori sociali, in un’intervista registrata a «Radio Anch’io», il ministro ha detto che «ci sono abbastanza risorse per fare una buona riforma». Elsa Fornero ha spiegato che «c’è l’impegno del ministro ad avere le risorse e, voglio ribadirlo a chiare lettere, non verranno da ulteriore riduzione della spesa assistenziale. Ci sono altri capitoli di spesa che possono essere ridotti e capitoli di entrata che possono essere adattati». Secondo il ministro bisogna «intervenire sulle tipologie dei contratti, magari non con l’accetta, ma rendendo più severi i controlli sugli abusi e incoraggiando forme più virtuose. Abbiamo in mente anche un contratto che dovrà dominare gli altri: prevede l’entrata nel mercato del lavoro con l’apprendistato e una stabilizzazione, che però non sarà per obbligo. Si prevede poi una relativa, maggiore facilità di uscita».

VERSO LA CRESCITA – «Facciamo la riforma sicuramente sapendo che dobbiamo gestire anni di crisi ma la facciamo pensando anche al dopo crisi e pensando a mettere i prerequisiti affinchè l’Italia si avvii alla crescita», ha spiegato il ministro Fornero.

DISOCCUPAZIONE – Sulla futura indennità di disoccupazione, Fornero ha evidenziato che «oggi abbiamo un mercato che ha un discreto sistema di protezione per un ristretto numero di persone. Noi vogliamo dare un qualcosa che abbiamo chiamato assicurazione sociale per l’impiego per le persone che avevano un lavoro e l’hanno perso e perchè possano traghettarsi verso un nuovo lavoro. Questo nuovo indennizzo per l’impeigo non è mai inferiore a quello che è oggi l’assegno per mobilità». Sui 1.100 euro previsti, il ministro ha precisato che si tratta di «un tetto che sale con l’inflazione e non si riduce quando i prezzi salgono. Ma ciò che è importante capire, e che dovrà cambiare i comportamenti, è che le persone in questa situazione siano aiutate non solo dal punto di vista monetario ma anche a cercarsi un nuovo posto».

UNO CHOC – L’obiettivo di chiudere la riforma il 23 marzo potrà essere raggiunto, ha ribadito il ministro: «Penso di sì. Capisco anche che i cambiamenti che proponiamo non sono piccoli. Posso anche capire che la reazione delle parti sociali sia stata inizialmente un po’ uno choc ma credo sia uno choc positivo, è questo che dobbiamo far capire al paese», ha dichiarato.

«RISULTATI PER LA COMPETITIVITÀ» – Dalla riforma del lavoro «speriamo di portare a breve un contributo importante alla competitività del nostro sistema». Lo dice il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, parlando al convegno organizzato da Unicredit.

Redazione online

Fornero-sindacati: «Chiuderemo entro il 23». E la Cisl apre: «L’articolo 18 va ristrutturato»ultima modifica: 2012-03-14T16:37:32+01:00da
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