Bari, Il pacco per Natale identico a quello per il senatore Tedesco. Regali e «aiuto» a Emiliano dall’ex esponente del Pd pugliese arrestato
«Ma quale sistema di potere? Non c’è mai stato», protesta lui, a bordo del volo che lo sta riportando in città, mentre stringe mani e sorride ai diversi, benevoli, «Buonasera sindaco, arrabbiato?». «No, sono proprio inc…». Perché? «Perché da quanto ne ho capito è una vicenda di collaudi. Vedremo se sono stati compiuti male. Se sono girate mazzette. Ma per l’effetto giroscopico ci finisco in mezzo io». Giroscopico? «Sì, sono fatti avvenuti in una serie di anni, ma messi tutti insieme, e in un momento come questo, è un massacro. Ma sono fatti vecchi, avvenuti ancora prima che De Gennaro scendesse in politica, lui si è candidato nel 2010. Nel Pd non l’ho portato io. E non c’entro niente con i fatti di cronaca giudiziaria che avvengono in questi giorni in altre città. Io non ho preso soldi».
Infatti non ve ne è traccia in quelle carte che descrivono, «una sorta di mercimonio della funzione pubblica negli uffici strategici per le opere pubbliche dell’amministrazione di Bari in cui le attività e gli atti che si formano sono funzionali agli interessi del gruppo Degennaro». E denunciano il «totale asservimento di diversi pubblici ufficiali» infedeli che, secondo i magistrati, traevano utilità come viaggi gratis, ristrutturazioni e appartamenti a prezzi stracciati.
Si citano invece i colloqui dei Degennaro che vantano l’amicizia con il sindaco. E presunti favori concessi. L’assunzione di una persona che «doveva essere presa per forza». E, annota la Guardia di Finanza, «al di là dei pacchi natalizi e delle valutazioni politiche che, alla pari dei suoi consiglieri, il sindaco faceva con Vito Degennaro, degna di annotazione è la sottolineatura che l’imprenditore dava alla circostanza riferita dal figlio Simone che aveva incontrato il fratello del sindaco». In una conversazione precedente, Vito Degennaro aveva detto al figlio Simone: «Sa che lo aiutiamo al padre. O no? (si corregge, ndr ) eh… al fratello?». Facendo intuire che abbiano dato una mano ad Alessandro Emiliano, imprenditore di piccole cucine.
Al termine di vari episodi citati, però, nella stessa ordinanza si legge: «Quale tipo di aiuto forniscano o abbiano fornito al sindaco i Degennaro non è dato saperlo». Anche se da un’affermazione di Gerardo Degennaro, «il politico della famiglia», per i magistrati «potrebbe far pensare a un aiuto di tipo elettorale. Del resto lo stesso sindaco ha pubblicamente dichiarato che i De Gennaro sono imprenditori “vicini” alla sua amministrazione». Tanto da regalargli champagne, ostriche e «quelle cose là, quelle proibite» – come raccomanda Degennaro al pescivendolo, per telefono, con Emiliano lì presente – come annota la Finanza? Il sindaco minimizza: «Non sapevo neanche chi me le avesse mandate».
Nelle carte c’è anche la testimonianza «dell’attivismo politico» dei Degennaro con esponenti della Margherita locale. «In tutte le conversazioni intercettate emergeva la sudditanza dei rappresentanti politici che seguivano le disposizione impartite dall’imprenditore che mirava a piazzare i suoi amici nei posti di comando degli enti locali». Nelle telefonate si parla anche di politici nazionali e vengono citati, nei loro ragionamenti, Francesco Boccia, Enrico Letta, Paola Binetti e Luca Cordero di Montezemolo.