TRATTATIVA SUL MERCATO DEL LAVORO. Il ministro Fornero annuncia che comunque verrà presentata una proposta in Parlamento: «Non si può discutere all’infinito»
ROMA – Il governo intende andare avanti sulla riforma del mercato del lavoro anche senza un accordo con le parti sociali. Lo ha detto chiaramente il ministro Elsa Fornero intervenendo al programma di Fazio Che tempo che fa. «Presenteremo lo stesso al Parlamento la riforma del lavoro – ha detto il ministro- sono positiva sul lavoro che stiamo facendo le piccole imprese si lamentano, Confindustria si lamenta, il sindacato variamente si lamenta. Questo dimostra che stiamo lavorando nell’interesse del Paese». Quindi il messaggio che non lascia spazio ad equivoci: «Credo che oggi siamo abbastanza maturi sui contenuti, ma abbiamo un tempo limitato, affrontiamo i problemi con grande serietà. Non possiamo andare avanti a discutere all’infinito».
NESSUN PASSO INDIETRO – Precedentemente il ministro aveva spiegato che il governo sta «lavorando intensamente con grandissimo impegno». E si era detta fiduciosa: «Se uno non fosse fiducioso non lavorerebbe più». Sempre da Fazio il ministro ha parlato di un suo eventuale «passo indietro». «Non è all’ordine del giorno». E poi ha tenuto a precisare: «non sono il ministro dell’articolo 18 e non ho nessun interesse a fare la riforma solo sull’articolo 18».
MONTI FIDUCIOSO – Fiducioso si è detto anche il premier. «L’incontro di martedì credo e spero che avrà successo» ha detto a margine della visita a Torino alla mostra «Fare gli italiani». «Se le posizioni non fossero ancora abbastanza distanti – ha premesso – vorrebbe dire che la riunione conclusiva avrebbe già avuto luogo con successo, invece deve ancora avere luogo». «Mi rendo conto – ha poi aggiunto poi – che è’ un tema molto difficile per tutti, ma tutte le attività condotte in questi quattro mesi lo sono state. Abbiamo chiesto a ogni italiano di saper guardare al di fuori e al di là dei suoi legittimi interessi individuali e di categoria per cercare di mettere insieme uno sforzo che consenta all’Italia di ricominciare a crescere e a creare vera occupazione per l’interesse di tutti e soprattutto dei giovani».
BACCHETTATE ANCHE PER FIAT – Sempre il ministro Fornero è intervenuta anche sulla Fiat. «Non è libera di fare quello che vuole -ha detto- non ha la licenza di fare o di disfare. Se il presidente e l’amministratore delegato di Fiat mi dicono che vogliono rispettare il piano industriale e continuare a fare investimenti in Italia, io non ho titolo per dire che non gli credo. Io gli devo credere».
SINDACATI IN ORDINE SPARSO – In vista dell’incontro di martedì il fronte sindacale non si presenta unito, almeno su alcuni temi ancora aperti nella trattativa. Uniti per esempio sugli ammortizzatori ma divisi sull’art.18. Gli incontri, le riunioni ufficiali e informali non hanno al momento portato a risultati condivisi anzi per il segretario Cisl Bonanni «c’è qualcuno che rema contro». La frenata del mondo sindacale alla proposta governativa nasconde semmai posizioni diverse su alcuni dei temi caldi, a cominciare dall’articolo 18 che rischiano di indebolire la forza contrattuale di Cgil, Cisl e Uil al tavolo. Per quanto riguarda l’articolo 18, la mediazione a cui il Governo sta lavorando prevede di lasciare per i licenziamenti disciplinari la scelta al giudice tra reintegro e risarcimento economico mentre per i motivi economici resterebbe solo l’indennizzo. Un soluzione «indigeribile» per la Cgil pronta ad accettare al massimo interventi sui tempi dei processi mentre Cisl è favorevole ad affidare al giudice l’ultima decisione. Su posizioni più vicine alle Cgil si è espressa la Uil «per nulla disposta a modificare l’art. 18 per quanto riguarda gli aspetti disciplinari» ma al massimo su quelli economici.