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Governo-parti sociali, il nodo dell’articolo 18 Bersani: «Tocca a Monti colmare le distanze»

Martedì mattina l’incontro informale con i leader dei confederali, fornero e monti. Il Quirinale: «Prevalga l’interesse generale. Il 2012 sarà difficile». La Cgil: «L’esecutivo vuole soltanto ottenere i licenziamenti facili»

ROMA – Prosegue a ritmo serrato il confronto sulla riforma del mercato del lavoro. Dopo il vertice tenuto nella notte con il ministro Elsa Fornero, un nuovo incontro informale tra il governo e le parti sociali si è svolto in mattinata a palazzo Chigi in vista del tavolo convocato per le 15,30 e poi posticipato alle 16. «Siamo più vicini all’accordo – ha detto al termine del mini-summit il presidente di turno di Rete Imprese Italia, Marco Venturi -. Sono stati fatti passi in avanti, penso che se smusseremo le altre questioni si arriverà all’intesa». E il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, ha esortato l’esecutivo a fare di più: «Spero che si trovi un punto di sintesi e credo che il governo abbia tutti gli elementi per capire le distanze da colmare e trovare possibili punti di caduta». «Il messaggio utile per l’Italia e per il mondo – ha aggiunto – è che l’Italia sta affrontando le riforme e, come nei momenti più difficili, riesce a costruire una coesione sociale che metta il Paese sulla strada della fiducia».

LA GIORNATA DI LUNEDÌ – Nella notte il ministro Fornero ha incontrato i «numeri uno» della Cgil, Susanna Camusso, della Cisl, Raffaele Bonanni, della Uil, Luigi Angeletti e dell’Ugl, Giovanni Centrella. Il confronto è durato oltre tre ore ed è servito ad una messa a punto del confronto sulla riforma del mercato del lavoro approfondendo in particolare il tema degli ammortizzatori sociali e quello dell’ordinamento dei contratti. Non sarebbe invece stato approfondito il tema della flessibilità in uscita con il nodo dell’articolo 18.

«MANOMISSIONE DELL’ART. 18» – Nodo che però preoccupa non poco il sindacato che fa capo a Camusso: «Nonostante gli sforzi unitari per costruire una mediazione con il governo, l’esecutivo ha solo manifestato l’intenzione di manomissione dell’articolo 18 – emerge dalla riunione della segreteria della Cgil a poco più di un’ora dal nuovo round a Palazzo Chigi – È più che fondato il timore che in realtà l’obiettivo del governo non sia un accordo positivo per il lavoro ma i licenziamenti facili». La segreteria del sindacato è riunita da prima di pranzo nella sede della Cgil in Corso d’Italia. Susanna Camusso l’ha riunita subito dopo l’incontro di questa mattina nella sede del governo e in vista del nuovo appuntamento.

LE CRITICHE DI CONFINDUSTRIA – Anche il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli, ha riferito che non ci sono state «risposte positive», aggiungendo che l’esecutivo sta ancora «riflettendo» su alcuni punti. «Non abbiamo avuto un pezzo di carta che ci dice quando entrerà a regime e con quale gradualità. Questo non lo sappiamo», ha spiegato Galli a proposito del nuovo sistema degli ammortizzatori sociali.

IL QUIRINALE E L’AUSTERITÀ – Un’indicazione forte è arrivata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che esorta le parti sociali affinchè «mostrino di intendere che è il momento di far prevalere l’interesse generale su qualsiasi interesse e calcolo particolare». Intervenendo poi a margine dell’incontro con il presidente di Malta, Napolitano è tornato ad affrontare i temi dell’economia parlando del rigore dei conti, dello sviluppo e delle politiche conseguenti: «Sappiamo che il 2012 è e sarà un anno difficile per alcune economie – ha detto -. Dunque bisogna proseguire con le misure di austerità. Non si può tornare indietro dal sentiero virtuoso e responsabile che è stato intrapreso». «Per questo – ha aggiunto – dobbiamo preoccuparci di predisporre misure per la crescita e l’occupazione, soprattutto per i giovani».

IL NODO DELL’ARTICOLO 18 – Per quanto riguarda l’articolo 18, anche se i sindacati preferiscono puntare l’attenzione sull’intera partita – contratti e ammortizzatori sociali compresi -, a dividere è l’intenzione di toccare i licenziamenti disciplinari, anche prevedendo la possibilità che sia il giudice a decidere tra reintegro o indennizzo. Bonanni propone che, in questo caso, si alzi «l’asticella» dell’indennizzo e si specifichino le causali nel contratto di lavoro. Una soluzione «ragionevole» che potrebbe «fermare» il governo, comunque intenzionato ad intervenire sulla materia, sostiene. Ma la Cgil non la ritiene accettabile e ribadisce di essere disposta al massimo a mediare sulla possibilità che nei soli licenziamenti economici si lasci al giudice il potere discrezionale. La Uil, disponibile a intervenire sui licenziamenti economici, ha detto che i licenziamenti disciplinari non si toccano, mentre ha sempre sostenuto la necessità di specificare le causali.

Redazione Online

Governo-parti sociali, il nodo dell’articolo 18 Bersani: «Tocca a Monti colmare le distanze»ultima modifica: 2012-03-20T17:14:13+01:00da
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