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Provincia, truffa da 20 milioni su fatture. Arrestato il presidente regionale Confapi

UN’ALTRA INCHIESTA A BARI SUGLI APPALTI. Ai domiciliari i fratelli Antro, appalti per le strade. Erasmo è il numero due della Camera di Commercio. Sequestrate 62 case: da Cortina d’Ampezzo a Olbia

Erasmo Antro

BARI – La Procura di Bari, su ordine del gip del Tribunale, ha arrestato e posto ai domiciliari gli imprenditori e fratelli Alviero ed Erasmo Antro (quest’ultimo è presidente regionale della Confapi Puglia, vice presidente della Camera di commercio di Bari e componente del consiglio d’amministrazione della Fondazione Petruzzelli) in qualità di amministratori del consorzio Sigi che si occupava (oggi in liquidazione) di manutenzione stradale per conto della Provincia. I due sono accusati di truffa aggravata e continuata perpetrata ai danni della Provincia di Bari e di sei istituti bancari, falsità materiale e ideologica. Oltre 20 milioni di euro in poco più di tre anni (ottobre 2008 – marzo 2011): a tanto ammonta la truffa perpetrata dai due noti imprenditori baresi che sono a capo di un gruppo industriale specializzato nella costruzione e manutenzione stradale, nonché nella costruzione di segnaletica e cartellonistica stradale.

LA VICENDA – Nel febbraio del 2007 Erasmo e Alviero Antro, alla guida del Consorzio si sono aggiudicati l’appalto dei lavori per la manutenzione della rete stradale di competenza della Provincia di Bari per un importo di oltre tre milioni di euro l’anno. In virtù di questa commessa i fratelli Antro – che vantano nel proprio settore una notevole notorietà – sarebbero riusciti a organizzare e attuare una truffa milionaria all’ente pubblico e alle banche che ha pochi precedenti nel Barese. Un’attività scoperta grazie alla denuncia del dirigente del servizio viabilità e trasporti della Provincia di Bari che nel settembre dello scorso anno decise di rivolgersi alla Procura per evidenziare una serie di irregolarità nella gestione dell’appalto. Accuse che tre mesi dopo, nel dicembre del 2011, sono state ribadite e circostanziate anche dal Presidente della Provincia, Francesco Schittulli.

IL MECCANISMO – Nell’ottobre del 2008 il Consorzio ha cominciato a emettere fatture alla Provincia di Bari, per importi considerevoli e su prestazioni inesistenti, che poi venivano o scontate o servivano per ottenere anticipazioni bancarie. In un caso anche un finanziamento di due milioni e mezzo. Oltre la fatturazione falsa i due fratelli avrebbero presentato agli istituti bancari registri di contabilità e certificati di pagamento riportanti il logo contraffatto della «Provincia di Bari» dai quali risultavano i loro crediti. I valori riportati – secondo gli inquirenti – erano evidentemente falsi o negli importi o perché riferibili a lavori mai svolti.

LA SEGNALAZIONE – Nel gennaio del 2011, secondo quanto accertato dagli investigatori, il sofisticato sistema truffaldino comincia a scricchiolare: alcuni istituti bancari cominciano a rivolgersi alla Provincia di bari per chiedere la liquidazione di alcune fatture emesse dal Consorzio Sigi e da loro scontate. Un normale sollecito che le banche rivolgevano all’ente pubblico pensando che si trattasse del solito ritardo nei pagamenti che, in questo periodo, non riguarda solo la Provincia di Bari. La doccia fredda è stato scoprire che, invece, quei documenti contabili erano falsi e che la Provincia, dopo gli accertamenti interni, non solo non intendeva pagarli, ma intendeva rivolgersi alla magistratura. Cosa che hanno fatto anche alcuni istituti di credito ottenendo dai Tribunali di Bari e Milano ingiunzioni di pagamento per i quali, per altro, la Provincia risponde in solido con i fratelli Antro. L’indagine, delegata dall’autorità giudiziaria al Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, si concentra per individuare l’eventuale l’esistenza di altre responsabilità interne alla Provincia di Bari. Gli inquirenti tendono ad escludere, infatti, che i fratelli Antro possano aver agito completamente soli. Infine, la quantificazione delle somme indebitamente percepite dal Consorzio ha determinato, ai fini dell’eventuale successiva confisca per equivalente prevista dalla legge, il sequestro preventivo di beni immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie riconducibili agli arrestati e alle loro famiglie per un valore complessivo di 20 milioni.

LE PROPRIETA’ «BLOCCATE» – In particolare dettaglio, sono stati sequestrati: 62 immobili, la maggior parte a Bari, ma anche a Roma e in rinomate località turistiche (Cortina d’Ampezzo, Olbia, Vietri sul Mare, Rosa Marina); quote di partecipazione in sette società (operanti nel settore della costruzione di infrastrutture stradali, intermediazione immobiliare e gestione di bar); disponibilità finanziarie presenti su 220 conti correnti oltre a depositi c/titoli e/o obbligazioni; 50 certificati di depositi; fondi di gestione collettiva del risparmio e cassette di sicurezza.

Redazione online

Provincia, truffa da 20 milioni su fatture. Arrestato il presidente regionale Confapiultima modifica: 2012-03-27T17:22:17+02:00da
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