L’attentato. In fiamme un impianto elettrico tra Rogoredo e Lambrate, trovata una bottiglia di benzina
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Tecnici al lavoro dopo l’incendio doloso di una centralina elettrica delle Fs tra Rogoredo e Lambrate. Sul posto trovate scritte riconducibili all’area No Tav (Ansa) |
MILANO – Un incendio doloso è stato appiccato, nella notte tra domenica e lunedì, a una centralina elettrica che serve da meccanismo di sicurezza per la circolazione ferroviaria nel nodo di Milano, tra le stazioni di Rogoredo e Lambrate. Su una seconda centralina, accanto a quella incendiata, è stata trovata una scritta «No Tav»; vicino, una bottiglia vuota che aveva contenuto benzina. Altre due bottigliette incendiarie, che però non hanno preso fuoco, sono state trovate nelle vicinanze. Per la Digos, i messaggi rivelano una matrice anarco-insurrezionalista: oltre alla sigla «No Tav» è stata vergata anche la frase «Sole e Baleno vivono», un chiaro rimando a due «bandiere» della lotta estrema. Alla stazione Rogoredo, il 9 marzo scorso, una trentina di militanti No Tav aveva bloccato due degli otto binari, causando ritardi nella circolazione.
LE REAZIONI – «È un atto molto grave dal punto di vista politico e dal punto di vista del danno. Politicamente segnala una volontà di aggravare le tensioni da parte dei No-tav e degli anarco-insurrezionalisti e quindi una propensione ad un’ulteriore violenza che non va per nulla sottovalutata». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Il sindaco Pisapia ha condannato il gesto: «La situazione deve essere costantemente monitorata e tenuta sotto controllo. Non è accettabile nessun tipo di violenza e i responsabili devono essere individuati e puniti».
NO TAV – Il movimento No Tav ha diffuso un comunicato per dire che «queste azioni non rientrano nella nostra metodologia di lotta, che sono metodologie di lotta popolare fatte alla luce del sole. Qualunque provocatore può scrivere No Tav dove gli passa per la testa, ma questo non coinvolge il movimento».
I SINDACATI – «Il sindacato dei trasporti della Lombardia esprime ferma condanna nei confronti degli atti di sabotaggio che si sono verificati nelle stazioni ferroviarie di Rogoredo e Lambrate. La conferma della matrice terroristica degli attentati desta grande preoccupazione ma anche forte determinazione a respingere, assieme ai lavoratori, ogni violenza e intimidazione»: è quanto scrivono in una nota Filt Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti Milano e Lombardia.
LA SCRITTA – A scoprire l’attentato è stata una pattuglia della Polfer che stava perlustrando il cavalcavia Bucari, da cui si vede la parte di massicciata ferroviaria, tra le stazioni di Lambrate e Rogoredo, sui cui si è verificato l’incendio. In quel punto, a poca distanza l’una dall’altra, si trovano quattro centraline di smistamento. Una è stata incendiata e un’altra imbrattata con le scritte «No Tav» e «Sole e Baleno vivono» tracciate con la vernice.
GLI ANARCHICI – Sole e Baleno, alias Maria Soledad Rosas e Edoardo Massari, sono i nomi di due giovani anarchici morti suicidi in carcere dieci anni fa, dopo essere stati sospettati – in seguito fu provata la loro innocenza – di alcuni atti violenti contro la linea ad alta velocità Torino-Lione. I due, compagni nella vita sentimentale, si uccisero a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro dopo l’arresto, diventando due simboli della lotta No Tav più estrema e dell’anarchia internazionale, tanto da essere commemorati non soltanto dagli insurrezionalisti italiani, ma anche da quelli greci.
LA CENTRALINA – La centralina danneggiata è una cabina di modeste dimensioni che serve da cosiddetto Pba (Posto di blocco automatico), un meccanismo di sicurezza che serve le linee ferroviarie Milano-Genova e Milano-Bologna, appunto quelle interessate dai ritardi. I treni, quindi, hanno dovuto procedere «marcia a vista» accumulando minuti di ritardo, per i rischi di sicurezza. Ma all’ora dell’attentato, intorno alle 2.30, non c’erano treni e comunque la circolazione non è mai stata interrotta. L’intervento dei vigili del fuoco, chiamati alle 2.47, si è concluso alle 5.
I DANNI – Si aggira attorno al milione di euro il danno alle infrastrutture. Lo ha precisato l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Raffaele Cattaneo, dopo un sopralluogo, nella stazione di Lambrate. «Se i tecnici non fossero intervenuti solo 20 minuti dopo la segnalazione – ha detto – quest’azione avrebbe potuto bloccare completamente il servizio in Lombardia». «È inaccettabile – ha aggiunto – che la protesta anti Tav trascenda in questo modo colpendo soprattutto i pendolari. Ricordo che un treno su dieci è ad alta velocità, quindi il sabotaggio riguarda chi va a lavoro o a scuola».