L’incoraggiamento della UE: «MANTENERE LO SLANCIO IL PARLAMENTO». «Una legge per i giovani e i disoccupati, le imprese hanno paura di assumere perchè è molto difficile licenziare. Mobilitazione delle tre maggiori sigle sindacali per risolvere il nodo della platea di “esodati”: esclusi dal mondo del lavoro ma non ancora in possesso dei requisiti pensionistici.
ROMA – «Sono fiducioso» sul fatto che la riforma del lavoro passerà anche perché l’esempio delle pensioni «mi lascia ben sperare» e inoltre «credo nella persuasione». Queste le parole del premier Mario Monti a Tokyo dove è arrivato per una visita di quattro giorni.
Al Forum organizzato dal gruppo editoriale Nikkei Shimbun il presidente del Consiglio ha risposto a una domanda sui rischi che la riforma del lavoro venga bloccata dai malumori dei partiti e del Paese. «Una parte della riforma è accettata da tutti, ma ci sono anche altre parti della riforma, che noi riteniamo strettamente complementari al pacchetto per fare in modo che sia una buona riforma, che rappresentano una medicina più amara da ingoiare». Primo fra tutti il nodo dell’articolo 18: «Le imprese hanno paura di assumere perchè è molto difficile licenziare anche per ragioni economiche» ha detto Monti, sottolineando che fra le ragioni che hanno portato ad una diminuzione degli investimenti italiani e stranieri in Italia c’è proprio l’attuale normativa sul lavoro.
EQUILIBRIO – Il premier ha quindi aggiunto: «Abbiamo il dovere di tenere un equilibrio, in modo che l’intero pacchetto della riforma sia davvero positivo per l’occupazione e la crescita». Il professore ha negato che il ddl «alteri la distribuzione delle entrate, togliendole ai lavoratori per darle alle imprese». «Crediamo – ha proseguito Monti – che questa riforma del lavoro sia per i lavoratori e specialmente per quelli giovani e disoccupati». Sui tempi, il presidente del consiglio ha detto di «sperare» che il Parlamento concluda l’esame del testo «prima dell’estate».
L’UE: «MANTENERE LO SLANCIO» – A poche ore di distanza dall’intervento di monti a Tokyo, da Bruxelles la Commissione europea ha emanato una nota in cui sollecita una rapida approvazione, in Parlamento, della riforma del lavoro: «L’Italia dovrebbe varare la riforma del lavoro rivedendo alcuni aspetti della legge sulla protezione dell’impiego e il suo frammentato sistema di sussidi alla disoccupazione» e il testo approvato dal governo «ha l’ambizione di affrontare le rigidità della protezione del lavoro», scrive la Commissione. Che prosegue: «Le parti sociali hanno un ruolo importante nel definire le riforme del lavoro. Auspichiamo che le autorità italiane e i sindacati continuino a lavorare insieme in modo costruttivo per raggiungere i migliori risultati possibili».
La «rapida approvazione» di una riforma efficace è responsabilità del Parlamento italiano, ha sottolineato la portavoce del Commissario all’Occupazione, Laszlo Andor, che ha ribadito l’incoraggiamento all’Italia a proseguire sul percorso avviato: «Lo slancio della riforma deve essere mantenuto», ha auspicato.
CONSENSI – Il professore ha poi richiamato i sondaggi per ribadire che il suo esecutivo, nonostante le riforme che suscitano aspro dibattito nel Paese, gode del sostegno degli italiani: «Nonostante alcuni giorni di declino a causa delle nostre misure sul lavoro – ha spiegato – questo governo sta godendo un alto consenso nei sondaggi, i partiti no». Anche perchè, ha poi sottolineato «noi siamo una breve eccezione».
IL VIAGGIO – Il presidente ha iniziato la prima giornata della visita in Giappone incontrando il ministro delle finanze Jun Azumi. Il colloquio è avvenuto in una sala dell’hotel che ospita il capo del governo italiano a Tokyo. Successivamente, Monti si recherà al Nikkei, il colosso nipponico dell’informazione economico-finanziaria, dove terrà una conferenza. Nel pomeriggio, Monti sarà ricevuto dal premier Yoshihiko Noda.
ROMA – Manifestazione unitaria, di Cgil, Cisl e Uil, il 13 aprile a Roma, contro «l’intervento disastroso sulle pensioni», per il nodo della «platea di esodati» e sul «tema delle ricongiunzioni onerose». Lo annuncia la leader Cgil, Susanna Camusso, spiegando che sarà quindi anticipata l’iniziativa Cgil prevista per il 17. «Abbiamo deciso comunemente con Cisl e e Uil, di anticipare al 13 aprile la manifestazione di tutti i lavoratori» – spiega Camusso – «per tutti quei soggetti che pagano un prezzo altissimo di una riforma che è stata fatta senza considerare la realtà».
LA CGIL CONTRO LA UE – Al netto della manifestazione unitaria si apre un altro fronte che vede protagonista la Cgil che lancia l’allarme dopo l’approvazione del testo varato mercoledì dalla Commissione Europea. «Si tratta di una decisione che con il pretesto di tutelare i diritti dei cittadini prefigura un’inaccettabile e indebita ingerenza nel contrasto di interessi che vive nella normale dialettica tra lavoro e impresa». Lo sostiene Fabrizio Solari, segretario confederale della Cgil, a proposito del testo varato dalla Commissione Europea e che ora sarà sottoposto alla discussione del Parlamento di Strasburgo. «La ragione alla base della scelta del sindacato confederale italiano di adottare codici di autoregolamentazione nell’esercizio dello sciopero nei servizi pubblici – spiega Solari – riguarda la doverosa tutela dei diritti costituzionali dei cittadini da contemperare con l’altrettanto doverosa tutela del diritto di sciopero per tutti i lavoratori. La successiva legge 146 del 1990 e le modifiche introdotte nel 2000, pur mantenendo margini di criticità soprattutto riguardo l’eccesso di vincoli burocratici a cui è sottoposta la possibilità di effettuare azioni di lotta, non ha mai superato questi limiti».
LO SCIOPERO – Intanto i metalmeccanici della Uilm hanno proclamato a livello nazionale 4 ore di sciopero generale di tutta la categoria contro la riforma del mercato del lavoro. «Con il governo proprio non va e contiamo su un’azione del Parlamento» ha spiegato il sindacato. «Ci aspettiamo dal governo delle risposte – ha detto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm – sulla modifica dell’articolo 18 per la parte relativa ai licenziamenti economici, sulla risoluzione del problema sospeso dei lavoratori esodati, la decontribuzione degli aumenti contrattuali e dei premi di produzione e l’insostenibile pressione fiscale».