SUD EST ASIATICO. Il premio nobel ottiene un seggio in parlamento dopo 15 anni di domiciliari
NAYPIDAW (BIRMANIA) – Dopo 15 anni agli arresti domiciliari Aung San Suu Kyi siederà nel parlamento birmano. L’annuncio arriva dal suo partito, la Lega nazionale per la democrazia. Aung San Suu Kyi, tornata libera nel novembre 2010 dopo 15 anni trascorsi tra carcere e arresti domiciliari, sarebbe stata eletta in un seggio di Kawhmu dove avrebbe ricevuto l’82% delle preferenze. Le elezioni in Birmania assegneranno 45 seggi su 1160. Con queste votazioni potrebbe aprirsi uno spazio inatteso nel processo di democratizzazione del Paese. Anche se è ancora presto per fare bilanci: in mezzo secolo di storia del Myanmar si sono tenute soltanto tre elezioni.
L’ELEZIONE – I seggi sono stati chiusi e la Lega Nazionale per la Democrazia, principale partito dell’opposizione birmana, ha annunciato che il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi sarà eletta. Subito si sono diffusi in tutto il mondo messaggi di apprezzamento per la leader politica da sempre alla ricerca di un dialogo con la giunta e le minoranze etniche birmane nel tentativo di superare lo stallo politico in cui versa il Paese. I generali hanno sempre rifiutato di riconoscerla come interlocutore, mettendo in dubbio il suo patriottismo (la chiamano con il cognome da sposata, ‘la signora Michael Aris’) e accusandola di essere uno strumento in mano a Gran Bretagna e Stati Uniti e al servizio delle loro mire neo-coloniali. Ma lei con il tempo e un enorme costo personale, è divenuta la più famosa detenuta al mondo, paragonata a Nelson Mandela e al Mahatma Gandhi, combattenti per la libertà da cui ha tratto ispirazione nel corso degli anni.
COMMENTI – Le elezioni suppletive svoltesi in Birmania hanno mostrato segni «molto incoraggianti» di un ritorno alla normalità democratica: così ha dichiarato uno degli osservatori inviati in Birmania dall’Unione Europea, Malgorzata Wasilewska. «Nella dozzina di seggi visitati i segnali sono stati molto incoraggianti – ha aggiunto – ma certo non costituiscono un campione sufficiente per valutare come sono andate le cose nel resto del Paese né per dare un giudizio sulla credibilità dello scrutinio», ha commentato Wasilewska, notando come l’Ue non consideri la missione alla stregua di un’osservazione vera e propria dato che i delegati sono arrivati non tre mesi prima del voto, come prevede il protocollo, ma solo a poche ore dall’apertura dei seggi. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton si è congratulata con il popolo della Birmania per aver partecipato al processo elettorale e ha invitato i leader del Paese a lavorare ancora per la trasparenza e ad altre riforme. La Clinton ha detto di avere speranze per i cittadini della Birmania.
DALL’ITALIA – Dall’Italia tanti i messaggi di auguri: «È una pagina nuova nella vita della Birmania, un grande passo verso la democrazia. Dobbiamo tutti essere grati ad Aung San Suu Kyi, alla sua tenacia e al suo coraggio» ha detto il sindaco di Torino Piero Fassino, dal 2007 al 2011 inviato speciale dell’Unione Europea per la Birmania/Myanmar.