Finanziamenti ai partiti. MARONI: cogliere l’occasione per fare pulizia. Indagato il tesoriere del Carroccio. Le ipotesi: appropriazione indebita, truffa e riciclaggio. Contatti con la ‘ndrangheta
MILANO – Il tesoriere del partito di Bossi, Francesco Belsito, è indagato per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, proprio in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega percepisce come rimborsi elettorali. Sono anche indagate, in una operazione congiunta tra le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, alcune delle persone che hanno gestito le contestate operazioni finanziarie della Lega in Tanzania e a Cipro. Belsito, a quanto si legge nel decreto di perquisizione eseguito dai finanzieri del nucleo tributario di Milano, avrebbe distratto soldi pubblici «per sostenere i costi della famiglia Bossi». Si legge «di esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord. Esborsi in contante o con assegni circolari o attraverso contratti simulati».
MARONI – «È il momento di cogliere l’occasione di fare pulizia, perché queste cose fanno male alla Lega e ai suoi militanti», è stato il commento a caldo dell’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, che auspica le dimissioni di Belsito. Belsito avrebbe, da quanto si è appreso, avuto comportamenti illeciti anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo Berlusconi.
LE PERQUISIZIONI – I tre uffici giudiziari, coordinati dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini – con la Guardia di Finanza -, dai pm Henry John Woodcock e Piscitelli per Napoli – con i carabinieri del Noe – e dal pm Lombardo di Reggio Calabria – con i poliziotti della Dia -, hanno disposto una perquisizione, eseguita da militari della Guardia di Finanza e dai carabinieri, negli uffici di Belsito in via Bellerio, sede della Lega, per acquisire alcuni documenti. Belsito è da tempo al centro di polemiche una serie di «stranezze» che lo riguardano, dal diploma taroccato a Napoli alle lauree fantasma, dal giro di assegni all’investimento in Tanzania.
GLI ALTRI INDAGATI – Il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, confermando la notizia pubblicata martedì mattina in esclusiva da Corriere.it, ha specificato che con Belsito sono indagati anche Paolo Scala e Stefano Bonet, «con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord». Per Belsito l’ipotesi di reato è truffa aggravata ai danni dello Stato «con riferimento alle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali». Inoltre un’altra contestazione di truffa ai danni dello Stato riguarda Belsito e Bonet con riferimento alle erogazioni concesse dallo Stato sotto forma di credito d’imposta a favore della società Siram Spa, con sede a Milano. La Siram, che fa capo al gruppo francese Dalkia, è una grossa società che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali, con sedi a Milano, Massa Martana (Perugia) e Roma. Anche la sede milanese della Siram è stata oggetto di perquisizioni martedì mattina.
NOVITA’ – E’ la prima volta che una procura formula una costruzione giuridica che ritiene di contestare come truffa ai danni dello Stato l’indebita percezione dei rimborsi elettorali da parte di un partito politico. L’idea sottostante è che un partito possa certamente spendere come meglio ritiene i fondi che incassa dallo Stato come finanziamento pubblico, ma deve pur sempre darne un fedele resoconto ai revisori del Parlamento. E nel caso di specie, da quel che si intuisce, alla base della contestazione al tesoriere della Lega ci sarebbe proprio il fatto che il rendiconto delle spese, presentato dal partito ai revisori, del Parlamento sarebbe stato viziato da falsità o omissioni.
RICICLAGGIO – Francesco Belsito è indagato inoltre per riciclaggio, nell’ambito del filone reggino dell’inchiesta. Belsito, secondo l’accusa, sarebbe stato legato ad un intermediario ligure che a sua volta era in stretto contatto con esponenti della cosca della ‘ndrangheta De Stefano di Reggio, la più potente della città insieme a quella dei Condello. Nel filone reggino dell’inchiesta sul riciclaggio ci sono più indagati. L’unico politico, secondo quanto si è appreso, sarebbe il tesoriere della Lega Francesco Belsito. Per quanto riguarda la procura di Napoli, sono cinque i destinatari dei decreti di perquisizione, tutti indagati per l’ipotesi di reato di riciclaggio. I destinatari sono Belsito, Bonet e due imprenditori. L’indagine, secondo quanto si è appreso, è concentrata sulle operazioni economiche di Bonet e punta a stabilire l’eventuale liceità delle somme versate al tesoriere della Lega Nord.