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In Procura la segretaria di Bossi. Il figlio Renzo: «Mai avuto soldi dal partito»

LA BUFERA NEL CARROCCIO PER LO SCANDALO FONDI. Gianfranco Fini ha concesso ai pm l’autorizzazione per aprire le cassette di sicurezza di Belsito alla Camera

MILANO – È letteralmente barricato in casa, nella sua abitazione di via Fiasella, nel centro di Genova, l’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, accusato di appropriazione indebita, truffa ai danni dello Stato e riciclaggio dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Mercoledì mattina ha ricevuto la visita del suo avvocato difensore, il genovese Paolo Scovazzi, che ha riferito che Belsito non è intenzionato a parlare pubblicamente. «È tranquillo, ma giù di morale. È una persona comunque molto combattiva», ha commentato il legale, riferendo inoltre di attendere di valutare meglio gli atti a loro disposizione e le disposizioni del partito per assumere una linea precisa.

I BOSSI LO RINNEGANO – La famiglia Bossi intanto prende le distanze dall’ex tesoriere. «Io sono sereno, soldi dalla Lega non ne ho mai presi» e «anche la mia famiglia di soldi dalla Lega non ne ha mai presi», ha affermato Renzo Bossi a margine del Consiglio regionale lombardo. Anche il fratello Riccardo, il primogenito del Senatur, ha «scaricato» l’ex tesoriere in un’intervista a «La Zanzara» su Radio 24: «Io personalmente di soldi da Belsito non ne ho mai ricevuti, mi occupo di altre questioni. Comunque ha fatto bene a dimettersi. Mio padre è una persona pulita, totalmente estraneo a queste storie, ci metto la mano sul fuoco e non solo la mano. È una persona per bene che ha dedicato la sua vita interamente alla politica. Se poi persone intorno a lui si sono comportate male non lo so». Nella tarda serata di martedì lo stesso Umberto Bossi, dopo la giornata più difficile della sua intera vita politica, si era sfogato in un’intervista.

«FEDELE FINO ALLA FINE» – Intanto i pm di Napoli, che indagano insieme ai colleghi milanesi e a quelli di Reggio Calabria sull’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, hanno ascoltato come persona informata sui fatti una delle segretarie del leader del Carroccio, Daniela Cantamessa. I magistrati milanesi, che martedì hanno sentito come teste la stessa Cantamessa, hanno «prestato»un ufficio della Procura ai colleghi napoletani per sentirla anche loro. Martedì casa e ufficio della segretaria sono stati perquisiti dai militari della Gdf e dai carabinieri del Noe. In Procura a Milano insieme a Woodcock anche alcuni investigatori del Noe, tra i quali anche il colonnello Sergio De Caprio, il «capitano Ultimo» che arrestò Riina, oggi vicecomandante del Noe. Interrogata per tre ore anche Nadia Dagrada, dirigente amministrativo della Lega e responsabile dei gadget del Carroccio. A interrogatorio terminato Nadia Dagrada non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Prima di lasciare il palazzo di giustizia, a chi le chiedeva se resterá fedele ai capi e alla Lega ha risposto: «Fedele fino alla fine».

VERTICE – I magistrati milanesi che coordinano le indagini, l’aggiunto Alfredo Robledo e i pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano sono rimasti spesso a colloquio con Woodcock e con gli investigatori in una serie di incontri per fare il punto sulle indagini e sulle perquisizioni. Secondo l’accusa, Belsito avrebbe distratto soldi dalle casse del Carroccio anche per le spese personali dei familiari di Bossi e della senatrice Rosy Mauro.

LA CASSAFORTE DI BELSITO – Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dopo aver avuto il via libera del gruppo del Carroccio, ha dato il suo placet alla richiesta dei pm di aprire le cassette di sicurezza dell’ex tesoriere della Lega, che si trovano nei locali del gruppo della Lega Nord alla Camera. Non essendo Belsito un parlamentare, la procedura non prevede un passaggio in giunta per le autorizzazioni, ma è stato sufficiente il via libera del gruppo della Lega. Il presidente della Camera ha chiesto comunque che venga comunicato al più presto quale autorità giudiziaria verrà a Montecitorio per aprire la cassaforte di Belsito.

LA SEGRETERIA POLITICA – Mercoledì pomeriggio si è riunita, nella sede federale della Lega Nord, la riunione della segreteria politica del movimento, convocata all’indomani delle perquisizioni in via Bellerio. Questa volta è presente anche Roberto Calderoli, coordinatore della segreteria politica Roberto Maroni, con il segretario federale Umberto Bossi, il coordinatore delle segreterie nazionali la vicepresidente del Senato Rosi Mauro e il capogruppo al Senato Federico Bricolo. L’assenza da via Bellerio dell’ex ministro dell’Interno per tutta giornata di martedì aveva alimentato molte perplessità, soprattutto sulla tenuta dell’intesa tra Bossi e lo stesso Maroni.

Redazione online

In Procura la segretaria di Bossi. Il figlio Renzo: «Mai avuto soldi dal partito»ultima modifica: 2012-04-04T16:39:38+02:00da
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