Decisione del consiglio dei ministri. il candidato sindaco: «la camorra sarà contenta». Tre nel Casertano (Casal di Principe, Castelvolturno, Casapesenna) e altre due in Calabria
Forze dell’ordine a Casal di Principe |
NAPOLI – Come un’angosciante consuetudine, è arrivato un nuovo provvedimento governativo che scioglie i Comuni della provincia di Caserta in odore di camorra. Si tratta di Casapesenna, Castel Volturno e Casal di Principe (dove si doveva votare tra un mese, ma le consultazioni sono state rinviate di 18 mesi). Un comprensorio che s’identifica in pieno con le terre asfissiate dal controllo dei clan, descritte da Saviano in Gomorra.
MILETO E BAGALDI – I Comuni sciolti dal Consiglio dei ministri per presunte infiltrazioni mafiose sono, oltre ai suddetti tre in Campania, anche due in Calabria: Mileto in provincia di Vibo Valentia e Bagaladi in provincia di Reggio Calabria.
CASALE RECORD – In particolare, si può dire che Casal di Principe detenga il record assoluto di scioglimenti: dal ’91 nessuna giunta riesce a concludere il suo mandato. In venti anni sono ben tre i decreti del governo che hanno azzerato il consenso politico a guida dell’amministrazione. Il primo decreto risale al 30 settembre 1991 a firma dell’allora ministro Vincenzo Scotti; alla guida dell’ente c’era Alessandro Diana. Il 23 dicembre del 1996 fu invece Giorgio Napolitano, al tempo responsabile agli Interni a colpire il sindaco Vincenzo Corvino. La decisione di Napolitano fece seguito al maxi-blitz Spartacus, avvenuto il 5 dicembre dell’anno prima, che portò in carcere 157 affiliati al cartello dei Casalesi.
A NAPOLI E SALERNO – L’attenzione (e la preoccupazione) del Viminale non ha risparmiato altre province campane. Meno di un mese fa sono stati sciolti i Comuni di Pagani, in provincia di Salerno, e quello di Gragnano, nel Napoletano.
IL PD: «PECCATO, A CASALE C’ERA CANDIDATO ONESTO» – «Questa notizia è un pessimo segnale ed un pesante freno al progetto di riscatto e sviluppo che si era attivato in quel territorio intorno alla figura di Renato Natale» afferma il presidente della commissione beni confiscati della Campania, Antonio Amato (Pd). «In questi mesi si era costruito uno straordinario movimento che, con Renato Natale, superando le logiche dei partiti, aveva raccolto le migliori energie di associazioni, giovani, cittadini. Il commissariamento purtroppo rischia di perpetuare sfiducia e di determinare un vuoto pneumatico intorno alle istituzioni».
RENATO NATALE: «LA CAMORRA SARA’ CONTENTA» – Lo stesso Natale non nasconde la sua delusione: «La decisione del Consiglio dei Ministri mortifica Casal di Principe e la voglia di rinnovamento dimostrata dai cittadini con l’ampia partecipazione alle liste civiche che hanno sostenuto la mia candidatura a sindaco. Era questo il momento giusto per far svolgere le elezioni – continua – c’era voglia di riscatto dopo gli arresti dei mesi scorsi. Ora se tutto va bene si andrà al voto nel 2014 e si darà tutto il tempo ai soggetti caduti in disgrazia di riorganizzarsi. Anche la camorra penso sia contenta, potrà serrare le fila e tornare ancora più forte».
Alessandro Chetta