La Lega – Le inchieste I documenti. Il contenuto della cartellina «The Family» che Belsito teneva in cassaforte
ROMA – Quando si trattò di saldare il conto del dentista del «capo», si decise di usare i soldi della Lega e furono versati 1.500 euro. Era il 2009, Francesco Belsito non era ancora diventato tesoriere. Ma quella fattura è stata ritrovata nella cartellina intestata «The Family» che custodiva nella cassaforte del suo ufficio alla Camera dei Deputati con i nomi di «Umberto, Sirio, Renzo» scritti con un pennarello. Ed è soltanto una delle «carte» che adesso serviranno a ricostruire l’uso privato dei soldi pubblici. Ma soprattutto a dimostrare come Umberto Bossi fosse perfettamente a conoscenza dei versamenti, anche perché in almeno due occasioni fu lui a firmare la distinta dei bonifici bancari destinati a sua moglie. In tutto 9.000 euro, che il Senatur dovrà adesso giustificare.
Eccoli i documenti delle spese della famiglia. Ecco bonifici, assegni, bollettini postali per pagare multe e cartelle esattoriali. I magistrati di Napoli Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio, che per primi hanno scoperto in che modo Belsito spendesse i fondi dei rimborsi elettorali, li hanno messi a disposizione delle parti che hanno fatto ricorso al riesame. E adesso toccherà ai carabinieri del Noe e alla Guardia di Finanza ricostruire ogni «uscita» per scoprire quanto sia stato versato illecitamente e soprattutto quante altre persone abbiano beneficiato di questi esborsi.
Il tesoriere Belsito e la cartellina Umberto
Sono i conti del leader, Belsito li ha annotati con cura e inseriti in una cartellina «dedicata» al capo, come risulta dalla scritta a penna che si trova sulla prima pagina: «Cartellina Umberto». Si scopre così che per ben due volte arrivano sul conto di Manuela Marroni soldi della Lega, come disposto dal Senatur. Il primo bonifico risale al 21 aprile 2010 e ammonta a 5.000 euro. Il secondo è del 13 ottobre 2010 e sposta 4.000 euro. Non è specificata la causale e dunque bisognerà accertare a che titolo sono stati trasferiti i fondi. Nel fascicolo, Belsito conservava la copia di un assegno del Banco di Napoli del 14 luglio 2010 emesso in proprio favore e poi «girato». Quel giorno, presso la stessa banca, risultano saldate alcune tasse di Bossi per un ammontare di circa 1.300 euro.
Delle mail scambiate tra alcuni dipendenti della Lega Nord e gli impiegati della «scuola Bosina», dove la moglie di Bossi Manuela Marroni lavora come preside e per cui avrebbe chiesto – secondo quanto affermato al telefono da Belsito – «un contributo di circa un milione di euro», sembrano dimostrare come la signora potesse contare sulle segretarie della Lega come se fossero sue dipendenti. E infatti una delle pratiche aperte riguarda il trasferimento di alcuni documenti che riguardano proprio la sua attività. Poi ci sono i conti correnti aperti presso la Banca Popolare di Lodi che risultano intestati al Senatur e che la Guardia di Finanza dovrà adesso esaminare alla ricerca di eventuali movimentazione “anomale”. Nella cassaforte di Belsito sono stati rintracciati due estratti conto. Il primo – relativo al deposito aperto presso l’agenzia 3 di Milano – aveva un saldo al 31 dicembre 2009 pari a 4.848 euro. Il secondo – aperto presso la sede di Lodi – al 31 dicembre 2009 registrava invece uno scoperto pari a 46.805 euro.
Polizza e lavori per Gemonio
È stata la segretaria amministrativa Nadia Dagrada a rivelare come la Lega Nord avesse pagato alcune spese di ristrutturazione della villa di Gemonio dove abita la famiglia Bossi. In particolare si era soffermata sul rifacimento della terrazza. E invece adesso si scopre che c’è molto altro. Il 10 dicembre 2010 la Vittoria Assicurazioni scrive direttamente alla Lega Nord per sollecitare il pagamento di 779,38 euro «relativo alla polizza dell’abitazione dei signori Marrone Manuela e Bossi Umberto». Dodici giorni dopo parte il bonifico. L’ordinante, come è specificato nella copia, è Lega Nord.
Nella stessa cartellina c’è anche un fax spedito il 15 gennaio 2010 dal geometra Pedretti dello Studio di Architettura di Curno alla stessa Marrone. «Come da accordi – è scritto – il sottoscritto vi inoltra la fattura dell’impresa “Coimber” esecutrice dei lavori di impermeabilizzazione». Il fatto che fosse custodito da Belsito dimostra, secondo gli investigatori, che fu lui a provvedere al pagamento. Tutte da decifrare sono invece alcune annotazioni a penna su due fogli custoditi nella cassetta. Oltre agli appunti sui dati di alcuni conti correnti, si legge «sotto casa del capo (parlato con Renzo) e poco sotto «(contatto Fincantieri) cosa devo fare!!!» e poi altri «memorandum» con una grafia che però è quasi incomprensibile.
Le multe e i conti dei dottori
Il frontespizio della cartellina «dedicata» ai figli di Bossi è intestato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. «Auto-Renzo» è annotato. Ma dentro c’è molto altro. La spesa più consistente certamente riguarda il ricovero di Sirio Bossi per l’operazione di rinoplastica: in tutto 9.901 euro che la Lega provvide a saldare. Poi ci sono le multe. Alla guida dell’auto c’è sempre il Trota che procede in barba a divieti di sosta e di ingresso nelle aree riservate, ma anche superando spesso i limiti di velocità. Forse per non rischiare di dover versare gli interessi, Belsito aveva compilato una sorta di promemoria sui pagamenti da effettuare. Però non aveva rispettato le scadenze.
Il 16 ottobre 2010, mentre è a Bologna, Renzo Bossi viola un divieto di circolazione. Secondo un’aggiunta a penna stava andando alla festa della Lega: costo dell’infrazione 166,80 mora compresa. Per correre a un «pranzo con Rosi Mauro, il dottor Panini e Angelo Alessandri» organizzato a Modena il 28 settembre 2010 era invece entrato in una zona vietata e la Lega aveva dovuto 165 euro. Il totale delle contravvenzioni del 2010 è pari a 674,53. Ma a questo va sommato un bollettino da 269,60 emesso dalla polizia locale di Vergiate, in provincia di Varese.